CITAZIONE (Vìt @ 26/10/2012, 10:26)
Dunque, Anna Karenina, romanzo immenso. E incompiuto.
Certo, una fine ce l'ha, Levin che trova un equilibrio, e un'illuminazione, sullo sfondo della tragedia di Anna che, invece, no, e si uccide. Levin sta per suicidarsi pure lui, ma infine ce la fa, sopravvive.
Naturalmente come sfondo, il più plateale, abbiamo anche la società russa con tutte le sue contraddizioni e repressioni ottocentesche, eccetera, ma il vero punto, per quanto importante, non è quello.
Il vero punto è Tolstoj.
Anna è lui, Levin è lui. Uccide Anna, quindi la parte di se stesso più dolorosa - perché non dimentichiamoci che scrivere, sempre, è un atto suicidale - e lascia vivo Levin, ovvero la parte di se stesso che si libera, e continua il suo viaggio. Perché Tolstoj continua il suo viaggio, si sa, continua a vivere, a scrivere, finché un giorno scappa di casa e lo trovano morto per strada.
Ecco perché il romanzo è incompiuto, non perché non abbia un finale, ce l'ha, ma perché rappresenta un viaggio, quello di tutti e dello scrittore stesso, ancora in pieno svolgimento.
Sto leggendo
Anna Karenina- Tolstoj, responso a breve.
Ad ora mi manca il senso di questo libro.
Sto leggendo Anna Karenina e già pregustando la recensione, che non puo' prescindere da Guerra e pace, ma dato che ricordo nulla di Guerra e pace, ho pensato di rispolverare la parodia che ne ha fatto Woody Allen, che a parte le prime 300 pg dell' invasione napoleonica, di cui ho saltato bellamente decine di pagine, la storia è sempre la medesima, lui, con piu' fratelli, ama lei, che è pure cugina, con piu' o meno altri parenti, che lei ama altri, che altri amano alcuni altri, che poi si tradiscono e qualcuno si ammazza.
Piu' o meno come Anna Karenina.
Che ha circa mille pg, ma gia' dalle prime 60, anche se non si sono visti i vari film, si capisce dove si va a parare.
Continuo a cercare il senso di questo libro.
Studiando mi pare di aver capito che Tolstoj lo scrisse nel bel mezzo di una sua crisi interiore, mentre passava dal liberismo borghese a progressismo anarchico.
E si e' pure accorto che la storiella era una cagata ridicola e cerca di rimediare in qualche modo. Ad ora, prime 200 pg, si nota un tentativo di introdurci un' accenno al comunismo, alcune letture liberali critiche verso il conformismo borghese, un' accennata analisi della condizione della plebe e un confronto tra nobilta' illuminata (Levin) e quella molto meno (Vronskij).
Di buono c'e' i nomi sono semplici: Anna, Levin, Kitti, Dolly e piu' di tanto non ci si confonde ecc... per contro ci sono le solite sbrodolate tipo che per dire che durante una corsa il cavallo si azzoppa e lo abbattono ci mette due capitoli e 30 pagine.
Per Kitti alle terme idem e Levin che va in campagna e da padrone si mette a mietere il fieno con i servi, pure. Capitoli e decine di pagine.
Poi Anna confessa il tradimento al marito e subito dopo gli stanno sui marroni entrambi: l' amante e il marito.
Mo' altre centinaia di pagine per mettersi d' accordo sulla separazione.
Ora che pareva finita. Alla fine del primo tomo, Vronskij si spara, Anna muore di parto , Levin e Kitti si sposano... e invece no, porca troika. I due fedifraghi si salvano e mò annamo avanti per altre 500 pagine inutili. Ma vaffanculo a Tolstoj e benedetto il giorno in cui ho cominciato a leggere un paragrafo sì e uno no.
Ma forse Tolstoj voleva prenderci per i fondelli.
La Karenina muore sotto il treno e la storia continua... siamo al delirio. Mancano poche pagine alla stroncatura definitiva.
CITAZIONE
Ecco perché il romanzo è incompiuto, non perché non abbia un finale, ce l'ha, ma perché rappresenta un viaggio, quello di tutti e dello scrittore stesso, ancora in pieno svolgimento.
Esimio collega forumista, ritengo molto interessante questa analisi, io scendo un po' piu' terra/terra e aggiungo che non è che il libro non ha un finale: ce l' avrebbe col suicidio della trifolamarroni, ma poi Tolstoj, prosegue e ricomincia, con le paturnie di Levin, con un altro romanzo. Qualcuno , forse la moglie un po' piu' sveglia, non sopportava che diventando anarchico/religioso donasse tutte le sue fortune ai poveri, gli ha fatto capire che era meglio piantarla lì, pubblicare la storia di Anna e tenersi i soldi .
Mo' torniamo alla tritapalle di Anna.
Come gia' detto, se c'e qualche personaggio che non sopporto , sono quelli che vanno a cercarsi le sfighe da soli.
Premesso che il senso del libro mica l' ho capito se non che la menata di Anna poteva finire in 200 pagine e Tolstoj ha tirato avanti per altre 700 per metterci dentro un po' di tutto.
Questa aveva tutto, compreso un marito che le ha detto, "Vabbuono, fatti le tue storie, scopa con chi vuoi, ma salviamo le apparenze, vivi la tua vita da ricca borghese con tuo figlio, ma dormiamo in stanze separate."
E questa, no, lei voleva la passione: immensa e avvolgente.
Avvolgente vuol dire che legava mani, piedi, bigolo e tutto il resto di quel poveraccio Vronskij di che per per questa demente si e' pure sparato, ma salvandosi.
Ora è Vronskij il vero eroe tragico del romanzo.
Ricco, bello, giovane, nobile, trombeur de femmes, (non è un errore, è un gioco di parole), amante dei cavalli e della bella vita, rinuncia a tutto per assecondare la povera pazza.
E poi rincoglionisce pure lui e va a fare i viaggi con la mammina. Che gli aveva sconsigliato la liaison con Anna. (Scusate i francesismi ma a parte quando parlano con i contadini, o con le istitutrici inglesi, fra loro e con i figli, i nobili/borghesi parlano in francese).
Forse c'era una vena comica, ma si nota solo a posteriori.
Durante è una delle piu' immani smarronate che letteratura abbia prodotto.
Mettiamocelo pure in serie A, ma voto 2.