| ...e ora salto via dalla goliardia perché, in questo sabato di solitudine, mi sono versato una vodka e mi sono riguardato Forrest Gump, così, a testa vuota. Aspetto sempre un momento, quando Jenny sta per buttarsi dal balcone, perché adoro il pezzo rock in sottofondo. Su Forrest Gump hanno gettato fiumi di inchiostro e non ne aggiungerò io, tranne che per un particolare (anzi due) che, chissà perché, mi era sempre sfuggito. Quando Forrest reincontra per l'ennesima volta Jenny, chiamato da lei, e scopre di avere un figlio. Jenny lo cerca per quello, per dirgli che è il padre, e per un'altra cosa che ha a che fare col topic, in qualche modo, e che riprenderò poi. Ecco, quando Forrest scopre di avere un figlio rimane scioccato, è un semplice e le emozioni "semplici" lo travolgono, però la cosa magistrale, decisa da Zemeckis (perché io ho letto il libro e lì non c'è) è la sua espressione. Dopo lo shock iniziale, lui dice a Jenny, che lo conforta, che quel bambino è la cosa più bella che avesse mai visto, dopodiche ha l'unica sua vera espressione facciale dell'intero film. Domanda a Jenny : "Ma...anche lui è...è..." , volendo intendere se anche il figlio fosse scemo come lui, insomma, ma Jenny capisce al volo e non lo fa finire, gli evita l'umiliazione, rispondendogli "è un bambino molto intelligente". Ma l'espressione che fa Forrest è di una sofferenza estrema, mentre fa la domanda, di una proccupazione, un angoscia terribili, che dopo aver avuto la conferma che il figlio non fosse un ritardato svaniscono all'istante per lasciarlo con la solita faccia più o meno rigida di sempre.
Quindi è questo il messaggio che vuole dare Zemeckis, per chi vuole intendere? Di Forrest Gump hanno fatto un mito, lo scemo genialoide, lui è simpatico, forse neanche infelice perchè in fondo non può arrivare a capire bene chi è egli stesso, cos'è l'infelicità, il rifiuto degli altri, l'essere diversi. Ma non è così. Forse Forrest non è in grado di difendersi, non è in grado di dirlo, ma dentro lo sente, eccome, quello che succede.
Potrei dilungarmi ma poi perderei definitivamente il tema principale, cioè le donne. Jenny infine chiede a Forrest se la sposerebbe, usa il conzionale ma, insomma, è una proposta, e Forrest ovviamente accetta. Lì si vede tutto l'istinto pratico e intelligente delle donne. Non lo fa per se stessa, e forse non lo fa neanche per Forrest, lo fa per il figlio. Per lui avrebbe fatto tutto, esattamente come la madre di Forrest per Forrest stesso. Ma, certo, lei sa scegliere, non è un'arida calcolatrice, e sa che, in mezzo a tutti i coglioni che ha incontrato nella vita, Forrest è puro, affidabile, e non affiderebbe mai, comunque, il proprio figlio a uno che non stimasse e amasse. E' un film, lo so, ma serve come spunto per riflettere, e Jenny, in quel momento della sua vita, mi ha ricordato diverse donne che ho conosciuto, a partire da mia madre, dalle mie sorelle, e quella loro capacità di tenere sempre un lato coi i piedi per terra, tessere i fili per tenere unite le cose, per andare avanti pur nella più tremenda disperazione e mancanza di prospettive, laddove ho visto uomini fatti e finiti crollare miseramente, anche per molto meno, oppure che, se stavano in piedi, era perchè dietro c'era sempre una donna che li teneva su, che gli dava tutta la loro forza e convinzione e, di nuovo l'intelligenza e la praticità, alle volte senza farglielo pesare, come se in realtà decidessero in parte anche loro.
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