| In casa Marcolfa con Bertoldo, tre figli, due nuore, un genero e sei nipoti, dall'inizio 2020 nessuna influenza, ma su quattordici una buona metà covidati, tutti leggermente. Marcolfa, vergine d'iniezione, covidata senza tosse, senza febbre, solo un mal di capo persistente durante due giorni. Nessun strascico, si porta a meraviglia.
Le due nuore, doppiamente insierate e covidate, cento malanni leggeri, ma non sono affidabili. Mi sa che si vantano lagnando...
Il genero, furbo, falso documento: 300 Euri. Niente covid.
La figlia quarant'anni e passa e il cadetto mezzo secolo l'anno prossimo: test e frullatine a iosa, niente caccino e solo il maschio covidato con un po' di febbre e cefalee. Tre giorni a stare al caldo in casa.
Il primogenito cinquant'anni e passa, il più dinamico, ha creato, con successo, la sua impresa nel 2019. Subito vaccinato, e subito covidato, due volte. Cefalee e sintomi vari persistenti. Speriamo e incrociamo le dita.
I due nipotini ancora alle elementari, niente vaccini niente influenze solo problemi sulla pelle delle guance dovuti alla museruola.
La "nipotina" più grande, 20 anni, vaccinata una volta per vacanze all'estero. RAS.
Suo fratello 17 anni vaccinato con convinzione, covidato due volte. Impossibile sapere su possibili effetti secondari...
La diciottenne con sua sorella sedicenne, solo test pcr per continuare a fare sport, per la squadra, per il club. Una leggermente covidata come sua nonna Marcolfa, l'altra no.
Io Bertoldo con la testa la più dura del mondo, con una ipertensione più che trentennale, diverse patologie abbastanza severe che in questi ultimi due anni mi son piovute sulla carcassa, avanzato in età(79 anni), complottista inveterato e fiero di esserlo, solo due test pcr per potere entrare in ospedale, covid nel gennaio 2022. Durante una settimana niente febbre sopra 37,9. Niente tosse. Cefalee persistenti durante tre mesi. Piccolo giro in clinica per accertamenti sui polmoni, un po di antibiotici e tutto va bene. Dopo tre mesi di dolori muscolari alle spalle sulle bracia, bacino, cosce ospedalizzazione. Tre giorni di analisi e tre notti a rigirarmi sul letto senza dormire poi la diagnosi: poliartrite ma non sanno ancora quale aggettivo appioppargli perché ce ne sono una fraccata. Il quarto giorno la terapia: cortisone da 20 mg al giorno a diminuire progressivamente fino a 10 mg durante tre mesi e una volta alla settimana 10 mg di methotrexate con due giorni dopo 10 mg di acido folique il suo antagonista (al methotrexate) e una fiala di vitamina D. La cortisone mi ha gonfiato ma mi ha messo in piedi e ridato l'energia e l'autonomia. Spariti i dolori e le notti d'insonnia. Le altre medicine fanno paura, è vero, ma sono a piccole dosi e spero che faranno effetto.
Al professore in capo: - C'entra il covid? - Forse che si forse che no. Impossibile accertarlo. - E una patologia irreversibile, professore? - Dipende l'aggettivo che gli daremo. Se ne andò con una paccatina sulla spalla e con un sorrisetto appena visibile.Tre giorni dopo ero a casa.
Covid o non covid me ne frego. Il bicchiere, per partito preso, per me è e sarà sempre mezzo pieno finché respiro e mi alimento...Qualcosa, pero, mi fece riflettere.L'indomani ritornai nella stanza dove ero stato ricoverato perchè avevo promesso al mio vicino di letto, un signore ancora più anziano di me, 93 anni, arzillo ma un po sordo, diversi semi. Al mio posto era subentrato un giovane sulla cinquantina. Sicuramente il vecchietto gli avrà detto di me e della mia patologia perché mi disse: - Ma lei ha fatto il vaccino? - No, no ma ho avuto il covid - Io sono stato obbligato a farmelo per forza, per non perdere il posto, e adesso ho male in tutti i muscoli.
Stesse patologie (forse, non so ancora del mio aggettivo ne del suo) stesso ospedale. Stesse cause?
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