Non ho mai provato a scrivere cose dell'orrore.
Io sono più per i racconti divertenti e fantastici... ma un tentativo l'ho fatto.
Direi che mi è venuta una via di mezzo... non fa tanta paura, ma un po' cupo è.
Tanto, gli autori sono altri e, se è una ciofeca, sono da ciò esentata da ogni responsabilità letteraria.
Lo propongo così come l'ho scritto adesso... dovrei limarlo, ma lo limerò, forse, in futuro.
Un futuro che, se conosco la mia pigrizia, non arriverà mai.
L'archeologo e il mago
L’archeologo fu il primo a entare nella grotta sotterranea dopo migliaia di anni.
Aveva seguito le tracce di un’antica civiltà da molto tempo, dedicando a questo la propria vita e finalmente aveva trovato il sito giusto.
Resti di mura antichissime, i monconi di qualche statua ormai quasi del tutto fagocitati dalla Giungla e, dopo qualche giorno di esplorazione, il ritrovamento dell’ingresso della grotta, quasi per caso. O, forse, l’archeologo era stato guidato là da qualcosa che dormiva da troppo tempo.
La grotta, lo capì subito, era un’antica sepoltura e vi era conservato qualcuno di molto ricco e di molto potente.
Tutto attorno a quello che sembrava un sarcofago c’erano, infatti, moltissimi manufatti di oro, vasi che dovevano aver contenuto unguenti e spezie di grande pregio e poi c’erano pietre preziose così antiche che risalivano a secoli lontani in cui non si era nemmeno iniziato a tagliarle… erano là, grezze, dalla notte dei tempi.
Altra prova della ricchezza e della potenza era il fatto stesso che di quell’antica civiltà nulla era rimasto, nemmeno il ricordo se non in vaghe leggende, ma quell’uomo era stato tanto potente e tanto ricco da potersi conservare per millenni, ultimo della propria specie scomparsa e perduta, in quel luogo.
Accanto al sarcofago, c’erano pochi resti di quella che doveva esser stata la scorta o la guardia d’onore di chi dormiva nel sepolcro.
Nessuno saprà mai se furono uccisi prima o murati vivi a protezione perenne del proprio signore.
C’era, poco appariscente in mezzo a tanti oggetti preziosi, anche una specie di giara con strani simboli dipinti, che l’archeologo scoprì togliendo la polvere dei millenni con la mano.
La giara era, a differenza del sepolcro e di altri forzieri e urne, facile da aprire: bastava togliere un tappo fissato con la pece e l’archeologo lo tolse.
Dalla giara uscì un denso fumo scuro, dall’odore penetrante e, quando il fumo si fu diradato, apparve un uomo, o l’ombra di quello che era stato un uomo.
Vestiva un mantello di molti colori e sulla testa aveva uno strano copricapo metallico, più un diadema che un elmo.
L’archeologo era immobile, quasi pietrificato come le pareti che gli stavano attorno e, mentre si chiedeva se il fumo l’avesse in qualche modo drogato, l’ombra (o l’uomo) gli parlò.
“Nelle antiche profezie questo giorno era stato scritto. In questa tomba soltanto io potevo essere risvegliato.
Ero il mago al servizio del Grande Re che qui è sepolto, ma non sono stato ucciso e nemmeno murato vivo.
Sono stato conservato, grazie a un sortilegio che io stesso ho creato, in quella giara, per esser pronto al servizio del mio signore quando si fosse risvegliato.
Le nostre tradizioni narravano che il Grande Re si sarebbe destato per volere degli dei e in quel momento avrebbe avuto bisogno del suo mago.
Ma le tradizioni mentivano o gli dei hanno mutato parere e così io solo mi sono risvegliato, ora, per tua mano.
Avrei dovuto essere pronto a esaudire i desideri del Grande Re, ma il Grande Re non si è mai destato, quindi esaudirò i tuoi desideri.
Chiedi, straniero dallo strano colore della pelle e dai capelli come la paglia, chiedi e ti darò quello che mi chiedi.”
L’archeologo chiese, allora, con una voce strana: “Posso avere da te qualsiasi cosa?”
Qualsiasi cosa, ma non più di tre cose al giorno per tre giorni, poiché non sei il mio Re, ma solo un uomo.
Nella mente dell’archeologo si affollavano le mille cose che aveva sempre desiderato e non sapeva cosa scegliere per cominciare.
Poi decise: “Per prima cosa desidero una ricchezza sconfinata e inesauribile”.
“Mi è stata chiesta questa cosa molte volte e so bene come accordartela: vedi quella piccola urna?
Prendila e vi troverai dentro la somma che ti servirà in qualsiasi occasione.
Che tu voglia acquistare un pezzo di pane o un regno, un cavallo o la più grande nave del mondo, troverai sempre nell’urna il denaro sufficiente a pagare.”
L’archeologo, con il cuore che gli batteva forte, prese la piccola urna e tenendola ben stretta espresse il secondo desiderio: “Viaggiare nel tempo e nello spazio”.
“Anche questo mi è stato già chiesto. In quella nicchia nella roccia troverai una collana con un medaglione: quando la metterai al collo, ti basterà chiedere per trovarti ovunque e in qualsiasi epoca, passata e futura.”
L’archeologo, con il cuore che batteva fortissimo, trovò la collana e se la mise in tasca.
Poi si mise a pensare al terzo desiderio… e decise di chiedere subito ciò che ogni uomo vorrebbe sapere.
“Desidero che tu mi dica quando e come morirò”
Il Mago si fece triste e disse “Oh… anche questo mi è già stato chiesto, ma, sappi, uomo venuto da oltre i mari, che questa è una domanda pericolosa.
Essa non riguarda le cose terrene, ma cerca di conoscere gli insondabili disegni degli dei. Ciò non è mai un bene. Sei davvero sicuro di non preferire qualcosa d’altro? L’amore di ogni donna? La fama imperitura? L'eterna gioventù? La forza di mille leoni? Il potere assoluto? Renderti invisibile? Leggere il pensiero degli uomini?”
“Per questo ho ancora due giorni” rispose l’archologo “ora quello che desidero è sapere quando e come morirò”
“Va bene, te lo dirò” disse, grave, il mago.
Il cuore dell’archologo pareva volergli balzare fuori dal petto.
“Vuoi sapere quando e come morirai?
Morirai tra un minuto, qui.
Infatti, il cuore ti esploderà quando sentirai la mia risposta”.
Edited by Bum Bum Ghigno - 24/6/2011, 17:26