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La famiglia

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icon2  view post Posted on 6/11/2006, 13:25     +1   -1
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Celine-Viaggio al termine della notte

"Parlando di di famiglie...Tre franchi la scatola per purgare tutta la famiglia! Un affare! Giu' rutti! Si fa tutto insieme in famiglia. Ci si odia a morte, è il vero focolare, ma nessuno protesta, perche' comunque meno caro che andare a vivere in albergo. "
 
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Solitario*
view post Posted on 5/12/2006, 17:21     +1   -1




CITAZIONE (pv @ 6/11/2006, 13:25)
Celine-Viaggio al termine della notte

"Parlando di di famiglie...Tre franchi la scatola per purgare tutta la famiglia! Un affare! Giu' rutti! Si fa tutto insieme in famiglia. Ci si odia a morte, è il vero focolare, ma nessuno protesta, perche' comunque meno caro che andare a vivere in albergo. "

Ma in che cazzo di famiglia viveva questo? :(
 
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schmit
view post Posted on 5/12/2006, 17:31     +1   -1




e poi ci si lamenta se il mondo va male...certo se si lascia spazio a parlare a questi imbecilli...!!!
 
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Max*
view post Posted on 5/12/2006, 17:44     +1   -1




CITAZIONE (schmit @ 5/12/2006, 17:31)
e poi ci si lamenta se il mondo va male...certo se si lascia spazio a parlare a questi imbecilli...!!!

Io con la mia famiglia ci sto benissimo.
Mi portano a passeggio due volte al giorno e mi fanno mangiare abbastanza bene...
Che ci farei in albergo? :unsure:
 
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nanni
view post Posted on 5/12/2006, 17:45     +1   -1




Chi, Celine? Ma almeno l'hai letto?

N.
 
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Max*
view post Posted on 5/12/2006, 17:47     +1   -1




CITAZIONE (nanni @ 5/12/2006, 17:45)
Chi, Celine? Ma almeno l'hai letto?

N.

Con chi ce l'hai... Con me, col mio padrone o con la Letizia?
 
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nanni
view post Posted on 5/12/2006, 17:50     +1   -1




Con Letizia... Si può avere qualsiasi opinione si voglia, su Celine. Ma dire che è un imbecille mi fa pensare che non lo si sia letto...

Comunque i rapporti tra lui e la sua famiglia li trovi accuratamente descritti nella prima parte di Morte a Credito. E la purga è proprio un aspetto minore.

Nanni
 
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schmit
view post Posted on 5/12/2006, 19:32     +1   -1




Nanni, confesso non so chi sia celine ma quello che mi ha fatto dirgli o dirle non so se sia uomo o donna, è l'imbecillita'( lo rinnovo perche' è cio' che penso) detta.
 
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view post Posted on 5/12/2006, 20:15     +1   -1
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Resta il fatto "statistico" che la stragrande maggioranza di omicidi, stupri, violenze, atti pederasti e amenita' varie venga fatto in famiglia o nelle sue immediate vicinanze.

Appena succede una delle amenita' cui sopra per la polizia per primi controlla i "familiari" ad es e quasi sempre ci azzecca.

Nel caso di Celine, prima di fare brutte figure una ricerchina in rete non sarebbe male. :huh:

Nel brano specifico non parlava della sua famiglia ma di quelle che incontrava come medico condotto.

Ma da quanto dice nanni...

Edited by pv - 5/12/2006, 22:12
 
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nanni
view post Posted on 6/12/2006, 08:42     +1   -1




Celine descrive un mondo corrotto, addirittura putrefatto, l'orrore, della guerra, dei rapporti familiari, la degradazione portata dalla povertà. Non è mai rasserenante o consolatorio. Dobbiamo domandarci perché lo faccia? Domandiamocelo. Innanzi tutto la realtà che descrive è quella che ha vissuto. In guerra, tanto per dire, lui ci ha rimesso una gamba. E questo è il materiale a sua disposizione, essendo uno scrittore, un grande scrittore, lo usa per costruire dei grandi romanzi. Ma c'è dell'altro: Celine era un medico, e la sua tesi di laurea fu la biografia di un altro dottore: Semmelweiss, se mi ricordo come si scrive. "Il dottor Semmelweiss" è, di fatto, il primo romanzo di Celine. E' scritto in modo piano, senza i puntini di sospensione e gli eccessi verbali dei suoi romanzi successivi. Eppure contiene almeno altrettanto orrore, ed è una dichiarazione di intenti. Semmelweiss visse in Austria nell'ottocento, ed è lo scopritore della setticemia. Esisteva allora una clinica universitaria, a Vienna, credo, che aveva due padiglioni per le partorienti con tassi statistici di mortalità molto diversi: in uno dei due le puerpere morivano in così gran numero di febbre che le partorienti vi erano portate praticamente a forza. E solo le più povere, quelle che non erano in grado di opporsi. Semmelweiss si pose il problema del perché questo succedesse e osservò che quel padiglione era quello frequentato dai medici e dagli studenti che avevano, in precedenza, praticato autopsie. Costoro non usavano lavarsi le mani. Allora si cominciava appena a intuire qualcosa della natura dei germi ma a Semmelweiss bastò fare due più due per capire che i germi della putrefazione erano la causa delle febbri puerperali. Era già noto, infatti, che chi si feriva durante un'autopsia moriva inesorabilmente di un male molto simile a quello che colpiva le puerpere. Semmelweiss tentò di porre riparo alla situazione imponendo ai medici di lavarsi le mani prima di visitare le pazienti, ma si scontrò con l'opposizione della casta medica. La sua opera venne sabotata, gli fu impedito di raggiungere le prove certe della sua tesi. Fu deriso, osteggiato e, alla fine, cacciato. Si ritirò nella periferia dell'Impero asburgico con la carriera distrutta, a fare il medico condotto. Un giorno si ferì durante un'autopsia, si ammalò di febbre setticemica e morì. Senza sapere che la Storia gli avrebbe dato ragione.
Questo è il punto di partenza di Celine. Celine è dunque un "buono". Lui la puterfazione, i germi, vorrebbe combatterli. Ammira disperatamente chi ha sacrificato se stesso, la propria carriera, la propria vita, per liberare l'umanità dagli orrori causati dall'ignoranza. Ma quest'uomo buono si trova ben presto immerso in orrori di una portata di cui ignorava la possibilità: la guerra, la Grande Guerra con la sua vita in trincea, coi suoi milioni di morti abbandonati contro i fili spinati o dilaniati dalle bombe a frammentazione. Vive la realtà del colonialismo e il suo proprio personale fallimento, il fallimento dell'aspirazione di portare la salute nella degradazione dei quartieri poveri. E cede, cede la sua mente e cede la sua volontà. Da quel momento il suo scopo non è più combattere la putredine, non direttamente, almeno. Si limiterà a farla vedere, in modo che nessuno possa più permettersi di ignorarla come facevano i medici nella Vienna dell'ottocento, che consideravano un'insulto personale la richiesta di lavarsi le mani.
Ecco, questo è Celine. Per lui la letteratura è stata un ripiego, ma anche una salvezza. Ha insultato tutto e tutti. godendo della condanna generale e sentendosi probabilmente come Semmelweiss, solitario e cupo, ossessivo e paranoico. Eppure è stato uno scrittore grandissimo.

Nanni
 
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schmit
view post Posted on 6/12/2006, 11:26     +1   -1




Chiedo scusa a Celine di quanto ho detto...non lo conoscevo e la mia ignoranza mi ha fatto parlare...ma era stato portato male...pv, cosi' come avevi scritto poteva dare adito a fraintendimenti...comunque...ribadisco che non tutte le famiglie sono l'abitacolo dei mali della societa'...io ne conosco di meravigliose...
 
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nanni
view post Posted on 6/12/2006, 14:32     +1   -1




Naturalmente... Se la realtà fosse esclusivamente quella che vedeva Celine ho pochi dubbi che mi sarei suicidato molto tempo fa. Potremmo dire che era selettivamente cieco nei confronti degli aspetti belli e piacevoli della vita. Vedi, è difficile non ammettere che fosse pazzo. Tuttavia quello che descrive esiste, non è tutto, siamo d'accordo.
La differenza tra Celine ed altri osservatori dell'orrore è la partecipazione. Se leggiamo, per esempio, "I turbamenti del givane Toerless" di Musil vi vediamo descritta una realtà, se possibile, ancora più degradata, moralmente, di quella descritta da Celine. Ma Musil è freddo, non ti chiede di partecipare, sei tu che devi comprendere l'abiezione che viene descritta.
Celine invece nella merda ci sta personalmente immerso, come i cavalleggeri di Casse-Pipe. E ti ci fa sentire immerso anche te, che tu lo voglia o no.

Nanni
 
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232425
view post Posted on 14/12/2006, 13:10     +1   -1




ma esiste ancora la famiglia?
 
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nanni
view post Posted on 14/12/2006, 13:47     +1   -1




Ne esistono troppe...

N.
 
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Solitario*
view post Posted on 14/12/2006, 19:16     +1   -1




CITAZIONE (nanni @ 14/12/2006, 13:47)
Ne esistono troppe...

N.

Grazie a Dio.


La famiglia dà alle persone un enorme valore aggiuto.
Chi ne nega la sua funzione formativa e di supporto che segue una persona per tutta la sua vita non ha, evidentemente, avuto la fortuna di goderne.

Queste persone hanno diritto a tutta la nostra comprensione e, se possibile, al nostro aiuto.
 
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300 replies since 6/11/2006, 13:25   3190 views
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