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figli e madri

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LizaPop
view post Posted on 17/12/2007, 21:03     +1   -1




Di che materiale saranno fatte quelle donne che sanno pensare solo a se stesse e non
alla propria prole?
Quelle che si danno un monte di giustificazioni per dissimulare la loro distrazione
il loro egoismo, i loro occhi oscurati da altro.

Se le si bruciassero sul rogo, prenderebbero fuoco, o, avendo il cuore di acciaio,
non verrebbero nemmeno sfiorate dalle fiamme?

Io non le accetto e nemmeno le sopporto ed oramai, quando ne incrocio una, la ritaglio in mille
pezzettini che poi getto al vento della dimenticanza.
Perchè le donne non devono perdere mai il senso della maternità.

 
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view post Posted on 17/12/2007, 21:16     +1   -1
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maaaaaaammmmmmmaaaaaaaaaaaa.....

mormora la bambina
mentre pieni di pianto ha gli occhi
per la tua piccolina
non compri mai balocchi...

mamma, tu compri soltanto i profumi per te!




















ok, me lo metto da solo...

image
 
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LizaPop
view post Posted on 17/12/2007, 21:22     +1   -1




Ecco, bravo che avevo già una mezza intenzione.
Io che mi disgusto assai davanti a queste donne e tu che prendi sempre
in giro

Umpf image
 
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view post Posted on 17/12/2007, 21:37     +1   -1
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Poiché bisogna,
io che li generai li ucciderò.
Su, dunque, àrmati, o cuor. Ché indugi? è vile
non far ciò che bisogna, anche se orriblle.
Su, sciagurata mano mia, la spada,
stringi la spada, e muovi a questo truce
termin di vita, non esser codarda,
né dei figli pensar che d'ogni cosa
ti son piú cari, e che li desti a luce.
Questo sol giorno i figli tuoi dimentica,
e poscia piangi. Anche se tu li uccidi,
cari sono essi, e sciagurata io sono.
 
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LizaPop
view post Posted on 17/12/2007, 21:48     +1   -1




eh già, ma almeno lì c'era la vendetta.
Un'opinabile finalità, ma un senso c'era.
Ora, in certi atteggiamenti, non si ha più senso.

La mancanza di senso e la possibilità che si dà ad ognuno di noi
di costruirne uno a proprio piacimento, è il vero nodo su cui si accumulano nefandezze.
 
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Spica
view post Posted on 18/12/2007, 13:25     +1   -1




CITAZIONE (LizaPop @ 17/12/2007, 21:48)
[..]

La mancanza di senso e la possibilità che si dà ad ognuno di noi
di costruirne uno a proprio piacimento, è il vero nodo su cui si accumulano nefandezze.

:blink: :unsure: :lol:

CITAZIONE (LizaPop @ 17/12/2007, 21:03)
[..]
Perchè le donne non devono perdere mai il senso della maternità.

:rolleyes: ..tu, lo sai descrivere..?
 
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view post Posted on 18/12/2007, 14:43     +1   -1
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Fino a poco più di 150 anni fa, le cose erano meno complicate.
La mamma che faceva parte del ceto abbiente, appena partorito, appioppava la prole alla balia, dall'allattamento fino a che non era in età scolare; poi si passava direttamente in collegio (o direttamente in convento per le femmine senza prospettive matrimoniali);
La mamma poveretta invece si cuccava i figli, spedendone comunque al creatore i due terzi nel primo anno; e appena i sopravvissuti avevano 6/7 anni li mandava a lavorare senza troppi problemi se il lavoro era usurante o pesante.
Dei figli, nulla interessava ai padri (a parte il maschio primogenito per motivi di trasmissione ereditaria del capitale) e assai poco alle madri.
Da dove nasce dunque tutta quest'enfasi sulla maternità, sul valore dell'infanzia, del bambino, ecc. ecc. ?
Probabilmente da due fattori: uno - per così dire - di mercato e uno culturale.
La diffusione dei metodi anticoncezionali e la drastica riduzione della natalità hanno reso il figlio assai più raro e quindi prezioso; e la letteratura romantica del primo ottocento ha invece operato l'imprinting culturale che ha idealizzato il bimbo come simbolo di innocenza e vita.
 
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LizaPop
view post Posted on 18/12/2007, 15:58     +1   -1




Sono la risultanza di teorie romantiche, quindi?
Può darsi.
Fattostà che nel momento in cui una donna decide di mettere al mondo dei figli, non
può pensare che a loro dedicherà un piccolo spicchio della propria vita.
La responsabilità nei loro confronti è tanta ed io non so guardare a quelle donne che -
tralasciando la degenerazione dell'omicidio, fatti di cronaca odierni - mettono se stesse
davanti alle esigenze dei figli.
Però è vero, un tempo le balie e le governanti, sopperivano alla mancata presenza della
madre abbiente, presa da mille e altri impegni, che l'allontanavano da casa
Ora ci sono le baby sitter a ore, magari la donna abbiente lavora pure, e le cose, in fondo, non
sono cambiate.
Per le impossibilità economiche ci sono gli onnipresenti nonni e alla fine della fiera, i pargoli
vivono in una sorta di eterno pellegrinaggio, di casa in casa, con i propri fagotti, occupando
più spazi sentimentali.
Sembra esserci molta presenza, intorno a loro, in realtà, vuoi la rimbambitaggine dei nonni
sommata alla non presenza dei genitori, il bimbo si trova decisamente solo.

Non mi piace questa realtà.
 
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nanni
view post Posted on 18/12/2007, 15:58     +1   -1




Va detto anche che c'era un contesto in cui i figli (e il matrimonio!) erano considerati molto importanti: quello delle famiglie nobiliari nelle società fortemente strutturate in senso oligarchico.

Il fatto è che, queste "grandi famiglie" tendevano ad avere una fertilità minore di quelle delle caste inferiori. Data la mortalità altissima sia dei neonati e dei bambini che delle puerpere, le donne erano costrette a parti continui e ravvicinati, se si voleva avere la garanzia che almeno un erede sopravvivesse.

E molti, in particolare le donne che giungevano ad essere in possesso di una certa cultura, non ci mettevano abbastanza impegno.

Così si spiegano le leggi d'epoca Cesariana ed Augustea tese a penalizzare il celibato. Leggi infatti rivolte in particolare ai membri dell'aristocrazia patrizio-plebea dell'epoca.

Così si spiegano pure i sonetti shakesperiani, contenenti continue esortazioni, rivolte anche in questo caso ai nobili, affinché si sposassero ed avessero figli.

Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e scaveranno trincee profonde nel prato della tua bellezza,
l'uniforme altezzosa di giovinezza che ora tutti t'ammirano
sarà considerata un vestituccio d'assai scarso valore.

Se poi ti chiedessero dov'è finita la tua bellezza,
dove sono i tesori degli anni lussureggianti,
dire che sono nei tuoi occhi infossati
sarebbe una vergogna divorante, un vano vanto.

Un investimento ben migliore perla tua bellezza
sarebbe la risposta: «Questo mio figliolo
chiarirà il mio bilancio e scuserà la mia vecchiaia»,
dimostrando che la sua bellezza è erede della tua.

Sarebbe come tornar giovane quando sarai vecchio,
come sentire riscaldarsi il sangue che ti senti gelare.



William Shakespeare
 
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Solitario*
view post Posted on 18/12/2007, 16:59     +1   -1




CITAZIONE (nanni @ 18/12/2007, 15:58)
(...)

Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e scaveranno trincee profonde nel prato della tua bellezza,
(...).



William Shakespeare

Quaranta inverni? Meno male che ne sono lontano... :o:
 
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nanni
view post Posted on 18/12/2007, 17:40     +1   -1




Allora quarant'anni, ad arrivarci, era un'età avanzata. Ci si consumava in fretta.

Tu all'epoca saresti stato un patriarca.

Nanni
 
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LizaPop
view post Posted on 18/12/2007, 17:57     +1   -1




Ed io probabilmente Cornelia



(non pensate ad altro che ai miei due gioielli)



.............
no, non quei gioielli, là, gli altri, quelli di carne di sangue di ossa e di denti.

........
Va bè


lascio perdere. :wacko:
 
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view post Posted on 18/12/2007, 17:59     +1   -1
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eh... i napoletani poi hanno concorso assai alla retorica pro-infanzia, tra gli "scarrafoni belli a mamma soje" e i "piezz' e core"...
 
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12 replies since 17/12/2007, 21:03   221 views
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