Il solito LaLaLa, lapalissiano, lapidario, laqualunquista!
Emetti la tua sentenza e attaccatevi al tram, amici belli, senza una briciola d'argomentazione! Ieri, un anno e mezzo fa, riapparendo sul forum perché ero e sono sempre contro l'iniezione fasulla e delittuosa della Pfizer e di Bill Gates e contro l'agenda 2030 di quelli di Davos, ho letto in filigrana della tua accoglienza il classico:
- Sei un complottista!
- Ma guarda che pongo domande alle quali vorrei qualche risposta!
- Taci complottista!
E qui continui, scrivendo una cacata enorme.
Dal tuo postulato e la sua conclusione/asserzione si evince che, se alcune, non tutte, delle miriadi di religioni con altrettanti testi sacri e i loro dii e dei che a volte si contraddicono ti danno ragione, il taoismo, il buddismo che con i loro testi considerati sacri non hanno bisogno di un dio creatore per giustificare l'universo, ma che asseriscono ch'esso è ciclico ed eterno senza inizio ne fine, ti danno torto. E si può allegramente concludere che i testi sacri essendo delle fesserie abissali, dimostrano il contrario di quel che asseriscono:
- se dicono che dio esiste costui non esiste
- se asseriscono che dio non esiste costui esiste
Come la mettiamo?
Aggiungi le civilizzazioni e popoli, i celti in primis, che si tramandavano la verità divina fra eletti, fra scelti, solo oralmente e che non hanno lasciato scritture sacre. Seguendo il tuo assioma, la mancanza di testi sacri e dunque di fesserie abissali, i loro dio, esiste e non esiste?
Saresti stato molto più credibile se avessi specificato, ad esempio, che le scritture sacre sono SOLAMENTE l'antico e il moderno testamento e dio SOLO il dio vendicativo e crudele descritto in esse e che ci ha fatto a sua immagine e somiglianza(*).
Io sono agnostico perché stimo che nella mole d'argomentazioni pro o contro l'esistenza di un Dio creatore ex nihilo dell'universo o la sua inesistenza, la mia mente va in tilt e mi piace pensare che non sono metabolicamente abbastanza maturo per capire. Le mie sinapsi e i miei neuroni non hanno ancora raggiunto la potenza necessaria per carpire i segreti della natura/universo che ci ha figliato, che ci nutre e che ci accoglierà nel suo seno quando morti ritorneremo polvere di stelle, come i nostri avi.
Ma son sicuro dell'esistenza delle leggi fisiche che reggono l'universo/natura e della fantasmagorica visione del nostro sistema solare e delle galassie che, pare, sembra si sfuggono come se giocassero a nascondiglio.Il che mi mette d'accordo con Einstein, Dio non gioca a dadi, ma, secondo me, a nascondiglio. Per il momento mi basta.
Ecco perché mi diletto nel leggere molta divulgazione scientifica. Sta gente, gli scientifici, fanno a gara per mettere in dubbio la verità d'ieri, per, grazie ai progressi in continuo dell'uomo, riformularla in luce diversa e a volte capovolgerla.
In questo momento il volume che resta in cima della pila di libri sul mio comodino è "La pienezza del vuoto" di Thuan Trinh Xuan. Lo rileggo spesso, aprendolo a caso, talmente questa opera è interessante dalla prima all'ultima pagina, ripassandomi degli spezzoni. Un libro che vi arricchisce non solo culturalmente, ma anche spiritualmente. Nello spoiler la descrizione che ne fa Amazon.
(*)Secondo me è l'uomo che ha creato dio a sua immagine, somiglianza e convenienza!
L'astrofisico vietnamita Trinh Xuan Thuan ricostruisce in questo libro divulgativo la grande odissea del Vuoto. Parte dall'invenzione dello zero, ci fa vivere la nascita della scienza sperimentale con Galileo e Pascal, quindi ci conduce fino alla fisica contemporanea Che cos'è il vuoto? Di che cosa è fatto? Perché ci fa paura? Non è facile per l'uomo, soprattutto quello occidentale, pensare e accettare il nulla. Eppure interrogarsi sulla sua natura pare inevitabile. Lo hanno fatto, e continuano a farlo, filosofi e matematici, scienziati e teologi, poeti e premi Nobel, cercando di tessere intorno horror vacui una storia plausibile. In queste pagine l'astrofisico Trinh Xuan Thuan ci conduce in una lunga cavalcata dalle origini ai giorni nostri attraverso la Bibbia e l'I Ching, Aristotele e al-Khwarizmi, la rivoluzione di Newton e le teorie di Einstein, la nascita della meccanica quantistica e la scoperta del Big Bang. La conclusione cui giunge è sorprendente: la fisica e la cosmologia contemporanee propongono una visione del mondo molto simile a quella delle maggiori tradizioni spirituali orientali che, invece di temere il vuoto, lo vivono come possibilità di mutamento, e dunque di vita. È nel dialogo armonico tra gli opposti -Yin e Yang, energia e materia, attrazione e repulsione - che si nasconde il mistero, insieme vuoto e pieno, dell'universo. Un mistero che ha a che fare con la scienza, ma anche con l'etica e con la politica. Perché se è vero che, come le particelle e gli atomi, siamo interconnessi nella grande rete del cosmo, la nostra felicità dipende da quella degli altri.