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Diario di un fegatoso.

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view post Posted on 8/3/2015, 10:47     +1   +1   -1
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Topocrudo

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Ok, apro un nuovo topic, dove getterò le mie più o meno vicissitudini.

Oggi ho un umore fetido che manco Goebbels con la pulpite e le ragadi anali. Vabbuò, le ragadi ce le ho.
Ho sognato mia madre morta da due giorni, son lì che le faccio la veglia e quella invece si s-veglia.
- E' viva, guardate, è viva, non è morta - grido correndo dagli altri famigliari.
- Ma che cazzo stai dicendo -
- Giuro, venite a vedere! -
- ma va' a cagare -
Torno da lei e è viva, ma il sogno finisce, non saprò mai cosa voleva. Poi sogno una tizia bionda e secca, fisioterapista, sono nel suo studio e lei mi tocca dove mi fa male ma non mi guarisce, però le piaccio e mi bacia, solo che ha appena mangiato e la sua bocca è piena di resti. La portano via, mi sveglio, spero siano le tre e invece sono le sette, sono già sfinito.
Vado a farmi il caffè, è finito, esco e lo compro, non ricordo niente del tragitto e dell'acquisto, potevano essere tutti morti e non me ne sarei accorto. Rientro, mi levo le scarpe per rimettermi comodo, faccio il caffè, lo bevo, poi ho bisogno di fumare, elettronico ma forte. Trovo un vecchio liquido col massimo della nicotina, carico la sigaretta e il liquido fuoriesce da tutte le parti. Leggo l'etichetta, made in Croazia, spero gli scoppi una guerra etnica, ecco perché non l'avevo usato.
C'è il sole e forse è meglio che esca a fare due passi, ma oggi mi fanno male le gambe, esco a fare la spesa in auto. Prima mi rinfilo le scarpe, non entrano, perché? Perché sì. Mi incazzo, - ENTRA, BASTARDA, ENTRAAAA! - Niente. Sciolgo allora i nodi dei lacci e finalmente entrano.
Esco.
Trovo uno stormo di ciclisti che occupano l'intera corsia chiacchierando a 0,7 all'ora. Vorrei investirli, poi fare retromarcia e investirli di nuovo, poi scendere e sputare e pisciare sui resti e poi ripartire evitandoli, così, per snobismo.
Arrivo al supermarket, non ci sono cestelli, esco a prendere il carrello ma non ho spicci, rientro, cambio dalla cassiera, riesco e prendo il carrello, sono così incazzato che mentre lo porto quello trema di paura. Compro un pollo già cotto.
- vuole quello campese? -
- no, voglio quello che costa meno -
- questi qui sotto? -
- sono quelli che costano meno -
La tipa mette su una faccia da cazzo smorto, allora le faccio fare tutto il percorso fino alla cassa in fondo ai banconi col pollo in mano e poi le dico
- ah, vorrei anche le patate - per farla tornare al banco dei polli. Mi odia. Godo.
Rientro a casa, non posso posteggiare nel mio solito posto perché nel frattempo è arrivata l'azione cattolica carica di auto cariche di suonati da portare a passeggio, che mentre passo mi fanno "gu gu" sorridendo e agitando le mani. Ho pensieri omicidi, ma poi ripenso a Goebbels, storpio e incazzato nero e che si è ammazzato, e faccio ciao ciao anch'io con la manina ai suonati, tanto hanno ragione loro.



Edited by Bifolk - 14/3/2015, 20:45
 
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view post Posted on 9/3/2015, 22:42     +1   -1
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Almeno uno che sogna ancora... dovrei reindossare il camice dello psichiatra che risponde...
 
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view post Posted on 10/3/2015, 10:52     +1   +1   -1
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Topocrudo

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Oh, ne avrei da dirtene, faccio spesso sanissimi incubi.
Ora altra storiella, accadutami l'altro ieri.

::::::::::::

Serata storta. E vabbuò.

Vado alla grossa biblioteca dove si tiene la grossa presentazione del libro di tale Ferracuti, mi pare, e se l'ho scritto male poco m'importa, dove una presentatrice dice che già lì c'erano stati "grandi illustri" personaggi. Grandi illustri. Cominciamo male.
Chi erano, Putin? Einstein? Illustri non bastava?
E vabbuò.
Il bigliettino d'invito illustrava un "aperitivo letterario", c'era disegnato un bicchiere danzante di roba rossa, campari, sperai. E invece l'angolo del bere era appunto un angolo presidiato da un gorilla, un tavolo con sopra due bottiglie striminzite di bianco, da bere "Dopo, eh!", fa il gorilla. Dopo.
Dopo ci sarebbe voluta una pera di eroina mista a MD.
E vabbuò.
Parte la presentazione, lo scrittore è uno che "Il cuore batte a sinistra", dice, zzzzzzhhh, prevedo un sonno profondo, ma il peggio è che non sa parlare, altrimenti anche un cuore a sinistra magari lo digerivo.
Arriva una coppia, mi si siede di fronte, lei odora come un beauty case farcito a potpourri, mi gira la testa, mi pare di essere dentro l'anticamera di un obitorio al cimitero, tenendo conto che siamo al piano di sopra e c'è un caldo asfissiante sto rischiando il collasso. O il suicidio.
Il tizio, dico, lo scrittore, ripeto, non sapeva poi parlare. E io non lo compro il libro, PERCHE' UNO CHE NON SA PARLARE NON SA SCRIVERE, OH! Pareva che stesse cercando le parole lì per lì, ma cristo in carrozzella, non ci hai lavorato tre anni?
Tentennava, parlava di scrittura emozionale, militante, però oltre che tentennare tutto trasmetteva tranne che emozioni, ansia, ecco, quella sì, mi veniva di suggerirgli io le parole che non trovava, cosa che magari avrei anche fatto.
Mi avessero dato da bere prima. Invece ciccia, così imparate, oh, tirchi di alcol e letteratura.
E vabbuò.
Da sotto arriva lo schiamazzo di bambini, sarebbe una biblioteca, questa, e ci sarebbe una presentazione - udite udite - letteraria, farli stare zitti?
No, il gorilla serve solo a non far avvicinare nessuno al bere.
Mi arriva una coppia di donne dietro, parlano, questionano, e ci sediamo qui, e ci sediamo là, tu che ne dici, non so, dai, boh, su, be', a voce alta. Mi chiedo se tutti non mi stiano prendendo per il culo.
Arriva un fotografo e sparaflescia lo scrittore a mezzo metro di distanza, abbagliandolo. Mi scappa da ridere, e decido che sono io che sto prendendo per il culo me stesso, così a metà presentazione mi alzo e me ne vado. Passo di fronte al gorilla, ora sono due, i gorilla, e mi guardano fissi, mi viene voglia di chiedergli da bere per risarcimento, ma tiro dritto, esco, vado in piazza, bar, devo riprendermi dallo shock.
Ordino un prosecco, me ne portano uno talmente ridicolo che lì per lì credo sia giusto per lubrificare i denti in attesa di quello vero. La barista mi dice si sieda pure che le porto dei salatini, no, le faccio, butto giù in un sorso il coso, pago e vado via. Tre euro.
Tre euro, seimila lire, tre dollari, tre sterline, ma poi mi dico be', almeno 150 pagine di quel libro che non hai comprato.
E vabbuò.
Vado alla macchina, mi dico ora manca solo che non parta. Non parte.
Riprovo, batteria scarica. Riprovo, niente, m'incazzo contro la fetida carogna: "BRUTTA STRONZA, SE NON PARTI MI FACCIO BUDDISTA E TI RIEMPIO DI VOLANTINI E LIBRI PIENI DI MERDA BUONISTA, VEDI TU!"
Parte all'istante appena riprovo, proprio allegra, guarda. Ci tiene al suo cattivo umore, come me.
Corro dritto fino al mio paese, bar, ordino un bicchierone di prosecco, enorme, gli faccio al barista, e me lo dà, me lo dà! I primi sorsi sono come respiri in alta montagna, considerato che me lo bevo al gelo dei tavolini di fuori, da solo. Non mi passa il cattivo umore, ma almeno ci facciamo compagnia senza altre rotture di palle.
Dimenticavo, il libro parlava di una strage dove morirono 13 persone.
14 con me, ancora un po'.
E vabbuò.



Edited by Bifolk - 10/3/2015, 11:24
 
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view post Posted on 14/3/2015, 12:04     +1   +1   -1
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Topocrudo

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Ieri, solito appuntamento col mio personal trainer, volevo dire il mio dottore.
Io arrivo, lui mi rassicura che neanche per oggi muoio, poi spariamo qualche cazzata, lui mi chiede che sto leggendo ora e ci rilassiamo, io infine vado a sbronzarmi. Durata: massimo due minuti netti.
Niente di più naif, o forse dovrei dire cool, o magari cump non fosse che non me ne frega un cazzo.
Insomma vado via felicissimo che di sicuro non morirò neanche stavolta di lenta agonia, ma di incidente mortale, dolcissimo, e mi sbronzo, letteralmente.
In effetti, starei scrivendo sbronzo, ma via, non un granché, i tasti li vedo.

Sarei dovuto andare con degli amici & amiche a vedere un film al cinema, ma avevo deciso di sbronzarmi e si sa che al cinema oltre che non si può più fumare, figuriamoci bere, stiamo qui mica a pettinare le bambole.
Mi sbronzo, quindi, e rompo i coglioni in bar e circoli a chiunque capiti a tiro, tipo voi che mi state leggendo, e dico "voi" per darmi delle arie.
Politica, filosofia, cultura senza kappa perké io manco da sbronzo perdo mai il controllo, Renzi, Putin, Parigi, la situazione della donna, l'Islam che non lo moderi manco a sparargli nel culo Maometto fumato in persona, io che non m'ammazzi manco a spararmici il mio dottore.
Per quello rompo così le palle: e mica dovrò rompermele da solo?
La solitudine mi piace, ma poi, a palle serene.

 
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Rolley
view post Posted on 14/3/2015, 19:21     +1   -1




Uno spasso leggerti, ancor più che in passato!
Ma non eri diventato zen?
Comunque da nichilista sei molto più convincente.
 
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view post Posted on 14/3/2015, 20:48     +1   -1
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Topocrudo

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Lo zen mi è servito molto per sopravvivere e un po', come filosofia, lo sono ancora, certo mai come fede, ma il personaggio cinico mi diverte molto, specie su internet, cinico e insieme perdente!
 
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Rolley
view post Posted on 16/3/2015, 01:29     +1   -1




Be'... proprio solo un personaggio non è. ;)
 
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view post Posted on 17/3/2015, 08:44     +1   -1
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Topocrudo

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Cosa c'è di meglio dopo aver dormito tre ore, avere la febbre, essere reduci da una sbronza e con la testa che si spacca in due?
I vicini suonati che suonano di brutto al campanello.
Tu ti alzi, vai, apri la porta, neanche li conosci questi due vicini sessantenni perché "Noi qui non veniamo mai", e cerchi di capire che cazzo vogliono.
"Ah be', sa, la nostra parte è questa, la vostra parte è quella, noi passiamo qua, là non ci passiamo, ma anche se non ci passiamo quella parte è condivisa, sa, e quindi, ecco, sa, noi qua non veniamo mai, però questa parte e quella parte, quella condivisa che noi non ci passiamo però sa..."

Questo ero io:
t%C3%AAte-sanglante-de-zombi-27296834
 
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view post Posted on 21/3/2015, 09:06     +1   -1
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Topocrudo

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Ho aspettato un giorno, prima di scriverne, tale è l'angoscia che il fatto mi ha provocato, fino a inchiodarmi al solo pensiero senza riuscire a muovere un'unica falange, e trafitto dagli scrupoli per il certo orrore che susciterei.
Ma il fatto è troppo grave e la coscienza mi obbliga alla confessione pubblica, affinché la società decida se per il perdono compassionevole, o la dura reprimenda che certo merito.

Il fatto.

Ieri, seduto al computer, ho emesso una scoreggia dal fetore biblico. Le scie chimiche al confronto sono venticelli al mughetto, l’Ilva il respiro di un bebè, l'apocalisse di San Giovanni un girogirotondo. Dovrebbero scrivere un terzo testamento solo per lei, la mia scoreggia, l'annuncio della fine, le sette trombe del miasma cosmico che tutti ci inghiottirà, la seconda legge della termodinamica perfettamente compiuta.

La sentivo lievitare dentro me di un calore antico, primordiale, poi con calma ma ineluttabilità ha cominciato a fuoriuscire dal mio cratere, cauterizzandomi le ragadi. Inizialmente un rovente fiotto mollo, viscido, che ha strisciato tra le mie cosce inflaccidendomi la pelle, poi, quando pensavo che il peggio fosse ormai passato, è arrivata la morte. Un botto unico, prorompente e quasi materico, una bolla di ribollente brodo gassoso che prima mi ha smagliato le mutande e poi sventolato i jeans facendomi sobbalzare sulla sedia mentre il monitor sfarfallava.

La stanza si è oscurata, le placche mi si sono installate in gola a decine per proteggermi i polmoni, i ragni alla finestra sopra di me hanno arrotolato in fretta le ragnatele e sono scappati, inseguiti dalle urla dello loro prede imbozzolate che disperate supplicavano di essere portate via, mentre le cimici assistevano ammirate.

Non so cosa ha causato uno tale sfacelo in me, se la dieta a base di vegetali surgelati, legumi inscatolati, zuppe liofilizzate, pallide carni low cost unite alla chimica delle sigarette elettroniche, al caffè a litri, al vinaccio solfitoso, all'incazzo, allo sconvolgimento fisiologico per il cambio di abitudini e ai resti stanati dal nuovo regime, incistatisi da decenni nei recessi più putridi delle mie viscere, ma una cosa di certo la so: cos'è il male.



Edited by Bifolk - 16/5/2018, 08:13
 
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view post Posted on 21/3/2015, 21:57     +1   -1
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Ce n'est qu'un debut ... :devil:
 
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view post Posted on 22/3/2015, 13:42     +1   -1
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Topocrudo

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Si fa quel che si pròt!
 
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Rolley
view post Posted on 29/3/2015, 02:00     +1   -1




Sulla scorreggia pestilenziale si è scritto di tutto e di più... mai avrei creduto che l'argomento potesse indurmi lo sghignazzo inconsulto. Eppure è così.
Quando, un po' di anni fa (forumisticamente parlando, secoli fa), dissi "Vit è un grande", non scrivevi certo così, ma la stoffa si vedeva da molto lontano.
E dire che fino a quel momento nessuno ti aveva ancora mai chiamato Vit... nemmeno tu. :)
 
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view post Posted on 29/3/2015, 22:34     +1   -1
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Topocrudo

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Grazie grazie, ringrazio mia madre...
A breve un'altra fegatata! :)
 
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view post Posted on 30/3/2015, 09:36     +1   -1
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Topocrudo

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Mal di testa duro, non riesco a buttare già manco una riga.
Dal nervoso e dalla depressione fumo come un condannato a morte, il mal di testa peggiora.
Quindi mi dico dai, stacca tutto, acqua fesca in faccia, auto e via, vai da qualche parte.
Balzo in auto, faccio cinquanta metri e dall'esterno un orribile animale nero attacca il finestrino destro dell'auto.
- AAAHHHHH!!!! -
Guardo meglio e vedo che sono degli auricolari, che le ruote dell'auto hanno preso da strada impigliandoli poi nello specchietto retrovisore da cui quelli si dibattevano incazzatissimi. Freno, apro il finestrino e li tiro dentro, sembrano buoni ma di sicuro non funzioneranno. Riparto e l'auto si ferma dopo due metri. La batteria, cioè, i contatti dei morsetti che saltellano, lo so già. Il mal di testa diventa furioso, ho bisogno di una sigaretta.
Non ho l'accendino, l'accendisigari non funziona, allora guardo in giro per l'auto e... ta-dah! Un accendino sotto il sedile. Fradicio, arruginito, la mia auto è una pozzanghera da sempre. Sospiro, mi insulto, poi scendo e metto a posto la batteria, risalgo, parto con la faccia carica di mestizia aspettandomi il peggio.
Come riparto subito parte un auto prima di me, un vecchio con un suv di settanta metri, va a dieci. Ci facciamo due chilometri così, io incollato a lui
manco me lo volessi fare, lui che non sa ancora che esiste la seconda marcia, guida come fosse su di una carrozza, gli manca giusto il frustino in mano.
Ma lo fa per vendetta, lo so, se la vita non gli dà più alcuna prospettiva allora non devi averla neanche tu, neanche quella di una strada percorsa a, che so, 50 all'ora.
Finalmente svolta da un'altra parte inseguito da una mia occhiata che la farebbe fare sotto a Satana in persona, ma non a lui. Questi vecchi non li seppellisce nessuno, anzi li nutri con le occhiatacce, li ringalluzzisci.
Arrivo al bar e mi dico ah, ma che bravo, questo per te significa uscire. Mi rispondo "Sì, non rompere i coglioni pure tu, ora".
Chiedo un campari, finito... no, ahahahah, fa il barista, ahahahah, era nascosto, eccolo! Dentro m'incazzo di brutto, il mio livello di tolleranza è sceso al minimo, i morsetti che lo alimentano sono saltati e vado avanti solo con l'energia malefica prodotta dal mio mal di testa. Pago con degli spicci che ho in tasca, dove ci trovo anche l'accendino. Lo guardo con tristezza, dai però, oggi c'è il sole, bevo il campari al tavolino di fuori, e arriva una scolaresca.
Ma se i vecchi non li seppellisce nessuno, i bambini proprio seppelliscono te, così butto giù velocissimo il campari e scappo via. Salto in auto, le dico che se non parte mi suicido e vedo che tentenna, tentata, ma poi parte, ancora per un pochetto vuole divertirsi con me.
Arrivo a casa, scendo dall'auto e in terra vedo un portafogli. E' il mio.
Non so quindi se qualcuno lassù mi ama, nè cos'è, ma di sicuro mi sta anche prendendo per il culo.



Edited by Bifolk - 30/3/2015, 11:00
 
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view post Posted on 18/5/2018, 05:53     +1   -1
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Topocrudo

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CITAZIONE (pv @ 9/3/2015, 23:42) 
Almeno uno che sogna ancora... dovrei reindossare il camice dello psichiatra che risponde...

che significa sognare una tigre che mi attacca ma alla fine mi salvo? Invece di sbranare me sbrana un conduttore giornalista coglione, poi di nuovo cerca di sbranarmi ma mi salvo, tutto questo dentro una casa.
 
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