La Zattera del Villaggio: forum arte scienza politica letteratura cultura piaceri  sport enogastronomia giochi

Riflessioni sulla morte, letteratura pittura... persino vignette

« Older   Newer »
  Share  
surfinia
view post Posted on 15/4/2008, 00:50     +1   -1




Morire ?... e chi lo sa qual'e' la vita !
Questa che s'apre luminosa e schietta
ai fascini, agli amori, alle speranze,
o quella che in rinuncie s'e' assopita ?...
E' la semplicita' timida e quieta
che si tramanda come ammonimento
come un segreto di virtu' segreta
perche' oguno raggiunga la sua meta,
o non piuttosto il vivo balenare
di sogni nuovi sovra sogni stanchi,
e la pace travolta e l'inesausta fede di avere per desiderare ?...
Ecco io non lo so...ma voi che siete all'altra sponda
sulla riva immensa ove fiorisce il fiore della vita
son certo lo saprete .


Questa e' una composizione pe voce e pianoforte di Giacomo Puccini che sto studiando ora e
che mi piace molto, soltanto trovo un ostacolo quasi insuperabile quando arrivo a " ma voi che siete all'altra sponda " che inevitabilmente canto " ma voi che siete dell'altra sponda " al che il pianista che mi accompagna si incazza perche pensa che alluda a lui...invece no, mi viene proprio naturale.


bacinibacinibacini


Surfinia
 
Top
Alexandros
view post Posted on 18/4/2008, 20:53     +1   -1





image

gringoire.wordpress.com/.../



Di ritorno dalla Terra Santa dove ha combattuto le Crociate, il cavaliere Antonius Block e il suo scudiero tornano a casa pieni di dubbi e domande sul loro destino. Lungo il percorso si imbattono in una compagnia d’attori in un paese flagellato dalla peste.
Insieme al “Posto delle fragole” è il film più rappresentativo della cinematografia di Ingmar Bergman. In esso si ritrovano tutti i temi cari al regista svedese: il viaggio, qui presente non solo in senso fisico e letterale ma anche metaforico, attraverso la chiave di volta dell’esistenzialismo e nell’incombenza costante della Morte, antropomorfizzata nella figura pallida e funerea di Bengt Ekerot che ha fatto epoca, come la celeberrima partita a scacchi. La sintesi e lo spirito del film sta nella scena finale: una danza lugubre ma mai macabra, scandita con ritmo solenne e imperturbabile su un pentagramma in cui si alternano, a fedele riproduzione della vita, note liete e comiche (il fabbro geloso e la morte “finta” dell’attore) e pagine di disperata cupezza (l’incontro con la condannata al rogo). L’esatto opposto di un romanzo di formazione, un viaggio verso l’ignoto che giunge a compimento nell’ultima mezz’ora che ha molto a che spartire con la perfezione.



 
Top
Krasin
view post Posted on 7/5/2008, 22:01     +1   -1




Personalmente mi riconosco in quello che ha scritto, anni fa, un grande biologo (di cui non ricordo più il nome) e cioè "che l'uomo deve avere in sè un gene dell'imbecillità, in quanto piuttosto che avere come suo primo imput/obiettivo il cercare costantemente di capire chi è, da dove viene, e dove andrà, è invece preda delle materialità più terrene: di ambizioni, di glorie, di ricchezza, etc.
E' però anche vero che questo gene dell'imbecillità sia stato il maggior regalo che l'uomo abbia avuto per la sua sopravvivenza e il suo sviluppo in questo pianeta, e in altri che verranno...".
 
Top
Krasin
view post Posted on 25/5/2008, 04:00     +1   -1




I cattolici democratici sono tutti comunisti. Il cancro della Chiesa.
Giuseppe Ciarrapico (uomo pio)
 
Top
63 replies since 12/3/2005, 11:50   1779 views
  Share