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Perché mi ammazzi, se neanche mi conosci?

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view post Posted on 22/9/2022, 15:38     +1   +1   -1
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Topocrudo

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Perché mi ammazzi, se neanche mi conosci?

Nei gruppi di appassionati di serial killer ci sono diversi feticisti, il che potrebbe segnalare problemi relazionali, empatici, certo non abbastanza per compiere alcunché di criminale.
Ma, come titolò il suo saggio lo psichiatra Robert Simon: 'I buoni lo sognano, i cattivi lo fanno'.

Il serial killer Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee, è molto significativo riguardo al perché della carriera di certi assassini.
Tranne chi ha evidenti serie magagne strutturali, non credo che esista il diavolo e non si nasce mostri, si diventa.
Dahmer fu un bambino solo e un omosessuale introverso con una famiglia inesistente, sono gli anni '70 del secolo scorso e quindi la sua sessualità che ovviamente è anche la porta del suo bisogno di amare, è ancora un potente tabù.
Uccide la prima volta a 17 anni, è già alcolizzato, vede che è facile farla franca e inizia così la sua carriera, ne ammazza altri sedici. Inoltre fa sesso coi loro corpi morti, poi li disseziona, ne mangia alcune parti e si conserva dei pezzi. Si porta persino un loro teschio sul lavoro e tenta, con un ragazzo asiatico catturato, di renderlo uno zombie iniettandogli sostanze nella testa.
Voleva qualcuno con sé, ma non ha mai saputo come fare.
La cosa potrebbe sconvolgere chi ha imparato a amare, è stato amato e quindi ha anche sviluppato la capacità di riconoscere i volti altrui, cosa che Damher non ha mai potuto vedere, solo sognare.
Finché il suo terribile bisogno ha trovato lo sfogo nei suoi atti terrificanti, che altro non sono che ricerca disperata d'amore oppure, se può dare fastidio questo termine per dei fatti così orrendi, ricerca disperata del prossimo.
Il prossimo è sempre tutto, e un'ossessione per chi non l'ha mai avuto né ha mai pensato di poterlo avere. La maggior parte di costoro si limitano a una profonda infelicità, altri la prendono con filosofia, magari si comprano delle bambole, tanti si arrangiano come possono a passare vita e giornata, infine alcuni, rari, per una serie di coincidenze diventano Jeffrey Dahmer.
Morì ucciso in carcere da gente che forse pensava di essere meglio di lui, fu una trappola e vendetta, e forse la giustizia è giustizia e fu fatta, ma migliore e peggiore non significano niente.
Anche le etichette creano distanza, dolore, mostri.

Il programma che linko è talvolta morboso e superficiale, ma basta essere più intelligenti, saper leggere e trarne l'utile e le proprie idee.

https://youtu.be/C0OrPYIBDGs

Edited by Vìt - 22/9/2022, 21:04
 
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