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Votes given by Forumista errante

view post Posted: 25/9/2023, 11:52 by: Vìt     +1Un boia di meno. - Politica italiana, Politica internazionale, Economia
Giorgio Napolitano, il comunista preferito da Kissinger, prima fascista, poi comunista, poi atlantista, insabbiatore, venduto, subdolo, fossero arrivati i marziani come nuovi padroni sarebbe diventato marzianista.
view post Posted: 24/9/2023, 19:07 by: Vìt     +1I Nobel e mio padre. - Letteratura
Mio padre morì quasi giovane, o quasi vecchio, tra un anno avrò l'età in cui lui andò, e era abbastanza incasinato ma amava i libri, un po' per ambizione borghese un po' per verità. L'unica cosa che ho ereditato da lui fu la collana dei Nobel Utet che mi sono trascinato nelle sacche per l'Italia, da Milano a Palermo, gli piaceva particolarmente Quasimodo, sottolineò più di altri con la matita alcuni suoi passi.
Una collana che, decimata, ho lasciato in Romagna a un caro amico polacco e una cara amica romagnola, gente rara e in gamba con cui però non mi sento più, perché la distanza non può essere coperta, alla lunga, con messaggi e telefonate.
Una collana di libri che mi iniziò alla vera lettura, anche se, sempre di mio padre, lessi ragazzino i Mondadori western, qualche giallo e qualche Urania.
Certo Truman Capote me lo consigliò mia madre, insieme a Amado, le donne amano Amado.
Ma quei libri lì, la collana dei Nobel Utet, piccoli, compatti, perfetti, tradotti da Dio e coi ritratti degli autori e delle autrici in china protetti da carta velina, erano così belli... e felici di viaggiare su treni e navi e aerei e come capitò... e due lasciati in una città, uno in un'altra, e così via e dunque siamo in due, anzi in 78, a ringraziare mio padre.
view post Posted: 24/9/2023, 10:14 by: Vìt     +1In culo ai menagrà - Attualità
E' molto difficile per me tradurre, anche se lo capisco in linea di massima quello è comunque vero sardo molto stretto, credo logudorese e io sono sassarese, il mio è un dialetto molto imbastardito e infatti chi parla il sardo storico ci disprezza.
Ma non ce ne frega niente.
Ti mando un pezzo di un cantante molto famoso della mia città e della provincia, Gino Ruzzetta, dopo che mio padre morì lasciandoci solo debiti e scarpe rotte fu l'uomo di mia madre, bevevano e mangiavano come non ci fosse un domani e si scannarono.
Il pezzo parla dei Candelieri, una festa di ferragosto religiosa/pagana, l'unica che religiosamente ha un senso per me.
Me ne fregasse qualcosa, ma insomma Ginetto canta lasciali scendere i candelieri, menagramo, non abbiamo il colosseo o le cattedrali, ma a noi qui ci pare il mondo intero, e se i candelieri mettono festa va tutto bene.



Edited by Vìt - 24/9/2023, 11:41
view post Posted: 26/8/2023, 17:18 by: Vìt     +1Gli uomini possono continuare a cibarsi di animali, sapendo che... I parte. - Popoli, Nazioni, Storia, Religioni, Costume
Eja, infatti il pianeta è pieno di predatori di qualsiasi classe animale, così, perché Dio si è sbagliato.
Tranne che con te, tu sei perfetto neh, come tutti i fanatici pensi di essere superiore a un maiale.
E a proposito, scusa devo andare ho un porcetto fuori che poi mi si brucia, lo mangerò onorandolo, molto più di come avrebbe fatto lui con me, io almeno l'ho ammazzato veloce e indolore, lui mi avrebbe mangiato vivo!
In effetti in cucina gli umani sono superiori.
view post Posted: 9/8/2023, 20:18 by: Vìt     +1Il piano divino. - Popoli, Nazioni, Storia, Religioni, Costume
Anche se è vero che l'Islam è morto mille anni fa, le religioni abramitiche e non modificano spesso fatalmente i percorsi del cervello, sostengono alcuni linguisti e sono d'accordo; le religioni sono ammissibili non oltre i vent'anni e per le donne, chiunque sia uomo e pure credente è uno psicopatico o comunque pazzo, e arreso.
view post Posted: 12/6/2023, 11:29 by: Vìt     +1Sylviondas - Popoli, Nazioni, Storia, Religioni, Costume
Sylviondas

Un viaggiatore ho incontrato, giunto da un paese antico,
mi disse: “Due immensi tacchi di pietra privi di tronco
si ergono in Padania… Vicino ad essi nella nebbia,
mezzo sepolto, giace un parrucchino in frantumi, sopra un cipiglio
e il corrugato labbro, il cui ghigno di istrione
rivela che lo scultore assai bene colse quelle passioni
che ancora sopravvivono -impresse in quegli oggetti senza vita-
a quella mano che le raffigurò e all’anima che le nutrì.

E sopra il piedistallo stanno incise queste parole:
“Sylviondas è il mio nome, il cavalier dei cavalier:
guardate alle mie opere, o nullatenenti, e disperate!”

Null’altro rimane.
Attorno allo sfacelo di quel rudere immenso, sconfinato e nudo,
si stende nelle nebbie, solitario, il piano.

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