Sentimento di esclusione, quando, come e perchè?

E' vero, però i periodi negativi di solito non determinano anche insicurezza e sentimento di esclusione.
Le disgrazie, purtroppo, accadono o comunque possono accadere a tutti (anche se ad alcuni ne accadono di più e ad altri di meno), mentre sentirsi costantemente esclusi è qualcosa di diverso: è comprensibile da ragazzini, se per qualche motivo si è vissuto questo tipo di esperienza, ma da adulti bisognerebbe proprio averlo superato, già solo per il fatto che in tanti anni di esistenza è inevitabile che uno riceva conferme (piccole o grandi, non importa) del proprio valore; se poi queste conferme non bastano perchè si vorrebbe valere più di quel che si vale, allora il problema lo si ha con se stessi, non con gli altri, che a un certo punto sono costretti a escluderti semplicemente perchè tu ti rendi insopportabile (tu impersonale, eh... non ce l'ho certo con Lara ) e di certo non perchè pretenderebbero che tu valessi di più.

ellamadonna ! guardarsi dentro addirittura! bisogna solo trovare il lato positivo di certe'esclusioni'... a volte si chiude n'a port e s'arap nu' purtun'

Il problema sorge proprio quando non si accetta la chiusura di una porta, e se ne vuole incolpare gli altri, non riuscendo a comprendere/ammettere che se è stata chiusa, forse un minimo di responsabilità sta anche e soprattutto dall'altra parte.

Eh, 'u sacciu: il problema è che certuni, quando si rap'u purtuni, pensano sempre a' porta ca si chiudìu prima, e tanto fanno e tanto dicono che alla fine pur'u purtuni ci sbatti 'nt'a facci. E si sa che 'n purtuni sbattutu 'nt'a facci, fa molto più male di 'na purticedda.
Però, se si insiste, qualche purticidduzza per i servi, la si trova sempre aperta: certo, non è 'n purtuni, ma almeno quando sbatte 'nt'a facci, struppia di meno.

Se serve traduzione, è gratis.

Oh, basta con questa 'paranoia'... che poi i paranoici ci si riconoscono e ne vogliono conto e ragione!

No, no, è siculo alternato a italiano, giusto per renderlo meno incomprensibile.
Però posso tradurre in catanese puro (con relativa assimilazione della "r" alla consonante che segue):


Ah, 'u sacciu: 'u fattu è ca cittuni, quannu si rap'u puttuni, penzuno sempr'a' potta ca si chiudìu prima, e tantu fanu e tantu diciunu c'a fini pur'u puttuni ci sbatti 'nt'a facci. E si sapi ca 'n puttuni sbattutu 'nt'a facci, fa cchiù mal'assai di 'na putticedda.
Ma si s'anzisti, quacchi putticidduzza p'i servi, s'attrova sempr'apetta: cettu, non è 'n puttuni, ma ammenu quannu sbatti 'nt'a facci, struppìa cchiù picca.

Ehehehehe... il problema è che dovrei decidermi, prima o poi, a imparare come si fa!

Però non c'è problema: non lo sai che sono la telefonatrice del web?

ragazzi, non prendetemi come quella sentenziosa che con un bell'augh vuole chiudere il cerchio... fo un discorso generico e confesso che non ho letto tutti i post della discussione. Comunque, pensavo che forse, la mancanza di dignità e il non saper riconoscere che il mondo cammina da solo con tutta la sua complessità, dipendono da un'unica grande delusione ossia il non essere stati capaci o abbastanza fortunati da diventare un'esclusività a livello sentimentale per qualcun altro. Questo, mi è venuto in mente pensando a mia figlia e a quelli che saranno i suoi primi batticuore. In fondo il batticuore non è altro che il desiderio di trovare qualcuno per il quale diventare importante e che si desidera investire con tutta l'importanza possibile. Questo sentimento è il primo che ci rende autonomi, che ci proietta al di là dei legami famigliari e che ci aiuta a definire i nostri contorni sentimentali, appagando il desiderio di essere importanti al di là di noi stessi e al contempo rendendo giustizia alla nostra natura fondamentalmente egoistica E' probabile che una forte carenza in questo senso, specie se protratta negli anni, determini un sentimento di esclusione che reclamerà sempre la propria importanza, coinvolgendo anche coloro che non c'entrano nulla e nulla vogliono entrarci.

Uhm... non so se questo possa fare da comune denominatore, Sise: conosco persone che sono state e sono oggetto di amore esclusivo (ed eterno), senza che questo sia bastato a colmare un vuoto e una rabbia evidentemente generati da qualcos'altro.
Certo, si potrebbe azzardare l'ipotesi che tale sentimento provenga da qualcuno che loro non reputano in grado (o all'altezza) di fornire le conferme su se stessi di cui hanno bisogno, ma a quel punto bisognerebbe poi capire se effettivamente questa sensazione di inadeguatezza, di insufficienza, sia qualcosa di riferibile davvero solo alla persona in questione o se, invece, si tratti di qualcosa che scatterebbe con chiunque.
Perchè, sai, secondo me non è mica una frase fatta quello secondo la quale, se non ami te stesso, difficilmente potrai amare qualcun altro: non credo che la cosa giri al contrario, anche se è chiaro (su questo ti do assolutamente ragione) che l'amore per se stessi dipende moltissimo dall'amore che abbiamo ricevuto, soprattutto all'età in cui qualsiasi evento segna un'impronta enormemente più profonda di qualunque cosa possa accaderci da adulti (disgrazie a parte, ovviamente).

Edited by Rolleyes - 13/7/2011, 13:00

Ehehehe... la mia ovviamente era una battuta, Monna: se avessi detto sul serio, te l'avrei proposto in privato.

Comunque prima o poi imparerò a registrare i file sonori... e allora sarà la fine per tutti voi!

Be', Monna... scusami, ma se non è una battuta questa, cosa lo è?


Scherzavo sul fatto che, anche se non so postare file sonori, essendo io "la telefonatrice del web", la mia voce la conoscono in tanti e possono praticamente conoscerla tutti: tutto qua.
Capisco ancora che quella sull'etimologia della paranoia come "quasi noia" possa essere stata presa da Geipuk come una frase detta sul serio, ma quella sopra mi sembrava una battuta abbastanza evidente: non credo che uno chieda all'interno di un topic di sentirsi al telefono con qualcun altro, rischiando quindi un pubblico rifiuto... o, almeno, io non l'ho mai fatto.

Comunque ok, d'ora in poi starò attenta a scrivere solo cose razionalissime onde evitare malintesi.