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Racconto erotico: "Schiava d'amore."

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Sidney Bristow
view post Posted on 28/4/2007, 08:22     +1   -1




Victor se ne stava a letto, completamente rilassato, fumava un sigaro, e di tanto in tanto poggiava lo sguardo sul corpo nudo di Diana, che giaceva accanto a lui addormentata. Istintivamente, allungò una mano per accarezzare i lunghi capelli scuri, sparsi a ventaglio sul cuscino... lei non si mosse nè si svegliò. Aveva un aspetto così mansueto... che contrastava decisamente con il carattere ribelle e irriguardoso di quella schiava, che tanto faticosamente era riuscito a domare.
Lei proveniva da una famiglia agiata caduta in disgrazia, il padre aveva fatto degli investimenti azzardati, finendo sul lastrico, poi si era ucciso, gettando nella disperazione la moglie. Così quest'ultima venne venduta al mercato degli schiavi assieme alla figlia ancora piccola; entrambe erano state acquistate dalla famiglia di Victor. Ma mentre la madre si era subito abituata alla sua condizione di schiava, per Diana era sempre stato diverso... aveva un carattere fiero e combattivo, parecchie volte era stata duramente punita per aver disubbidito agli ordini ricevuti, fin da quando era una ragazzina. Da piccoli Victor e Diana erano praticamente inseparabili, passavano tutto il tempo che potevano insieme, e naturalmente ciò non faceva piacere alla padrona, madre del ragazzo, che non perdeva occasione per scaricare la sua ira sulla ragazzina, e questo significava anche farle subire pesanti umilizioni e dure punizioni corporali come le frustate. Finchè aveva potuto lui l'aveva difesa, ma poi fu costretto a partire per completare gli studi all'estero.
Al suo ritorno ritrovò una Diana completamente diversa da quella che ricordava, da ragazzina acerba, magra e lacera, si era trasformata in una vera bellezza: non era molto alta, ma aveva un corpo ben formato, dei seni alti e pieni, fianchi arrotondati, due occhi grandi e scuri che luccicavano come stelle, capelli lunghi e lisci, perennemente sciolti... aveva un aspetto che si poteva definire "selvaggio", ma proprio per questo estremamente affascinante e sensuale. Da quel momento, Victor decise di farne la sua schiava personale, ma non era del tutto preparato a scontrarsi con il temperamento di fuoco della ragazza, che in quegli anni si era notevolmente indurita, a causa delle angherie che aveva dovuto sopportare. Quando le impartiva un ordine lei lo eseguiva, ma sempre bruscamente, senza alcuna delicatezza, con la stesso atteggiamento infastidito di chi è costretto a fare qualcosa che non vuole e che non gli piace; inoltre non abbassava mai lo sguardo come si conveniva agli schiavi, ma fissava il suo padrone dritto negli occhi, con orgoglio, con rabbia persino. Molti altri al suo posto, si sarebbero indispettiti di fronte alla sfrontatezza di una schiava, ma per Victor tutto ciò rappresentava una sfida, un gioco divertente da cui intendeva uscire vincitore. In diverse occasioni Diana lo aveva fatto arrabbiare al punto di vendicarsi duramente, ma lui non intendeva farle del male, voleva dominarla non distruggerla, voleva convincerla a donarsi a lui spontaneamente; così per punirla, si limitava a metterla a pancia in giù sulle sue gambe, le sollevava la gonna e la sculacciava con forza, come fosse stata una bimba piccola e dispettosa. La prima volta in cui avevano fatto l'amore aveva faticato parecchio a convincerla, ma col passare del tempo lei gli si era concessa con estremo piacere e senza fare troppe storie; ma ci era voluto del tempo prima che lei imparasse a comportarsi bene. Come quel giorno... Victor le aveva chiesto di prepararle la vasca e di aiutarlo a fare il bagno, lei aveva ubbidito senza discutere, e nel suo sguardo non c'era più orgoglio, nè rabbia, bensì qualcosa che nessuno, conoscendola, avrebbe mai pensato di scorgere: la sottomissione.
Mentre lavava la schiena del suo padrone, Diana non poteva fare a meno di ammirarne la bellezza, il fascino che emanava il suo essere "maschio", e doveva faticare per tenere a freno il desiderio che aveva di lui, perchè sapeva perfettamente che doveva essere il suo padrone a fare il primo passo.
Nel cospargere di schiuma quelle spalle muscolose, la giovane pensava a quante cose erano cambiate in lei da quando Victor era tornato a casa... quando aveva capito che lui voleva farne la sua amante, aveva giurato a se stessa che si sarebbe tolta la vita piuttosto che cedergli... E invece, la prima volta che lui l'aveva accarezzata, baciata, il suo corpo aveva reagito in un modo che non si aspettava, ribellandosi agli ordini della sua mente, aveva iniziato a vibrare di piacere, costringendola ad abbandonarsi totalmente a quell'uomo, come se non avesse desiderato altro in tutta la sua vita. Quante volte aveva creduto di odiarlo? E quante volte aveva progettato di scappare via, di riprendersi con la forza la sua libertà? Ne aveva perso il conto... Finchè un giorno aveva realizzato che solo tra le braccia del suo padrone si sentiva veramente "libera", e che essere una schiava, la "sua" schiava, di colpo non le pesava più, anzi la rendeva felice.
Mentre nella sua mente si agitavano tali pensieri, osservava il suo padrone alzarsi dalla vasca e uscirne, con lo sguardo lo scrutò da capo a piedi, arrossendo violentemente, neanche fosse la prima volta che lo vedeva nudo. Lui la fissò intensamente, piegando le labbra in un sorriso beffardo, era divertito, quasi avesse indovinato cosa si agitasse nella mente di Diana, ma nei suoi occhi neri c'era anche dell'altro... Forse desiderio? Lei lo sperava ardentemente. Corse a prendere un asciugamano di cotone bianco e glielo avvolse intorno alla vita, poi gliene consegnò un altro da usare per asciugarsi il viso e i capelli ricci e scuri che gocciolavano copiosamente sulle sue spalle. Senza dire un parola nè degnarla di uno sguardo, Victor andò a sedersi su una seggiola poco distante, non prima di essersi slacciato l'asciugamano dalla vita e averlo gettato ai piedi di lei, facendole cenno di avvicinarsi... Diana lo raccolse prontamente e si inginocchiò davanti a lui, che nel frattempo si era quasi sdraiato, allungando le gambe, e prese ad asciugargli meticolosamente i piedi. Lui la osservava compiaciuto, finchè le disse che poteva bastare, ordinandole di rimanere in quella posizione e dedicarsi ad "altro". Diana comprese immediatamente cosa le stesse chiedendo, abbassò il capo e iniziò a baciargli i piedi, prima uno e poi l'altro, usando anche la lingua e succhiandogli le dita, e mentre risaliva lungo i polpacci e le cosce scorgeva il suo pene gonfiarsi fino a raggiungere l'erezione. Lo fissò con espressione vogliosa, allungò una mano per afferrarlo delicatamente, muovendola su e giù, mentre con l'altra gli accarezzava i testicoli gonfi... a lui sfuggì un gemito che quasi lo scosse quando sentì le labbra di lei appoggiarsi sul glande, indugiando a lungo, disegnandone i tratti con la lingua, per poi affondare giù... fin dove poteva arrivare. Allora Victor si alzò dalla seggiola, lei rimase accovacciata sul pavimento, e lasciò che lui le penetrasse la bocca più volte, con colpi rapidi ed energici, aggrappandosi con le mani alle sue cosce per non cadere. Poi l'aiutò a rimettersi in piedi, le tolse rapidamente il vestito da sopra la testa, la privò della biancheria intima, denudandola completamente, quindi l'afferrò di slancio per la vita, la trascinò di forza, obbligandola a poggiarsi contro una parete, tenendole le braccia sollevate e saldamente inchiodate al muro dalla stretta delle sue mani attorno i polsi di lei. Schiacciandola contro la parete con il suo corpo, avvicinò il viso al suo, la fissò intensamente negli occhi, spostando di seguito lo sguardo sulle labbra semi-aperte e invitanti della sua schiava. La baciò con ardore, e lei rispose con la medesima intensità al suo richiamo; le mani di Victor scivolarono lungo la pelle vellutata di lei, sui seni, stuzzicando i capezzoli e tirandoli con forza, sul ventre, sui glutei, tra le cosce... a sentire quanto era già bagnata e pronta ad accoglierlo. Scossa dalla violenta eccitazione, lei sollevò una gamba e la poggiò attorno al fianco di lui, con le mani piantate sulla sua schiena lo spingeva verso di sè, in modo che il glande puntasse contro il clitoride, invitandolo dunque a prenderla. Victor però, con voce roca e spezzata dal desiderio, le disse: - Non qui! - e continuando a baciarla avidamente, come un affamato che addenta un tozzo di pane dopo mesi di digiuno, la guidò fuori dal bagno, verso la camera da letto adiacente. La spinse sul letto e subito la sovrastò col suo peso, senza indugiare oltre la penetrò con un colpo deciso, violento, profondo, che fece urlare entrambi piacere. Lei gli piantò le dita sulla schiena, circondandogli i fianchi con le cosce, mentre lui la penetrava velocemente ed energicamente, quasi volesse invaderla totalmente, fino a toccarle l'anima... Cambiarono posizione, lei si mise carponi, con il sedere sollevato e rivolto verso di lui, che da tergo la prese nuovamente, mentre con un dito le accarezzava l'altro buco, fino a penetrarlo lentamente... poi fece lo stesso con il pene, mentre lei si accarezzava la fica e raggiungeva l'orgasmo... e quando arrivò anche il momento di lui, Diana si girò e si mise in ginocchio sul letto, con la bocca aperta ad attendere gli schizzi, che arrivarono puntuali, intensi, a riempirla... finendo anche sul viso e sul seno... Lei lo guardò con espressione piena di gratitudine e con un sorriso, allora Victor si sdraiò, invitandola a fare lo stesso, e la strinse forte a sè, baciandola dolcemente sul volto e sulle labbra. Diana si era addormentata in pochi minuti, mentre Victor rimase a guardarla, sospirando... sorridendo al pensiero di come ciò che era cominciato come un gioco, si era poi trasformando in qualcosa di assai più profondo e travolgente... Che fosse... amore?
 
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