| Cerchiamo di capirci, a me sembra che si continui a confondere genetica e cultura. La cultura ha effetti anche sulla fisicità, non riguarda solo la mente. Ma cambia in lassi di tempo molto brevi.
Viceversa la selezione agisce su tempi molto più lunghi.
Tuttavia, prescindendo dagli atteggiamenti esteriori, a mio avviso interamente fenotipici, c'è un'altra cosa da dire, e forse è a questo che allude Veronesi.
Se c'è una cosa che viene implacabilmente selezionata è la fertilità. E' abbastanza ovvio, visto che chi non è fertile non lascia discendenti. Ogni generazione, per qualunque organismo, produce individui che non sono fertili, perché la fertilità ha un alto costo e richiede che un grandissimo numero di parametri siano corretti.
Per esempio è noto che, se si riproduce per via agamica (per talea, per esempio) una determinata pianta, dopo un certo numero di generazioni questa probabilmente perderà la capacità di produrre semi fertili. La causa dovrebbero essere mutazioni "puntuali" nel genoma delle cellule che vengono di volta in volta prelevate all'atto della rescisisone della talea. Mutazioni che avvengono continuamente e che, continuamente, vengono eliminate dalla selezione quando sia necessario produrre semi per riprodursi.
Nello stesso modo qualsiasi aiuto alla fertilità degli esseri umani fa si che individui, nello stato di natura non fertili e quindi selezionati negativamente, possano riprodursi.
Prendiamo in considerazione il taglio cesareo, fino a non molto tempo fa la donna che avesse avuto bisogno di un taglio cesareo per partorire sarebbe inesorabilmente morta. E non avrebbe lasciato discendenza. Non credo che esista una singola caratteristica genetica che impedisca un parto naturale e renda necessario un taglio cesareo, probabilmente si tratta di combinazioni di circostanze, che comunque venivano selezionate negativamente senza alcun appello.
Oggi non è più così, il parto cesareo è un intervento di routine, applicato talvolta anche quando non sarebbe necessario. Questo comporta che, se un qualche tipo di catastrofe, rendesse impossibile praticarlo, se, cioè, si fosse costretti a tornare allo "stato di natura", senza più medicina e chirurgia, probabilmente ci si accorgerebbe che la fertilità umana è diminuita e, per un certo numero di generazioni, un gran numero di donne morirebbero di parto.
Ancora di più di quanto ne morissero in passato, quando la gravidanza era una delle cause di morte più frequenti per le donne adulte.
Analogamente è probabile che un gran numero di fattori, riconducibili direttamente o indirettamente, alla genetica e che, in passato, riducevano la fertilità deglii individui, oggi non siano più selezionati negativamente. La questione è se l'androginia possa essere tra questi. E in che misura.
Per capirsi sembra assolutamente evidente che l'omosessualità non sia una caratteristica genetica contrastante con la fertilità, altrimenti sarebbe da tempo scomparsa. Se non lo è, anzi è presente più o meno nella stesa misura in cui era presente in passato, vuol dire che o non è una caratteristica geneticamente determinata oppure non contrasta con la fertilità. Non si scappa.
Apparentemente quello che Veronesi dice è che l'androginia sia stata in passato una caratteristica contrastante con la fertilità. In quanto al successo riproduttivo era indispensabile una famiglia e l'androginia contrasterebbe con la capacità di formare una famiglia. Ma è vero questo? Francamente esprimo dei dubbi.
In ogni caso si tratterebbe non di un mutamento del processo selettivo tale da incoraggiare una nuova caratteristica genetica, bensì di un allentamento della pressione che sfavorisce quella stessa caratteristica. In altre parole chi ha caratteristiche sessuali marcate continuerebbe a riprodursi come prima mentre chi non ce l'ha smetterebbe di essere selezionato negativamente.
Difficile quindi immaginare che gli androgini possano prendere il sopravvento, anche ammesso che la tesi di fondo sia corretta. E, comunque, ci vorrebbero molto più che cinque o sei generazioni (che fanno un secolo abbondante).
Molto più visibile, e rapida, è l'evoluzione dei costumi. Anche questa, col tempo, può avere il suo effetto sulla genetica ma, appunto, ci vuole tempo. Molto tempo.
Nanni
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