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L'altra meta'

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libera*
view post Posted on 28/2/2005, 21:17     +1   -1




BUONE NUOVE
il Corriere della sera venerdì, 4 febbraio, 2005

No alle mutilazioni genitali, vince il fronte delle donne

Sono 120 milioni le bambine e le donne africane menomate Bonino: «È la prima sconfessione pubblica di questa pratica»
Alla Conferenza di Gibuti i religiosi hanno tentato di far dichiarare legittima l' escissione parziale del clitoride ma le delegate si sono ribellate
Zecchinelli Cecilia

DAL NOSTRO INVIATO GIBUTI - È terminata con urla e fischi, poi con grida di vittoria e abbracci tra le delegate la Conferenza sull' eliminazione delle mutilazioni genitali femminili (Mgf, per gli addetti ai lavori), in corso per due giorni a Gibuti, l' ex colonia francese sul Mar Rosso. Un tentativo dei religiosi islamici partecipanti all' incontro di dichiarare «legittima l' escissione parziale del clitoride a condizione che ad eseguirla siano specialisti e chirurghi» è finito nel nulla dopo le fortissime proteste delle donne presenti al convegno. Una vera rivolta che ha spinto il ministro del Culto di Gibuti a dichiarare che «in nome di Dio misericordioso e clemente, quella frase viene cancellata dal documento finale». Organizzata dal governo locale e da No Peace Without Justice, l' Ong per i diritti umani fondata dall' europarlamentare Emma Bonino, all' interno della grande campagna lanciata nel 2003 al Cairo contro la «circoncisione femminile», la Conferenza aveva visto per due giorni una spaccatura profonda. Da un lato gli Ulema islamici: una quarantina di religiosi con copricapi ricamati e barbe intenti a scambiarsi erudite citazioni da Corano e Detti del Profeta in arabo classico, sul tema degli organi genitali femminili e sul fatto che la loro asportazione - simbolica, parziale, totale - sia proibita, legittima o perfino obbligatoria. Una discussione quasi surreale se non fosse che sono almeno 120 milioni le bambine e le donne africane colpite ancora oggi da Mgf, con diffusioni, in Paesi come Gibuti o la vicina Somalia, fino al 98% della popolazione femminile. Dall' altro lato donne di tutto il mondo, soprattutto africane. Attiviste dei diritti umani, responsabili di Ong, medici, ma anche ministre di governi, che hanno raccontato i primi successi della campagna e discusso le nuove sfide. Emma Bonino ha annunciato che «dopo otto Paesi, anche Gibuti ha ratificato il Protocollo di Maputo», coraggiosa carta dei diritti della donna africana lanciata nel 2003, che sancisce anche l' illegalità di ogni mutilazione e che entrerà in vigore quando i Paesi saranno 15. La ministra degli affari interni del Kenya, Linah Kilimo, ha spiegato come «la questione Mgf sia finalmente passata da una questione privata a un ambito di politica nazionale e regionale». Ma è stato nella stanza laterale, quella degli Ulema, che si è potuto capire come la battaglia sia ancora in corso. Accerchiati da donne allibite, gli Ulema si sono dilungati in dissertazioni anatomiche-religiose che per la prima volta nella storia hanno avuto un pubblico. Il numero due della potente università religiosa egiziana di Al Azhar, sheikh Ismail El Deftar, ha ammesso che «nel Corano non c' è indicazione di questa pratica». In sostanza, ha però concluso, se la mutilazione totale (clitoride, piccole e grandi labbra, ovvero la cosiddetta circoncisione faraonica diffusissima in Africa centro-orientale) «è proibita dall' Islam», quella parziale «è legittima anche se non obbligatoria, purché non abbia conseguenze per la salute». Stesso parere da un altro sheikh di Al Azhar, Mohammad Othman. E ben più pesanti sono stati gli interventi degli Ulema locali: l' imam gibutino Mohammad Amin ha perfino dichiarato, tra gli applausi, che «ogni tentativo di rendere illegittima la circoncisione parziale porterà noi religiosi a dichiararla obbligatoria». «È vergognoso, gli Ulema sanno benissimo che l' Islam, come ogni religione, non ha niente a che fare con questo orrore», ha detto Boge Gabre, epidemiologa etiope. «Molti di loro difendono le Mgf ma poi la evitano alle loro figlie, sanno quanto è orribile», ha dichiarato indignata Hawa Aden, attivista somala. «Non mi ha sorpreso questa levata di scudi - ha commentato Daniela Colombo, presidente della Ong per i diritti della donna Aidos, partner della conferenza -. Tutte le religioni sono contro la donna». Ed Emma Bonino, soddisfatta della conclusione della Conferenza, ha sottolineato: «Per esperienza so che quando un dibattito diventa pubblico è già quasi una mezza vittoria, si esce da una mielosa generalizzazione, si scoprono i giochi. Il problema, adesso, è fargli uscire sempre più allo scoperto. E andare avanti».

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gabriella*
view post Posted on 28/2/2005, 21:27     +1   -1




Molto interessante. Mi viene in mente quell'infibulazione "dolce", prefigurata dalla Regione Toscana, in accordo con un medico somalo (maschio) e con i consigli religiosi islamici in Italia (fatti di maschi). Se fosse passata, avrebbe ulteriormente sancito l'umiliazione delle bambine e avrebbe oggettivamente boicottato la lotta di queste donne che, fra mille difficoltà e pregiudizi, si battono per eliminare questa vergogna dell'umanità intera.

Edited by gabriella* - 28/2/2005, 21:28
 
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libera*
view post Posted on 28/2/2005, 21:34     +1   -1




L'Italia sarebbe stata piu' indietro degli 8 paesi africani che hanno firmato Il Protocollo di Maputo.Altro che mezzo per evitare l'infibulazione,sarebbe stata la legalizzazione in Italia di questa pratica barbara.
 
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gabriella*
view post Posted on 28/2/2005, 21:39     +1   -1




E' sempre la solita storia: per un malinteso senso di antirazzismo e di rispetto per la "cultura" altrui, si passa sopra ai diritti più elementari, come quello all'incolumità fisica e psichica. Se poi si tratta di donne o omosessuali, il problema manco se lo pongono. A me, invece, sembra un razzismo alla rovescia.
 
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Oldone
view post Posted on 28/2/2005, 21:47     +1   -1




Gabriella, non e' necessariamente cosi'...
A volte credo sia estremamente difficile decidere se e' meglio rifiutare ogni compromesso, e perseguire solo l'eliminazione di alcune odiose tradizioni, o cercare di ottenere qualche minimo vantaggio subito, per le persone che rischiano di soffrire ora, davanti a noi. Nella consapevolezza che, se decidessimo di essere intransigenti, magari riusciremmo ad eliminare il problema, ma non potremmo esserne sicuri, mentre sicuramente alcune persone continuerebbero a soffrire molto di piu', ora e non si sa per quanto tempo...
Situazioni del genere sono, a mio parere, senza una soluzione "oggettivamente" giusta... dipende dalla sensibilita' individuale, dalla propria storia e dall'ambiente in cui si vive....
ed in ogni caso sono situazioni tragiche...
 
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Camilla.
view post Posted on 28/2/2005, 21:48     +1   -1




sì è mostruoso
anche perchè in realtà la religione islamica non c'entra nulla
l'infibulazione nasce perchè alle donne venga impedito di godere dall'atto sessuale
è praticamente un puro atto di svilimento e umiliazione
 
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gabriella*
view post Posted on 28/2/2005, 21:50     +1   -1




CITAZIONE (Camilla. @ 28/2/2005, 21:48)
sì è mostruoso
anche perchè in realtà la religione islamica non c'entra nulla
l'infibulazione nasce perchè alle donne venga impedito di godere dall'atto sessuale
è praticamente un puro atto di svilimento e umiliazione

Proprio così
 
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gabriella*
view post Posted on 28/2/2005, 21:55     +1   -1




CITAZIONE (Oldone @ 28/2/2005, 21:47)
Gabriella, non e' necessariamente cosi'...
A volte credo sia estremamente difficile decidere se e' meglio rifiutare ogni compromesso, e perseguire solo l'eliminazione di alcune odiose tradizioni, o cercare di ottenere qualche minimo vantaggio subito, per le persone che rischiano di soffrire ora, davanti a noi. Nella consapevolezza che, se decidessimo di essere intransigenti, magari riusciremmo ad eliminare il problema, ma non potremmo esserne sicuri, mentre sicuramente alcune persone continuerebbero a soffrire molto di piu', ora e non si sa per quanto tempo...
Situazioni del genere sono, a mio parere, senza una soluzione "oggettivamente" giusta... dipende dalla sensibilita' individuale, dalla propria storia e dall'ambiente in cui si vive....
ed in ogni caso sono situazioni tragiche...

Non sono d'accordo. Prova a pensare che ti prendano da ragazzino, ti facciano un'operazione dolorosa che ti impedirà per tutta la vita di avere orgasmi (ma non di riprodurti, sia pure con parti dolorosissimi) e, inoltre, che ti facciano questo per instillarti in testa che tu sei una cosa sporca e pericolosa, che il tuo avere piacere durante l'atto sessuale è schifoso, che in definitiva è il tuo corpo, sei tu ad essere fatto male, nato schifoso. Tu sei un uomo, per te è difficile capire.
 
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libera*
view post Posted on 28/2/2005, 22:00     +1   -1




QUOTE (Camilla. @ 28/2/2005, 21:48)
sì è mostruoso
anche perchè in realtà la religione islamica non c'entra nulla
l'infibulazione nasce perchè alle donne venga impedito di godere dall'atto sessuale
è praticamente un puro atto di svilimento e umiliazione

Infatti non riguarda esclusivamente alcuni paesi islamici , e' estesa anche in paesi che non lo sono.Dici bene e' un atto di umiliazione,che segna profondamente le donne. Spesso ne causa la morte per infezioni,alcune di loro sono rimaste zoppe perche' e' stato reciso qualche nervo della gamba durante il taglio,per non dire che il parto diventa un dramma.

 
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Oldone
view post Posted on 28/2/2005, 22:03     +1   -1




Gabriella, sicuramente potrei sbagliarmi, ma ancora credo che tu non abbia capito bene quello che volevo dire.
Proprio perche' credo di essere in grado di "immedesimermi" in una situazione del genere, ne colgo il ribrezzo, la paura, il dolore che causa... ma sono anche consapevole che non e' solo dicendo di no, che queste tradizioni si elimininano dall'oggi al domani. Spesso quindi possono proporsi soluzioni parzialissime, che hanno l'unico scopo di ridurre il dolore, i pericoli, di questa pratica, sicuramente non incidendo sul nocciolo della pratica stessa... ma puoi sicuramente tacciare di "favoritismo" chi propone una cosa del genere? magari perche' vorrebbe evitare certi estremismi a persone che conosce, conscio della propria impotenza ad eliminare il problema?
Io, personalmente, non saprei rispondere.... e non credo sia perche' sono un maschio....
Invidio la vostra sicurezza, ma compiango chi dovra' soffrire nel frattempo...
 
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gabriella*
view post Posted on 28/2/2005, 22:14     +1   -1




CITAZIONE (Oldone @ 28/2/2005, 22:03)
Gabriella, sicuramente potrei sbagliarmi, ma ancora credo che tu non abbia capito bene quello che volevo dire.
Proprio perche' credo di essere in grado di "immedesimermi" in una situazione del genere, ne colgo il ribrezzo, la paura, il dolore che causa... ma sono anche consapevole che non e' solo dicendo di no, che queste tradizioni si elimininano dall'oggi al domani. Spesso quindi possono proporsi soluzioni parzialissime, che hanno l'unico scopo di ridurre il dolore, i pericoli, di questa pratica, sicuramente non incidendo sul nocciolo della pratica stessa... ma puoi sicuramente tacciare di "favoritismo" chi propone una cosa del genere? magari perche' vorrebbe evitare certi estremismi a persone che conosce, conscio della propria impotenza ad eliminare il problema?
Io, personalmente, non saprei rispondere.... e non credo sia perche' sono un maschio....
Invidio la vostra sicurezza, ma compiango chi dovra' soffrire nel frattempo...

Oldone, in tutti questi paesi ci sono donne che, con grandissima fatica, stanno facendo passare l'idea che l'infibulazione è una barbarie e che va rifiutata. Girano per questi poverissimi villaggi africani, parlano con gli ulema, con le donne, si sbattono e rischiano pure le rappresaglie degli integralisti. Oggettivamente, a mio parere, chi propone l'infibulazione "dolce" boicotta la loro lotta. Del resto, in Toscana questa cosa non è passata proprio perchè le stesse donne delle comunità somale, eriitree ecc hanno lamentato di non essere state interpellate e che hanno deciso tutto gli ulema (maschi).

ps: non mi piace Oldone, Carvalho era molto più bello
 
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libera*
view post Posted on 28/2/2005, 22:16     +1   -1




Oldone capisco il tuo punto di vista,anche io vorrei evitare il piu' possibile le sofferenze di queste povere donne,pero' credo che per sradicare questa pratica bisogna non accettarla in toto,perseguendo in termini di legge chiunque la voglia praticare,in qualsiasi forma.
Fra l'altro credo che la cosidetta "infibulazione dolce' non sarebbe stata accettata dai piu' integralisti e quindi non sarebbe servito a nulla legalizzarla.
 
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Carvalho
view post Posted on 28/2/2005, 22:28     +1   -1




va bene cosi'?
(ho perso la memoria storica, pero' )
 
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gabriella*
view post Posted on 28/2/2005, 22:32     +1   -1




CITAZIONE (Carvalho @ 28/2/2005, 22:28)
va bene cosi'?
(ho perso la memoria storica, pero' )

Bellissimo! Mettiti pure quell'avatar del fumetto, dai, che pure quello era bello!
 
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libera*
view post Posted on 1/3/2005, 14:43     +1   -1




01.03.2005

Donne, conferenza Onu: la crociata di Bush contro l'abortodi Roberto Rezzo

«L'aborto non rientra fra i diritti umani e le donne non hanno il diritto di abortire». Questo vogliono far mettere nero su bianco gli Stati Uniti. Questo è il contributo che la delegazione inviata dall'amministrazione Bush offre ai lavori della quinta Conferenza internazionale sui diritti delle donne apertasi lunedì al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. All'ordine del giorno vi è la revisione dei traguardi raggiunti -e di quelli falliti- a dieci anni dall'ultima Conferenza, quando furono indicati dodici temi cruciali, come diritto alla salute, all'istruzione, al lavoro, partecipazione delle donne nella vita pubblica.

Il titolo della Conferenza è «Pechino, dieci anni dopo», ma la polemica innescata dagli Stati Uniti promette di dominare il dibattito. «L'America ha gettato il guanto -replica Adrienne Germain, responsabile della International Women's Health Coalition, la principale associazione per la tutela della salute delle donne- Tutti qui inserirebbero volentieri un emendamento che gli sta a cuore nel documento finale. E mentre tutti lavorano a un consenso multilaterale, gli Stati Uniti pretendono di mettere paletti e di imporre la loro posizione unilateralmente. È un momento eccezionalmente sfavorevole per i diritti delle donne. Da una parte l´ascesa dell´estremismo islamico, dall'altra la presa di potere della destra religiosa a Washington».

Alla vigilia della Conferenza, quando è stata preparata una bozza di documento per riaffermare la piattaforma di Pechino, salutare i progressi raggiunti verso la parità di diritti tra i sessi, sottolineare che la sfida non è chiusa e che richiede l'impegno di tutti i governi, qualcuno ha cominciato a cavillare. La delegazione americana, rigorosamente selezionata tra fanatici religiosi e estremisti conservatori, ha fatto sapere che non intende sottoscrivere il documento, a meno che non si aggiunga un capoverso per precisare che «la piattaforma di Pechino non crea nuovi diritti umani e l'interruzione di gravidanza non è un diritto umano».

Questione assai pretestuosa, spiegano gli addetti ai lavori, perché la Conferenza di Pechino non si sognò mai di estendere la lista dei diritti umani. La questione del diritto all'aborto venne affrontata ufficialmente per la prima volta durante la Conferenza dell'Onu sulla popolazione nel 1994 al Cairo. I delegati approvarono un documento in cui si riconosceva che l'aborto era una questione che i governi dovevano affrontare come un problema di salute pubblica. L'anno successivo a Pechino la Conferenza sui diritti delle donne riafferma il principio che le donne «hanno diritto a decidere in modo libero e responsabile sulle questioni che riguardano la sessualità, libere da costrizioni, discriminazioni e violenza». Ai governi viene chiesto di rivedere le legislazioni che puniscono le donne che ricorrano all'interruzione di gravidanza.

Allora a opporsi a che la parola aborto fosse soltanto inserita nel documento furono solo il Vaticano e una manciata di Paesi cattolici e islamici. L'amministrazione Clinton stava dalla parte del mondo Occidentale e di centinaia di organizzazioni per i diritti delle donne. Dieci anni dopo, George W. Bush riconfermato alla Casa Bianca, gli Stati Uniti saltano dall'altra parte della barricata. Richard Grenell, portavoce della Missione Usa presso le Nazioni Unite, ha dichiarato all'agenzia Reuter: «Quello che intendiamo affermare non è una novità. Siamo assolutamente convinti che la piattaforma di Pechino non debba stabilire né garantire il diritto all'aborto. Questo è il messaggio dell'amministrazione degli Stati Uniti». L'offensiva all'autodeterminazione delle donne in materia di gravidanza non si ferma qui. La delegazione americana vuole evitare che i programmi di istruzione facciano finanche riferimento all'educazione sessuale.

Una mediazione è ritenuta ancora possibile da Rachel Majanja, consigliere del segretario generale Kofi Annan per le questioni dell'emancipazione femminile, che tuttavia non nasconde il fastidio per l'iniziativa americana.

Parlando all’apertura della Conferenza, il segretario generale dell’Onu Kofi Annan ha ha chiesto ai governi del mondo un'azione su sette fronti, da mettere in atto nel prossimo decennio. Il capo dell'Onu ha elencato queste priorità: migliorare il tasso di scolarizzazione delle ragazze, garantire l'accesso di tutte le donne alla salute in materia sessuale e riproduttiva, investire nelle infrastrutture per ridurre il tempo passato dalle donne a provvedere per le famiglie, garantire i loro diritti in materia di proprietà e eredità, eliminare le discriminazioni sul lavoro, accrescere la proporzione delle donne nei parlamenti locali e nazionali, combattere tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze. La Conferenza, che avrà la durata di due settimane, vede la partecipazione di oltre cento delegazioni governative, 80 rappresentanze di rango ministeriale, e circa 6mila attivisti provenienti da tutto il mondo.

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