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I miei racconti erotici..., (non adatto ai puritani!)

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Sidney Bristow
view post Posted on 4/5/2007, 10:19     +1   -1




Sexy spy.


Londra. Josh era riuscito ad intrufolarsi nel locale più in voga del momento, anche quella sera era gremito di ospiti, tanto che lui doveva farsi strada quasi a gomitate per avanzare e raggiungere il bar. Una volta che vi riuscì ordinò qualcosa da bere, mentre con lo sguardo osservava tutta la sala, ma non dovette cercare per molto prima di avvistare il motivo per cui si trovava lì.
Micheal Garfield, uomo d'affari di successo, dal passato torbido e dal presente apparentemente 'candido', si stava avvicinando lentamente al bancone, e mentre lo faceva, dispensava sorrisi e strette di mano ad un'infinità di gente, al suo fianco una donna bellissima, più alta dell'uomo (non che ci volesse molto, Garfield era davvero basso), indossava un vestito nero parecchio scollato da lasciare intravedere parte dei seni sul davanti e tutta la schiena dalla parte posteriore, stretto abbastanza da aderire perfettamente alla figura di lei mostrandone le forme sinuose; lungo fino al pavimento, con uno spacco laterale che scopriva una coscia ogni volta che faceva un passo. Il volto era altrettanto affascinante, la pelle chiara, gli occhi grandi e scuri, le labbra rosse più carnose nella parte inferiore, i capelli castani, lisci e lunghi, ma acconciati sulla nuca a mo di coda di cavallo; il tutto impreziosito da una parure composta da orecchini e collana scintillanti come solo i diamanti potevano essere. Josh si disse che quella donna era troppo bella anche per uno come Garfield, ma sapeva per esperienza che molte erano affascinate più dal potere che dall'uomo in sè.
Non appena i due furono abbastanza vicini, Josh salutò cordialmente l'uomo e usò tutta la sua intraprendenza per attirare la sua attenzione, sapeva perfettamente che toccando il tasto 'denaro' sarebbe riuscito nel suo intento. Garfield gli dimostrò simpatia e interesse, presentandogli la sua donna: - Questa è Liz. - Josh le prese la mano e la sfiorò appena con le labbra, fissandola intensamente ed esibendo un sorriso affascinante, poi disse: - Lei è un uomo davvero fortunato, Sig. Garfield. - senza smettere di guardare Liz, che si mostrò alquanto taciturna, limitandosi a piegare lievemente le labbra in un sorriso che sembrava a dir poco forzato, ma gli occhi, i suoi occhi... gridavano tutt'altro. Era certo di non sbagliarsi, quella donna non era ciò che voleva apparire, ma purtroppo lui non avrebbe potuto avere la conferma della veridicità delle sue sensazioni, poichè il suo obiettivo era un altro, pensò con una punta di rammarico.
Man mano che la discussione andava avanti, Garfield sembra sempre più piacevolmente impressionato da Josh, così decise di allontanare Liz: - Aspettami di sopra. Vai. - e nell'impartirle quell'ordine le diede una pacca sul sedere che la fece sbilanciare leggermente in avanti, lei assunse un'espressione infastidita che durò quanto un respiro, ma Josh l'aveva colta, poi annuì allontanandosi con passo sostenuto, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo a Josh, uno sguardo carico di orgoglio e di rabbia malrepressa.
Liz raggiunse la suite che divideva con Garfield al piano di sopra del locale, entrò nella stanza, si chinò appena per togliersi le scarpe dal tacco alto e quindi per lei scomodissime, gettandole distrattamente in un angolo. Ripensò al gesto di Garfield e a come le sarebbe piaciuto reagire come quel porco, viscido e vomitevole omuncolo si meritava. Fece una smorfia e scacciò quel pensiero, dalla camera da letto si spostò nello studio di Garfield che si trovava dietro la porta accanto, raggiunse la scrivania e iniziò a rovistare tra le sue carte, avendo cura di rimettere ogni foglio nello stesso punto in cui lo aveva trovato. Poi, la sua attenzione si spostò sulla cassettiera a destra e in particolare su un cassetto chiuso a chiave, si sfilò una forcina dai capelli, la inserì nella serratura e in pochi secondi la forzò. Ma improvvisamente avvertì dei rumori, imprecò infastidita da quell'interruzione, richiuse il cassetto e si alzò rapidamente andando a mettersi accanto alla porta, che si aprì un attimo dopo lasciando entrare il tizio con cui poco prima stava parlando Garfield... Una spia dunque, ma senza stare lì a chiedersi se fosse amico o nemico, si affrettò a sgattaiolare via dalla stanza, senza che l'intruso si accorgesse di nulla. Tornò in camera, sperando che quell'uomo non rovinasse tutti i suoi piani, mentre si domandava se fosse il caso di riferire a Garfield l'accaduto. Non ebbe il tempo di decidere il da farsi che si ritrovò a fissare gli occhi scuri e inquisitori dell'intruso.
- Cosa ci fa lei qui? - chiese fingendosi sorpresa e indignata.
Lui la fissò con un sorriso beffardo che la infastidì non poco: - Potrei chiederti la stessa cosa, non credi? - la canzonò mostrandole la forcina che aveva lasciato cadere nella fretta di lasciare lo studio.
Per tutta risposta lei si tolse l'abito nero, rimanendo in sottana, dello stesso colore, che lasciava ben poco spazio all'immaginazione.
Josh emise un fischio di approvazione e disse: - Non osavo sperare tanto! - ma lei gli lanciò uno sguardo assassino e gli si avventò contro tentando di colpirlo... Josh fu abile a schivare i colpi, entrambi conoscevano fin troppo bene le arti marziali e ne fecero ampio sfoggio. - Niente male... per essere una donna. - la provocò. Lei piegò le labbra in un ghigno e riprese ad attaccarlo, ma stavolta lo fece con troppa foga, e per l'altro fu facile atterrarla, finendole sopra. Si guardarono negli occhi, mentre cercavano faticosamente di riprendere fiato, Josh le teneva le braccia saldamente inchiodate al pavimento e con le gambe bloccava le sue per impedirle di dargli un calcio, ma poi non potè fare a meno di cedere all'attrazione, alla sensualità che quella donna emanava e alla quale lui non avrebbe potuto sottrarsi. Provò a baciarla, ma lei protestò inizialmente, arrivando perfino a morderlo, Josh però non si arrese e alla fine vinse tutte le sue resistenze. Le liberò le braccia dalla stretta, preparandosi a reagire qualora lei avesse provato a sfuggirgli, ma non fu così. Liz gli tolse la giacca e la camicia, accarezzandogli il torace, mentre lui le abbassava le spalline della sottoveste e le catturava un seno con una mano, stuzzicando il capezzolo con la lingua, girandoci lentamente attorno e mordicchiandolo. Lei gemette più volte per l'eccitazione, mentre lo sentiva premere i fianchi contro i suoi, a farle avvertire tutta la sua virilità attraverso i pantaloni. Si affrettò a toglierglieli, e nel frattempo lui le sfilava la sottana e le calze autoreggenti, carezzandole dolcemente la pelle delle cosce, fino a risalire al suo interno... Liz divaricò totalmente le gambe, lasciando che lui vi si insinuasse all'interno, prendendo ad esplorare la zona con la lingua, stimolando le grandi labbra, il clitoride, le piccole labbra, facendosi strada all'interno di esse, mimando la penetrazione e facendola tremare di piacere. Poi si alzò in piedi, lei si mise in ginocchio davanti a lui, prese ad accarezzargli i testicoli e il pene, muovendo la mano su e giù... finchè decise di usare anche la lingua, la fece scorrere per tutta la lunghezza, affondando con la bocca e risalendo, sempre più rapidamente...
Josh la sollevò di peso e la scaraventò sul letto, lei gli fece cenno di attendere un attimo, si mise carponi e andò a rovistare nel cassetto del comodino, in una posa che lo fece eccitare ulteriormente... ne tirò fuori un vibratore, sorridendo nel mostrarglielo: - Ci crederesti? Piace a Garfield, ma su di lui! - Josh era divertito: - Mmm... interessante. - lei replicò: - Già... una vera fortuna per me. Così non sono costretta ad andarci a letto. - fece con una smorfia di disgusto. Ripreso il discorso da dove avevano lasciato... Josh la schiacciò col suo peso, accarezzandole e baciandola dappertutto, finchè la prese con gesto violento, riempendola tutta. Con le dita stimolò l'altro buco, poi prese il vibratore, lo accese e glielo pianto dentro, così entrambi poterono godere doppiamente...
Cambiarono posizione, lei di spalle, con il volto schiacciato sul materasso, lui dietro, a penetrarla energicamente, tenendole premuta una mano sul collo, e stavolta il vibratore era inserito nella fica... Liz era scossa da quei colpi profondi, i suoi seni ballonzolavano e di tanto in tanto con la mano libera, Josh li accarezzava, tirando i capezzoli, quasi volesse mungerla. Raggiunsero l'orgasmo insieme, lui sparse tutto il suo seme lungo la schiena di lei e sulle chiappe... poi si sdraiò di lato, accanto a Liz che nel frattempo si era messa in posizione supina, entrambi respiravano a fatica, ma aveva un'espressione beata... Erano grati al destino per avergli regalato quel piacevolissimo intermezzo... Ma mentre riprendevano contatto con la realtà, furono costretti a farlo più in fretta del previsto: stava arrivando qualcuno. Si rivestirono più rapidamente che poterono, la porta si spalancò e due uomini armati di pistola fecero irruzione, seguiti da Garfield: - Avrei dovuto immaginarlo. Sei una puttana! - tuonò facendo cenno ai suoi gorilla di ucciderli. I due però furono rapidi a schivare i colpi, Liz tirò fuori una pistola da sotto il cuscino e colpì a morte uno di loro, Josh invece lanciò un coltello, tirato fuori dalla tasca, direttamente sul collo dell'altro aggressore. Garfield ebbe un moto di stizza, ma non potè far altro che minacciare vendetta e darsela a gambe. Liz e Josh si rivolsero un sorriso trionfante, poi lei suggerì: - Sarà meglio filarcela! - e mentre lui recuperava il resto degli abiti e la pistola, si lanciarono alla fuga...
 
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Nagajko
view post Posted on 4/5/2007, 13:34     +1   -1




CITAZIONE (Sidney Bristow @ 4/5/2007, 11:19)

Sexy spy.


Londra. Josh era riuscito ad intrufolarsi nel locale più in voga del momento, anche quella sera era gremito di ospiti, tanto che lui doveva farsi strada quasi a gomitate per avanzare e raggiungere il bar. Una volta che vi riuscì ordinò qualcosa da bere, mentre con lo sguardo osservava tutta la sala, ma non dovette cercare per molto prima di avvistare il motivo per cui si trovava lì.
Micheal Garfield, uomo d'affari di successo, dal passato torbido e dal presente apparentemente 'candido', si stava avvicinando lentamente al bancone, e mentre lo faceva, dispensava sorrisi e strette di mano ad un'infinità di gente, al suo fianco una donna bellissima, più alta dell'uomo (non che ci volesse molto, Garfield era davvero basso), indossava un vestito nero parecchio scollato da lasciare intravedere parte dei seni sul davanti e tutta la schiena dalla parte posteriore, stretto abbastanza da aderire perfettamente alla figura di lei mostrandone le forme sinuose; lungo fino al pavimento, con uno spacco laterale che scopriva una coscia ogni volta che faceva un passo. Il volto era altrettanto affascinante, la pelle chiara, gli occhi grandi e scuri, le labbra rosse più carnose nella parte inferiore, i capelli castani, lisci e lunghi, ma acconciati sulla nuca a mo di coda di cavallo; il tutto impreziosito da una parure composta da orecchini e collana scintillanti come solo i diamanti potevano essere. Josh si disse che quella donna era troppo bella anche per uno come Garfield, ma sapeva per esperienza che molte erano affascinate più dal potere che dall'uomo in sè.
Non appena i due furono abbastanza vicini, Josh salutò cordialmente l'uomo e usò tutta la sua intraprendenza per attirare la sua attenzione, sapeva perfettamente che toccando il tasto 'denaro' sarebbe riuscito nel suo intento. Garfield gli dimostrò simpatia e interesse, presentandogli la sua donna: - Questa è Liz. - Josh le prese la mano e la sfiorò appena con le labbra, fissandola intensamente ed esibendo un sorriso affascinante, poi disse: - Lei è un uomo davvero fortunato, Sig. Garfield. - senza smettere di guardare Liz, che si mostrò alquanto taciturna, limitandosi a piegare lievemente le labbra in un sorriso che sembrava a dir poco forzato, ma gli occhi, i suoi occhi... gridavano tutt'altro. Era certo di non sbagliarsi, quella donna non era ciò che voleva apparire, ma purtroppo lui non avrebbe potuto avere la conferma della veridicità delle sue sensazioni, poichè il suo obiettivo era un altro, pensò con una punta di rammarico.
Man mano che la discussione andava avanti, Garfield sembra sempre più piacevolmente impressionato da Josh, così decise di allontanare Liz: - Aspettami di sopra. Vai. - e nell'impartirle quell'ordine le diede una pacca sul sedere che la fece sbilanciare leggermente in avanti, lei assunse un'espressione infastidita che durò quanto un respiro, ma Josh l'aveva colta, poi annuì allontanandosi con passo sostenuto, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo a Josh, uno sguardo carico di orgoglio e di rabbia malrepressa.
Liz raggiunse la suite che divideva con Garfield al piano di sopra del locale, entrò nella stanza, si chinò appena per togliersi le scarpe dal tacco alto e quindi per lei scomodissime, gettandole distrattamente in un angolo. Ripensò al gesto di Garfield e a come le sarebbe piaciuto reagire come quel porco, viscido e vomitevole omuncolo si meritava. Fece una smorfia e scacciò quel pensiero, dalla camera da letto si spostò nello studio di Garfield che si trovava dietro la porta accanto, raggiunse la scrivania e iniziò a rovistare tra le sue carte, avendo cura di rimettere ogni foglio nello stesso punto in cui lo aveva trovato. Poi, la sua attenzione si spostò sulla cassettiera a destra e in particolare su un cassetto chiuso a chiave, si sfilò una forcina dai capelli, la inserì nella serratura e in pochi secondi la forzò. Ma improvvisamente avvertì dei rumori, imprecò infastidita da quell'interruzione, richiuse il cassetto e si alzò rapidamente andando a mettersi accanto alla porta, che si aprì un attimo dopo lasciando entrare il tizio con cui poco prima stava parlando Garfield... Una spia dunque, ma senza stare lì a chiedersi se fosse amico o nemico, si affrettò a sgattaiolare via dalla stanza, senza che l'intruso si accorgesse di nulla. Tornò in camera, sperando che quell'uomo non rovinasse tutti i suoi piani, mentre si domandava se fosse il caso di riferire a Garfield l'accaduto. Non ebbe il tempo di decidere il da farsi che si ritrovò a fissare gli occhi scuri e inquisitori dell'intruso.
- Cosa ci fa lei qui? - chiese fingendosi sorpresa e indignata.
Lui la fissò con un sorriso beffardo che la infastidì non poco: - Potrei chiederti la stessa cosa, non credi? - la canzonò mostrandole la forcina che aveva lasciato cadere nella fretta di lasciare lo studio.
Per tutta risposta lei si tolse l'abito nero, rimanendo in sottana, dello stesso colore, che lasciava ben poco spazio all'immaginazione.
Josh emise un fischio di approvazione e disse: - Non osavo sperare tanto! - ma lei gli lanciò uno sguardo assassino e gli si avventò contro tentando di colpirlo... Josh fu abile a schivare i colpi, entrambi conoscevano fin troppo bene le arti marziali e ne fecero ampio sfoggio. - Niente male... per essere una donna. - la provocò. Lei piegò le labbra in un ghigno e riprese ad attaccarlo, ma stavolta lo fece con troppa foga, e per l'altro fu facile atterrarla, finendole sopra. Si guardarono negli occhi, mentre cercavano faticosamente di riprendere fiato, Josh le teneva le braccia saldamente inchiodate al pavimento e con le gambe bloccava le sue per impedirle di dargli un calcio, ma poi non potè fare a meno di cedere all'attrazione, alla sensualità che quella donna emanava e alla quale lui non avrebbe potuto sottrarsi. Provò a baciarla, ma lei protestò inizialmente, arrivando perfino a morderlo, Josh però non si arrese e alla fine vinse tutte le sue resistenze. Le liberò le braccia dalla stretta, preparandosi a reagire qualora lei avesse provato a sfuggirgli, ma non fu così. Liz gli tolse la giacca e la camicia, accarezzandogli il torace, mentre lui le abbassava le spalline della sottoveste e le catturava un seno con una mano, stuzzicando il capezzolo con la lingua, girandoci lentamente attorno e mordicchiandolo. Lei gemette più volte per l'eccitazione, mentre lo sentiva premere i fianchi contro i suoi, a farle avvertire tutta la sua virilità attraverso i pantaloni. Si affrettò a toglierglieli, e nel frattempo lui le sfilava la sottana e le calze autoreggenti, carezzandole dolcemente la pelle delle cosce, fino a risalire al suo interno... Liz divaricò totalmente le gambe, lasciando che lui vi si insinuasse all'interno, prendendo ad esplorare la zona con la lingua, stimolando le grandi labbra, il clitoride, le piccole labbra, facendosi strada all'interno di esse, mimando la penetrazione e facendola tremare di piacere. Poi si alzò in piedi, lei si mise in ginocchio davanti a lui, prese ad accarezzargli i testicoli e il pene, muovendo la mano su e giù... finchè decise di usare anche la lingua, la fece scorrere per tutta la lunghezza, affondando con la bocca e risalendo, sempre più rapidamente...
Josh la sollevò di peso e la scaraventò sul letto, lei gli fece cenno di attendere un attimo, si mise carponi e andò a rovistare nel cassetto del comodino, in una posa che lo fece eccitare ulteriormente... ne tirò fuori un vibratore, sorridendo nel mostrarglielo: - Ci crederesti? Piace a Garfield, ma su di lui! - Josh era divertito: - Mmm... interessante. - lei replicò: - Già... una vera fortuna per me. Così non sono costretta ad andarci a letto. - fece con una smorfia di disgusto. Ripreso il discorso da dove avevano lasciato... Josh la schiacciò col suo peso, accarezzandole e baciandola dappertutto, finchè la prese con gesto violento, riempendola tutta. Con le dita stimolò l'altro buco, poi prese il vibratore, lo accese e glielo pianto dentro, così entrambi poterono godere doppiamente...
Cambiarono posizione, lei di spalle, con il volto schiacciato sul materasso, lui dietro, a penetrarla energicamente, tenendole premuta una mano sul collo, e stavolta il vibratore era inserito nella fica... Liz era scossa da quei colpi profondi, i suoi seni ballonzolavano e di tanto in tanto con la mano libera, Josh li accarezzava, tirando i capezzoli, quasi volesse mungerla. Raggiunsero l'orgasmo insieme, lui sparse tutto il suo seme lungo la schiena di lei e sulle chiappe... poi si sdraiò di lato, accanto a Liz che nel frattempo si era messa in posizione supina, entrambi respiravano a fatica, ma aveva un'espressione beata... Erano grati al destino per avergli regalato quel piacevolissimo intermezzo... Ma mentre riprendevano contatto con la realtà, furono costretti a farlo più in fretta del previsto: stava arrivando qualcuno. Si rivestirono più rapidamente che poterono, la porta si spalancò e due uomini armati di pistola fecero irruzione, seguiti da Garfield: - Avrei dovuto immaginarlo. Sei una puttana! - tuonò facendo cenno ai suoi gorilla di ucciderli. I due però furono rapidi a schivare i colpi, Liz tirò fuori una pistola da sotto il cuscino e colpì a morte uno di loro, Josh invece lanciò un coltello, tirato fuori dalla tasca, direttamente sul collo dell'altro aggressore. Garfield ebbe un moto di stizza, ma non potè far altro che minacciare vendetta e darsela a gambe. Liz e Josh si rivolsero un sorriso trionfante, poi lei suggerì: - Sarà meglio filarcela! - e mentre lui recuperava il resto degli abiti e la pistola, si lanciarono alla fuga...

Sono davvero ben scritti i tuoi racconti, Sidney, la prova te l'ha anche data ieri una forumista che si affannava tanto a far passare in seconda posizione i tuoi post, nella sezione. :)
 
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Sidney Bristow
view post Posted on 4/5/2007, 13:35     +1   -1




CITAZIONE (Nagajko @ 4/5/2007, 14:34)
Sono davvero ben scritti i tuoi racconti, Sidney, la prova te l'ha anche data ieri una forumista che si affannava tanto a far passare in seconda posizione i tuoi post, nella sezione. :)

Grazie, Nagajko. :)
Ah sì? Adesso mi è chiaro il senso dei vostri scambi su altro 3D. Bene, sono contenta che sia tu che Luce abbiate apprezzato. :D
 
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Nagajko
view post Posted on 4/5/2007, 13:56     +1   -1




CITAZIONE (Sidney Bristow @ 4/5/2007, 14:35)
CITAZIONE (Nagajko @ 4/5/2007, 14:34)
Sono davvero ben scritti i tuoi racconti, Sidney, la prova te l'ha anche data ieri una forumista che si affannava tanto a far passare in seconda posizione i tuoi post, nella sezione. :)

Grazie, Nagajko. :)
Ah sì? Adesso mi è chiaro il senso dei vostri scambi su altro 3D. Bene, sono contenta che sia tu che Luce abbiate apprezzato. :D

Si, va be', però ora non perderti in chiacchiere, datti da fare. :lol:
 
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Sidney Bristow
view post Posted on 4/5/2007, 14:42     +1   -1




Una notte "movimentata"


La contessa Eve stava rientrando dall'ennesima festa a bordo della sua carrozza, dove si era annoiata oltre l'immaginabile. Il marito, di vent'anni più vecchio di lei, era come sempre in viaggio, ma anche quando era presente, non si curava affatto della giovane moglie, che aveva sposato più che altro per avere un bel trofeo da esibire in pubblico.
Nonostante la sua vita si trascinasse stancamente, senza che lei fosse in grado di darle quanto meno uno scossone che la rendesse più elettrizzante, Eve non aveva smesso di sognare... di sognare il grande amore. Molti uomini del suo ceto sociale avevano mostrato di non essere insensibili alla sua bellezza, ma nessuno di loro era riuscito a colpirla abbastanza da ottenerne i favori. Se doveva tradire il marito, almeno che ne valesse la pena, pensava.
Ad interrompere quei suoi ragionamenti fu una brusca frenata che per poco non la fece sbattere con la faccia contro la parete di fronte a lei nella carrozza. Guardò fuori dal finestrino, appena in tempo per notare il cocchiere che fuggiva, lasciandola sola a subire quello che aveva tanto l'aria di essere l'assalto di alcuni banditi. Erano in quattro, uno di loro sparò un colpo in aria, invitandola a venire fuori dal veicolo. Eve era terrorizzata, ma si decise a farsi coraggio e lentamente, venne fuori dalla carrozza, piantando i suoi occhi verdi dritto in faccia ad uno degli aggressori. Questi le ordinò di consegnargli tutti i gioielli che indossava, lei esitò un istante, ma vedendo che quei malviventi le puntavano minacciosamente le pistole contro, si decise a consegnare loro ciò che volevano.
Purtroppo per lei, quelli non avevano intenzione di accontentarsi del "bottino", erano anche interessati alla contessa. Provarono a trascinarla via, ma Eve resistette con tutte le sue forze, urlando loro: - Lasciatemi stare! Non toccatemi! - i quattro non intendevano andarsene senza di lei, ma una voce si diffuse nel buio di quella strada isolata: - Avete sentito cosa ha detto la Signora? Lasciatela in pace! - un uomo con un mantello nero e una spada sguainata venne fuori, e in poche mosse ben assestate riuscì a disarmare e a ferire i quattro malcapitati, che per salvare la pelle, si diedero prudentemente alla fuga, non prima di aver restituito la "refurtiva" alla legittima proprietaria, dietro preciso ordine dello sconosciuto. Eve, non riusciva ancora a credere a ciò cui aveva appena assistito, non appena riprese il controllo di sè, ringraziò il suo salvatore, Sean si chiamava. L'uomo si offrì di accompagnarla a casa col suo cavallo, visto che il cocchiere era scappato, lei accettò di buon grado. Sean l'aiutò a salire in sella e prese posto dietro di lei, che inspiegabilmente non riusciva a far rallentare il battito del cuore, essendo così vicino a quell'uomo. Notò che odorava di tabacco e che i suoi abiti erano puliti, ma non costosi, segno che non apparteneva alla sua stessa classe sociale, non che la cosa le dispiacesse, tutt'altro.
Giunti ai cancelli della villa in cui la contessa abitava, lui l'aiutò a smontare e le augurò la buonanotte. Lei però lo invitò ad entrare, voleva in qualche modo sdebitarsi e offrirgli qualcosa da bere. L'altro accettò senza esitazioni, ma non potè esimersi dal fare una battuta: - Accetto. Anche se preferirei mi offriste ben altro, contessa. - Eve arrossì come una ragazzina colta con le mani nella marmellata, ma si riprese riuscendo a sorridere in un modo che a lui parve adorabile.
Entrando e seguendola all'interno della villa, non si mostrò affatto impressionato dal lusso che caratterizzata la residenza, doveva essere un uomo molto sicuro di sè, pensò Eve.
Si accomodarono in salotto, l'una di fronte all'altro, mentre sorseggiavano un bicchiere di cognac... sebbene lei non fosse abituata a bere, sentiva di averne un gran bisogno in quel frangente. Pochi minuti dopo, lui fece per andarsene, si alzò in piedi e le prese la mano per baciarla, ma invece di chinarsi, l'attirò a sè impadronendosi della sua labbra, morbide, invitanti, calde... Eve non era affatto preparata all'intensa sensazione di piacere che un solo bacio le aveva procurato, ma non si mostrò minimamente risentita, anzi rispose a quel contatto con lo stesso ardore di lui.
Sean, fece scivolare le labbra lungo la curva morbida e seducente del collo, mentre con una mano armeggiava con i bottoncini che le chiudevano l'abito dietro la schiena, in un attimo Eve rimase con indosso solo la biancheria intima, che lui fu altrettanto abile e rapido a toglierle, mentre la guidava verso il divano su cui prima era seduto, e nel contempo si liberava a sua volta dei vestiti.
Eve sentiva le sue mani accarezzarla ovunque, lasciando scie di fuoco al loro passaggio, così come le labbra... che indugiarono parecchio sui seni di lei, sui capezzoli, mentre con le mani le accarezzava l'interno delle cosce, scoprendola già notevolmente eccitata. Avvenne tutto molto rapidamente, perchè l'urgenza del desiderio non consentiva ulteriori attese, Sean la penetrò con forza, andando su e giù con movimenti dapprima lenti e profondi, poi sempre più rapidi, mentre i loro gemiti si confondevano, assieme ai respiri, ai battiti accelerati del cuore... Sean la fece spostare sopra di sè, tenendola saldamente per i fianchi, e spingendo verso l'alto i propri, mentre con entrambe le mani le catturava le tette e la bocca cercava e trovava quella di lei, avida di baci... Poi si spostarono ancora... Sean le ordinò di mettersi carponi sul divano, e appena lei ubbidì, la penetrò da dietro, sempre profondamente e con colpi violenti, compiacendosi dell'intensità dei suoi gemiti, finchè raggiunsero entrambi l'orgasmo...


Va bene così, Nagajko? :D
 
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Nagajko
view post Posted on 4/5/2007, 15:03     +1   -1




CITAZIONE (Sidney Bristow @ 4/5/2007, 15:42)

Una notte "movimentata"


La contessa Eve stava rientrando dall'ennesima festa a bordo della sua carrozza, dove si era annoiata oltre l'immaginabile. Il marito, di vent'anni più vecchio di lei, era come sempre in viaggio, ma anche quando era presente, non si curava affatto della giovane moglie, che aveva sposato più che altro per avere un bel trofeo da esibire in pubblico.
Nonostante la sua vita si trascinasse stancamente, senza che lei fosse in grado di darle quanto meno uno scossone che la rendesse più elettrizzante, Eve non aveva smesso di sognare... di sognare il grande amore. Molti uomini del suo ceto sociale avevano mostrato di non essere insensibili alla sua bellezza, ma nessuno di loro era riuscito a colpirla abbastanza da ottenerne i favori. Se doveva tradire il marito, almeno che ne valesse la pena, pensava.
Ad interrompere quei suoi ragionamenti fu una brusca frenata che per poco non la fece sbattere con la faccia contro la parete di fronte a lei nella carrozza. Guardò fuori dal finestrino, appena in tempo per notare il cocchiere che fuggiva, lasciandola sola a subire quello che aveva tanto l'aria di essere l'assalto di alcuni banditi. Erano in quattro, uno di loro sparò un colpo in aria, invitandola a venire fuori dal veicolo. Eve era terrorizzata, ma si decise a farsi coraggio e lentamente, venne fuori dalla carrozza, piantando i suoi occhi verdi dritto in faccia ad uno degli aggressori. Questi le ordinò di consegnargli tutti i gioielli che indossava, lei esitò un istante, ma vedendo che quei malviventi le puntavano minacciosamente le pistole contro, si decise a consegnare loro ciò che volevano.
Purtroppo per lei, quelli non avevano intenzione di accontentarsi del "bottino", erano anche interessati alla contessa. Provarono a trascinarla via, ma Eve resistette con tutte le sue forze, urlando loro: - Lasciatemi stare! Non toccatemi! - i quattro non intendevano andarsene senza di lei, ma una voce si diffuse nel buio di quella strada isolata: - Avete sentito cosa ha detto la Signora? Lasciatela in pace! - un uomo con un mantello nero e una spada sguainata venne fuori, e in poche mosse ben assestate riuscì a disarmare e a ferire i quattro malcapitati, che per salvare la pelle, si diedero prudentemente alla fuga, non prima di aver restituito la "refurtiva" alla legittima proprietaria, dietro preciso ordine dello sconosciuto. Eve, non riusciva ancora a credere a ciò cui aveva appena assistito, non appena riprese il controllo di sè, ringraziò il suo salvatore, Sean si chiamava. L'uomo si offrì di accompagnarla a casa col suo cavallo, visto che il cocchiere era scappato, lei accettò di buon grado. Sean l'aiutò a salire in sella e prese posto dietro di lei, che inspiegabilmente non riusciva a far rallentare il battito del cuore, essendo così vicino a quell'uomo. Notò che odorava di tabacco e che i suoi abiti erano puliti, ma non costosi, segno che non apparteneva alla sua stessa classe sociale, non che la cosa le dispiacesse, tutt'altro.
Giunti ai cancelli della villa in cui la contessa abitava, lui l'aiutò a smontare e le augurò la buonanotte. Lei però lo invitò ad entrare, voleva in qualche modo sdebitarsi e offrirgli qualcosa da bere. L'altro accettò senza esitazioni, ma non potè esimersi dal fare una battuta: - Accetto. Anche se preferirei mi offriste ben altro, contessa. - Eve arrossì come una ragazzina colta con le mani nella marmellata, ma si riprese riuscendo a sorridere in un modo che a lui parve adorabile.
Entrando e seguendola all'interno della villa, non si mostrò affatto impressionato dal lusso che caratterizzata la residenza, doveva essere un uomo molto sicuro di sè, pensò Eve.
Si accomodarono in salotto, l'una di fronte all'altro, mentre sorseggiavano un bicchiere di cognac... sebbene lei non fosse abituata a bere, sentiva di averne un gran bisogno in quel frangente. Pochi minuti dopo, lui fece per andarsene, si alzò in piedi e le prese la mano per baciarla, ma invece di chinarsi, l'attirò a sè impadronendosi della sua labbra, morbide, invitanti, calde... Eve non era affatto preparata all'intensa sensazione di piacere che un solo bacio le aveva procurato, ma non si mostrò minimamente risentita, anzi rispose a quel contatto con lo stesso ardore di lui.
Sean, fece scivolare le labbra lungo la curva morbida e seducente del collo, mentre con una mano armeggiava con i bottoncini che le chiudevano l'abito dietro la schiena, in un attimo Eve rimase con indosso solo la biancheria intima, che lui fu altrettanto abile e rapido a toglierle, mentre la guidava verso il divano su cui prima era seduto, e nel contempo si liberava a sua volta dei vestiti.
Eve sentiva le sue mani accarezzarla ovunque, lasciando scie di fuoco al loro passaggio, così come le labbra... che indugiarono parecchio sui seni di lei, sui capezzoli, mentre con le mani le accarezzava l'interno delle cosce, scoprendola già notevolmente eccitata. Avvenne tutto molto rapidamente, perchè l'urgenza del desiderio non consentiva ulteriori attese, Sean la penetrò con forza, andando su e giù con movimenti dapprima lenti e profondi, poi sempre più rapidi, mentre i loro gemiti si confondevano, assieme ai respiri, ai battiti accelerati del cuore... Sean la fece spostare sopra di sè, tenendola saldamente per i fianchi, e spingendo verso l'alto i propri, mentre con entrambe le mani le catturava le tette e la bocca cercava e trovava quella di lei, avida di baci... Poi si spostarono ancora... Sean le ordinò di mettersi carponi sul divano, e appena lei ubbidì, la penetrò da dietro, sempre profondamente e con colpi violenti, compiacendosi dell'intensità dei suoi gemiti, finchè raggiunsero entrambi l'orgasmo...


Va bene così, Nagajko? :D

La mi chiami Scion, Contessa. :B):
 
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Sidney Bristow
view post Posted on 5/5/2007, 08:08     +1   -1




CITAZIONE
La mi chiami Scion, Contessa. :B):

come desiderate, Signore. Ma datemi del "voi", non siate sfacciato. Noi nobildonne teniamo molto a preservare le apparenze. :D
 
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Sidney Bristow
view post Posted on 5/5/2007, 11:07     +1   -1




Vicini di casa


Giada si era da poco appoggiata sul letto, che venne svegliata da un discreto bussare alla porta. Si sollevò lentamente sulla schiena, stropicciandosi gli occhi e riavviandosi alla meno peggio i capelli sconpigliati, sospirò, si alzò dal letto e andò ad aprire, non prima di aver guardato attraverso lo spioncino e aver tolto la catena. Si ritrovò a fissare gli occhi vivaci e gentili di un ragazzo, che con due bottiglie di birra e un paio di pizze in mano, le sorrideva, dicendo: - Salve... Scusa il disturbo. Mi chiamo Alessandro e sto al piano di sotto. Mi chiedevo se ti andasse di cenare con me. Così... giusto per stabilire buoni rapporti di vicinato. - concluse sempre sorridendo.
Giada lo fissò con espressione spenta, quasi infastidita rispose: - Grazie, ma non ho fame e vorrei continuare a dormire. Ciao. - e senza nemmeno dargli il tempo di aggiungere una parola, gli chiuse la porta in faccia. Il sorriso gli morì sul volto, Alessandro mormorò: - Ok, come non detto. - girò sui tacchi e fece per andarsene. Dall'altra parte della porta, Giada si sentì in colpa per il modo brusco in cui lo aveva trattato; si disse che quello non era il modo giusto per riprendere le redini della sua vita disastrata, e che quel ragazzo non aveva nessuna colpa se lei aveva incontrato solo uomini "sbagliati", l'ultimo poi non era che l'ennesimo di una lunga serie. Ritornò sui suoi passi, riaprì la porta e lo chiamò: - Ehi! Aspetta! - l'altro si voltò poco prima di scendere i gradini e si riavvicinò.
- Ehm... ti chiedo scusa, sono stata davvero scortese prima... E' che quando mi sveglio sono sempre di cattivo umore e... ci sei andato di mezzo tu. Entra pure, mi farà piacere cenare con te. Scusami ancora! - il ragazzo le sorrise di nuovo, chiedendole a sua volta perdono per averla svegliata, poi entrò.
Giada, lievemente imbarazzata per il disordine, si scusò col suo ospite, che si mostrò comprensivo, aggiungendo che essendosi appena trasferita, era giustificata, mentre il suo appartamento si trovava perennemente immerso nel caos. Col passare dei minuti, Giada non si pentì di aver cambiato idea, Alessandro era un tipo simpatico, gioviale, solare, proprio il genere di persone di cui aveva bisogno in quel momento; passarono il tempo a mangiare e a chiacchierare come vecchi amici, senza che lui provasse a domandarle qualcosa del suo passato, e di questo gli fu grata. Poco dopo la mezzanotte si salutarono, Giada era decisamente di buon umore, forse la sua vita stava prendendo la piega giusta, si disse.
Mentre si preparava per andare a dormire, sentì di nuovo bussare. Certa che si trattasse di Alessandro, aprì imprudentemente la porta e... incontrò gli occhi gelidi di qualcuno che non avrebbe creduto di rivedere così presto. Tentò di richiudere la porta, ma l'uomo mise un piede in mezzo e con uno strattone che la fece indietreggiare di un metro, entrò.
- Credevi davvero di poterti liberare di me così facilmente?! - tuonò con la solita voce impastata dall'alcool di cui emanava anche un acre odore. Giada gli intimò di andarsene, ma l'altro non ne aveva la minima intenzione; l'afferrò per i polsi cercando di trascinarla via, ma lei gli sferrò un calcio negli stinchi. Preso dalla rabbia lui la schiaffeggiò violentemente, facendola finire sul letto: - Adesso ti faccio vedere io! - e prima che lei provasse ad urlare, tirò fuori un fazzoletto e la imbavagliò, mentre la teneva ferma sul letto con tutto il suo peso. Giada provò disperatamente a reagire e nella colluttazione fece cadere la lampada che stava sul comodino, la quale si infranse sul pavimento producendo un gran fracasso.
Alessandro, sdraiato sul suo letto e intento a leggere un libro, trasalì. Scattò in piedi e si precipitò al piano di sopra. - Giada? Va tutto bene? - chiese da dietro la porta.
- Rispondigli. Di' che va tutto bene. Guai a te se aggiungi altro! - le ordinò, togliendole il bavaglio. Giada però urlò e chiese aiuto. Alessandro spondò la porta con un paio di spallate, e quello che vide non poteva essere equivocato. L'uomo stava sopra a Giada, che aveva i vestiti lacerati e lo sguardo terrorizzato. Senza indugiare oltre, Alessandro si lanciò contro l'uomo, staccandolo da lei e riempendolo di pugni, prima che l'altro avesse modo di muovere un solo dito, si ritrovò per terra, con le mani del giovane strette attorno alla gola. - Vattene! Se provi ancora ad avvicinarti a lei ti ammazzo! - ringhiò a denti stretti, e dallo sguardo assassino che gli piantò addosso, l'altro non ebbe il minimo dubbio che dicesse sul serio. Alessandro lo sollevò di peso, tenendolo per le spalle, come se pesasse quanto una piuma e lo spinse al di là della porta. Quello se ne andò, ma prima promise a Giada: - Non finisce qui tra noi! Ricordatelo! - poi si allontanò reggendosi a stento sulle proprie gambe.
Giada esplose in un pianto liberatorio, Alessandro afferrò una giacca poggiata sul bordo del letto e gliela mise per coprirla, poi la strinse tra le braccia, cullandola come una bambina. Si offrì di rimanere accanto a lei fin quando non si fosse addormentata, e ci volle parecchio tempo, Giada era ancora agitata e tremava. Gli raccontò tutto. Di come aveva conosciuto quell'uomo, che inzialmente si era mostrato dolce e sensibile con lei. In poco tempo, decisero di vivere insieme, ma ben presto le cose andarono male. Lui si ubriacava quasi ogni sera e quando rientrava la picchiava, abusandone perfino. Tante volte aveva pensato di lasciarlo, ma un giorno si accorse di essere incinta; si era illusa che questo potesse migliorare le cose tra loro, sbagliava. Quando lui, tornando a casa dall'ennesima sbronza, la picchiò selvaggiamente facendola rotolare giù per le scale e procurandole un aborto, Giada decise che la misura era colma. Così una mattina, approfittando del fatto che lui dormisse profondamente, raccolse la sua roba, riempì un paio di valigie e se ne andò, lasciando un biglietto sul comodino con su scritta una sola parola: ADDIO.
Alessandro la ascoltò in silenzio cercando di confortarla come meglio poteva, finchè si addormentò.
La mattina dopo, riaprendo gli occhi, Giada ebbe qualche difficoltà nel riconoscere il luogo in cui si trovava, ma il leggero bruciore alla guancia, le riportò tutto alla mente. Si sollevò a metà del letto, abbassò lo sguardo e notò Alessandro che dormiva sul pavimento. Sorrise lievemente, indecisa se svegliarlo o meno, poi si limitò a coprirlo con una coperta e si avviò a preparare la colazione per entrambi. Da allora i due giovani divennero praticamente inseparabili, ma per lungo tempo rimasero soltanto amici, considerando ciò che aveva passato, lui non voleva metterle fretta, e per questo Giada sentiva di volergli ancora più bene.
Una sera d'estate, Ale la invitò a cena, la portò in un ristorante elegante, dando fondo a tutte le sue risorse, già limitate. Per l'occasione, Giada sfoggiò un vestito rosso-india scollato, che ne risaltava le forme perfette, rendendola ancora più seducente del solito, si pettinò i capelli lunghi e morbidi come onde, ma senza legarli, applicando semplicemente un fermaglio scintillante accanto l'orecchio destro. Si ammirò soddisfatta allo specchio, e anche Alessandro le fece i complimenti. Passarono una serata divertente, il ristorante si trovava a poca distanza da casa, quindi lo raggiunsero a piedi, ma al ritorno si scatenò uno di quegli improvvisi acquazzoni estivi, che li costrinse a rientrare di corsa, zuppi fino alle ossa e con i piedi infangati. Alessandro le spiegò che non poteva entrare in casa sua, poichè l'amico con cui divideva l'appartamento era in compagnia della fidanzata e gli aveva intimato di non disturbarli. Allora Giada gli disse: - Non importa. Vieni da me... - dal tono con cui pronunciò quelle parole, Ale intuì un tacito invito a ben altro, ma avrebbe comunque atteso che fosse lei a fare la prima mossa.
Appena entrati, Giada annunciò di voler fare una doccia, lui di rimando si prenotò per farla subito dopo, ma lei lo sorprese con un 'No'... Ale la fissò senza capire, e quando lei gli propose di farla insieme, le disse: - Sei sicura? - Giada annuì avvicinando le labbra alle sue e baciandolo dolcemente. Dopodichè si liberarono rapidamente dei vestiti e si infilarono insieme nella doccia. Avvinghiati l'uno all'altra si baciarono appassionatamente, mentre l'acqua scorreva sulla loro pelle nuda, le mani di lui le accarezzavano i seni, il ventre, i fianchi, l'interno delle cosce, mentre l'eccitazione cresceva a dismisura. Presero ad insaponarsi a vicenda, con movimenti lenti a procurare sempre maggior piacere. Lui era dolce e passionale al tempo stesso, lei completamente in balìa dei sensi e vogliosa di un contatto più intimo, più profondo; sollevò le gambe e gli circondò i fianchi, mentre lui la sorreggeva con le braccia, schiacciandola contro la parete della cabina, e quando la penetrò a lei sfuggì un grido e continuò a gemere sempre più forte, man mano che lui affondava con colpi decisi e rapidi, quasi volesse penetrarle in fondo all'anima.
Uscirono dalla doccia, si asciugarono alla meno peggio, continuando a gocciolare copiosamente sul pavimento, lasciando tracce fino al letto, su cui si gettarono pesantemente. Lei si spostò sopra di lui, lo baciò sulle labbra, sul collo, sul torace, mentre con una mano gli accarezzava il pene, i testicoli, spargendo gocce d'acqua dai capelli fradici sul petto di lui, sulle cosce... Poi gli prese l'uccello in bocca, spingendo verso il basso e risalendo rapidamente, compiacendosi dei gemiti che lo scuotevano. Ale tornò a penetrarla, schiacciandola con il suo peso, senza smettere un secondo di baciarle il viso, le orecchie, le labbra, mescolando forza bruta a tenerezza.
Rimasero così... a formare un tutt'uno... per diverso tempo, finchè non vennero entrambi, e lei avvertì il calore del suo seme inondarla e rimpirla tutta. Alessandro la baciò ancora a lungo, sussurrandole parole d'amore, finchè scivolò nel sonno... Giada rimase a guardarlo, accarezzandogli i capelli castani e lisci, sospirando e sorridendo. Finalmente era il momento di gioire per lei, il suo ex non poteva più farle del male, aveva saputo da poco che era stato arrestato durante una rissa in un bar malfamato... e dal canto suo, era certa di aver incontrato l'uomo giusto, proprio quando aveva perso le speranze nel futuro, la vita le stava regalando la meritata felicità.
 
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nonci
view post Posted on 8/5/2007, 17:07     +1   -1




CITAZIONE (Sidney Bristow @ 4/5/2007, 09:19)
CITAZIONE (nonci @ 3/5/2007, 15:01)
Il mio consente di contare al massimo fino a due! :D :D

Mi colpisce un poco la "maschietà" di suddetto racconto.

Ma il mondo è bello perchè è vario. :B):

In che senso 'la maschietà'? Nello stile o cos'altro? Potresti spiegarti meglio?

Mi riferivo alle sensazioni da me provate leggendolo. E quindo forse riconducibili sia allo stile che alla struttura.

Non che io sia un grande esperto di scritti erotici, ma i tuoi mi sembrano molto "oggettivi".

Nei miei ricordi Anais Nin o Emanuelle sottolineavano un po piu' le sensazioni (in aggiunta alle posizioni).

Ti faccio un'esempio (e perdona la rozzezza dello stile) io posso immaginare di descrivere la stessa immagine in modo che mi sembra piu maschile:

"Quando quel glande rovente arrivo' alle labbra della sua vagina, lei cerco' di facilitarne l'ingresso dentro di se con lenti movimenti di contrazione e rilassamento del grembo."

Oppure in modo che mi sembra piu femminile

"Finalmente senti' il contatto del glande sulle labbra della sua vagina. Sembrava rovente. E quanto le venne facile accoglierlo dentro di se, con lente ritimiche contrazioni del suo grembo umido."

A me eccita di piu' il modo che io considero piu "femminile"......

....ma sono solo mie soggettivissime sensazioni ed io non sono nè bravo a scrivere nè un critico letterario.....

:rolleyes: ...


Edited by nonci - 8/5/2007, 20:14
 
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Nagajko
view post Posted on 8/5/2007, 19:02     +1   -1




CITAZIONE (nonci @ 8/5/2007, 18:07)
Anais Nin

:wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
 
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Sidney Bristow
view post Posted on 10/5/2007, 16:10     +1   -1




CITAZIONE (nonci @ 8/5/2007, 18:07)
CITAZIONE (Sidney Bristow @ 4/5/2007, 09:19)
In che senso 'la maschietà'? Nello stile o cos'altro? Potresti spiegarti meglio?

Mi riferivo alle sensazioni da me provate leggendolo. E quindo forse riconducibili sia allo stile che alla struttura.

Non che io sia un grande esperto di scritti erotici, ma i tuoi mi sembrano molto "oggettivi".

Nei miei ricordi Anais Nin o Emanuelle sottolineavano un po piu' le sensazioni (in aggiunta alle posizioni).

Ti faccio un'esempio (e perdona la rozzezza dello stile) io posso immaginare di descrivere la stessa immagine in modo che mi sembra piu maschile:

"Quando quel glande rovente arrivo' alle labbra della sua vagina, lei cerco' di facilitarne l'ingresso dentro di se con lenti movimenti di contrazione e rilassamento del grembo."

Oppure in modo che mi sembra piu femminile

"Finalmente senti' il contatto del glande sulle labbra della sua vagina. Sembrava rovente. E quanto le venne facile accoglierlo dentro di se, con lente ritimiche contrazioni del suo grembo umido."

A me eccita di piu' il modo che io considero piu "femminile"......

....ma sono solo mie soggettivissime sensazioni ed io non sono nè bravo a scrivere nè un critico letterario.....

:rolleyes: ...

Sì, nonci, ora ho capito cosa intendi. Ma come hai scritto anche tu sono sensazioni soggettive. Fermo restando che ognuno possiede un suo stile, a qualcuno potrà sembrare femminile ad altri no. Sono dettagli. E non credo che sia lo stile ad eccitare o meno, piuttosto è l'immaginare la situazione descritta. :)
 
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nonci
view post Posted on 10/5/2007, 16:42     +1   -1




CITAZIONE (Sidney Bristow @ 10/5/2007, 17:10)
E non credo che sia lo stile ad eccitare o meno, piuttosto è l'immaginare la situazione descritta. :)

Alla mia età lo stile è tutto! :B):

nonci@

(Ci ho messo il copyrigth perchè questo mi sembra davvero un bellissimo aforisma..... a volte scrivo cose carine che non noto neanche :rolleyes: ...ma questa volta l'ho notato...prego archiviare a futura ed imperitura memoria :wub: )
 
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Sidney Bristow
view post Posted on 10/5/2007, 16:50     +1   -1




CITAZIONE (nonci @ 10/5/2007, 17:42)
CITAZIONE (Sidney Bristow @ 10/5/2007, 17:10)
E non credo che sia lo stile ad eccitare o meno, piuttosto è l'immaginare la situazione descritta. :)

Alla mia età lo stile è tutto! :B):

nonci@


Allora quando arriverò alla tua età ti saprò dire. Al momento faccio affidamento sulla mia fantasia; lo stile è quello che è, se di stile si può parlare.
 
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nonci
view post Posted on 10/5/2007, 17:25     +1   -1




fai con calma...... :B):
 
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28 replies since 3/5/2007, 11:04   11799 views
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