| All’alba di Giovedì scorso l’FBI ha arrestato Bernard Madoff. Probabilmente pochi su questo forum ne hanno mai sentito parlare, eppure è un personaggio, nel suo ambiente, molto conosciuto. E’ stato, tanto per dire, il direttore del Nasdaq, uno dei principali indici di borsa americani.
Se fossimo in Italia probabilmente sarebbe già libero ma, essendo negli Stati Uniti, è probabile che dalla prigione non esca mai più. Probabilmente non se lo aspetta nemmeno, ha settant’anni ed ha candidamente ammesso di aver compiuto una truffa, una truffa da cinquanta miliardi di dollari.
La cosa sconcertante è che si tratta della truffa finanziaria più semplice che esiste, anche in Italia è ben conosciuta: non so se qualcuno si ricorda di una sorta di catena di Sant’Antonio che imperversò qualche anno fa, nota come l’Aeroplano. Si quella in cui ti arrivava una lettera in cui ti si chiedevano dei soldi e ti si offriva la possibilità di guadagnarne molti di più trovando un certo numero di persone da aggregare alla catena.
Tecnicamente si chiama “società piramidale”, anche se gli americani preferiscono chiamarla “schema Ponzi”, non so bene perché. Consiste, quando è praticata ad alto livello, nel farsi prestare soldi garantendo tassi di interesse estremamente elevati. Questi interessi vengono pagati, man mano che la piramide cresce, con i soldi dei nuovi prestiti. Che arrivano copiosi dato il rendimento offerto.
Tutto funziona fintanto che la piramide continua ad espandersi. Poi comincia a divorare se stessa, cioè paga gli interessi utilizzando il capitale depositato. Infine, quando la gente comincia a subdorare la faccenda e cerca di recuperare i suoi soldi, ci si accorge che è rimasto solo l’involucro e di capitale non ce n’è più.
La cosa più incredibile è che la Piramide di Madoff andava avanti da almeno dieci anni, se non di più. Com’è stato possibile? Il fatto è che chi resta invischiato in un simile gioco ha tutto l’interesse a che non venga smascherato. Ha preso una tigre per la coda e, finché questa continua a correre, è ragionevolmente sicuro. Almeno continua ad incassare i suoi interessi del 15%. Se la tigre si ferma poi questa si gira e deve guardarla in faccia: ha perso. Tutto.
La crisi finanziaria ha provveduto a fermare la tigre e far collassare la piramide. Ora il gioco è vedere chi è rimasto con in mano le azioni della società di Madoff. Banche, soprattutto, ed i loro clienti. Per il momento nessuno lo ammette, sembra che quelle azioni si siano volatilizzate ma, da qualche parte, devono pur essere. Un buco di cinquanta miliardi di dollari non è cosa che si possa colmare spalmandolo qua e là. E le voci cominciano a girare.
Probabile che siano finite anche dentro a “prodotti strutturati”, cioè quei panieri di azioni emesse a copertura di altre azioni in cui alla fine nessuno sa bene cosa possegga. Vedremo. Parecchie banche italiane sembrano essere chiamate in causa…
Nanni
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