[...] Io invece Milano la trovo bellissima.
Omaggi. Mi piace perché anche quando la si gira tanto e ci si perde, e io mi perdo sempre, si finisce per ritrovarsi. Mi piace perché in certe belle strade i palazzi eleganti hanno cancelli coi ghirigori leggeri e cortili che sembrano salotti. Mi piace perché l’architettura è geometrica e rassicurante, perché non ti schiaccia, come Parigi, alla quale un poco assomiglia. Mi piace il suo giallo pallido e la sua luce livida. Mi piace la
Torre Velasca, Sesto San Giovanni, gli scheletri delle fabbriche. Mi piace perché qui si capisce cosa siamo stati, o avremmo potuto essere. Mi piacciono le case della Bovisa, mi piacciono le chiacchiere nei bar, la gente che beve sui marciapiedi delle antiche vinerie. Mi piace il suo silenzio e i suoi tram, mi piace perché è bella e non lo sa, e perché qui, proprio qui, si capisce che quest’onda anomala che ci ha sovrastati tutti, quest‚onda fatta di denaro ignorante e volgare, che ci ha stampato addosso questa faccia arrogante, smargiassa, criminale, non durerà, è un epifenomeno.
Che questo Paese, a partire da questa città, si riprenderà la sua faccia bella, se la metterà addosso piano piano, senza far rumore, e se ne andrà di nuovo a testa alta, al lavoro, in silenzio, con un sorriso timido dentro un vecchio tram di Milano.
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