La Zattera del Villaggio: forum arte scienza politica letteratura cultura piaceri  sport enogastronomia giochi

Miei raccontini di rete, Vediamo se riesco a raccoglierli...

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view post Posted on 16/5/2013, 22:28     +1   -1
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Invidia

Qualche bastardo succhiaminchia berluskino dice che io sia invidioso.

No. Non lo sono.

Ma facciamo finta che io debba invidiare qualcuno.
Chi?

Un povero vecchio bavoso imbecille prostatico impotente, che ha passato la vita a leccare il culo di Gelli e i piedi di Craxi per fare una vita di merda?
Che ha 14 ville di cui 3 non le ha manco mai viste?
I cui figli lo schifano e non si sognano manco per niente di farlo giocare con i suoi nipotini?
Che restera' nella cronaca come nano pelato coi tacchi rialzati e il lucido da scarpe sulla capocchia?

Ma se devo invidiare qualcuno devo invidiare questo immane coglionazzo che quando e' solo arruola una trentina di ragazzotte e per tutta libido gli racconta barzellette vecchie e sceme, gli fa vedere il video dei suoi incontri internazionali e gli fa ascoltare apicella?
Per poi intonare tutti in coro: " Menomale che silvio c'e' " ???

Questo imbecille pederasta IO dovrei invidiare?

Almeno quando c'era Veronica, la compagnia non era un gran che , ma con Dotti, la Stefy Ariosto, Previti e mogliettina, Dellutri e commarella, qualche busta che girava, ma la discussione magari era piu' interessante.

Un miliardario coglione che come guardaroba ha 45 doppio petto tutti uguali, 67 maglioncini neri e 435 cravatte color grigio topo di fogna a pallini?
Ma se lo invidino loro questo psiconano che dopo la morte della mammina ha sbarellato come un adolescente.
Uno che si fa accompagnare allo stadio da Fido Fede...

Agnelli allo stadio si faceva accompagnare da Kissinger.
Le gite le faceva così: dallo yacht si faceva portare in motoscafo sul panfilo a vela.
Un paio d' ore di bolinate e poi ritorno sullo yacht.
Contatti con i potenti del mondo e non con mignottelle e leli mori.
Qualsiasi cosa indossasse diventava un cult.

Sì, se devo invidiare qualcuno invidierei Agnelli.
Al limite Montezuma.

Non certo lo psiconano impotente.

pv

Edited by pv - 26/11/2022, 22:03
 
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view post Posted on 5/9/2013, 21:46     +1   -1
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La mostella.


Per capire le fasi successiva sarebbe meglio ricordarsi quanto scritto ne :La testa del pesce

Partendo da Marco, il capo della pescheria.
Che alla fin fine scemo non e'.
Abbozzante e finto tonto, ma a tutto c'e' un limite.
Pero' ormai e' un gioco delle parti.
Noi ci fidiamo di lui e lui ci ha inquadrati.
Se passiamo ( l' altra e' la mogliettina naturalmente, cui affido il 75% delle pubblic relations) verso la fine dell' orario, verso le 13, mi propone , con discrezione e non sempre, le ultime schifezze che gli sono rimaste e che nessuno al mondo comprerebbe.
"C'e' una fritturina di paranza freschissima, te la do' tutta ( 2 chili di solito) per 5 euri".
- E ma non so, duei chili sono tanti...
- Dai dai.
- Ok va bene...

Ogni tanto ci prova, sempre con pesci abbastanza anomali:
- C'ho delle lecce bellissime, quante ne vuoi?
Guardo il prezzo, 17 euri , penso che e' insceminito
- Peccato, il mese scorso me ne avevi date due chili ( sempre due chili ma a 8 euri) e ce ne ho ancora qualcuna in freezer.
La mogliettina che a volte e' una spalla meravigliosa: - Mica avresti mezzo chilo di acciughe che il pesce azzurro fa benissimo e che mangiato appena scottato, fatto cuocere con un filo d' olio e.....
Epprima che abbia finito di parlare non solo c' aveva gia' dato le acciughe, le aveva anche pulite e io avevo pure pagato.
- ... e poi condite con un po'....
- Ok ciao Marco alla prossima.
Fuori dalla pescheria. La moglietina - Ma tu non mi fai mai parlare! :angry:

Ieri avevamo adocchiato dei pesci mai mangiati prima.
Rossi, media grandezza ( 2-4 etti) a meta' stada tra la triglia e il merluzzo.
Due cassette: 14 euri e 9 euri.
In effetti Marco ha spesso due cassette di pesci uguali con prezzi diversi.
Logica vorrebbe che quelli che costano meno siano del giorno prima e quelli piu' cari quelli del giorno, ma c' ho pure il dubbio, anche perche' il giorno prima le mostelle ( eh sì siamo arrivati alle mostelle) , che siano gli stessi pesci ma che li dia a seconda della simpatia o della fedelta' del cliente.
Chiesta una spiegazione dice che sono freschi uguali e che provengono da posti diversi. Abbozzo ma non ci credo.
- Che pesci sono questi?
- Mostelle, c'e' scritto sopra. Quante ne vuoi due chili?
Era tardi verso le 13, quasi in chiusura.
Moglietina - A cosa assomigliano?
Marco: - Sono pesci di profondita', assomigliano un po' ai merluzzi, ma hanno un odore fortissimo di mare, la maggior differenza piu' per il sapore e' proprio il profumo inebriante di mare.
E si avventa sulla cassetta da 9 euro. E da lì ho capito che d' ora in poi il bluff e' finito, ci ha inquadrato e potevamo giocare a carte scoperte.
Ne riempie un saccoccio, circa un chilo. 4, 5 pesci.
Mogliettina: -Se ce li dividi in due sacchetti.
Marco: - Ma va, se ne prendete un altro chilo vi faccio sei euro al kilo.
Conferma definitiva . Ci ha inquadrato e sgamato.
Io: - Evabbuono.
Mogliettina: -Ce li pulisci, pancia e coda che sai la padella non e' abbastanza lunga per contenere la coda, e vedo che sono piuttosto lunghi, e poi come si cucinano e poi....
Marco riesce miracolosamente ad intervenire: - Stiamo chiudendo stiamo gia' passando la candeggina ma se li sfilettate, cosa peraltro abbastanza semplice, si aprono, poi si infilano le dita davati e dietro, sotto la spina, si tira e il gioco e' fatto. Si impanano, friggono e voilà.

Torniamo a casa con due chili di mostelle.
Chi pulisce il pesce sono io.
Comincio l' operazione, apro la pancia e si sprigiona l' effuflio.
Ma non di mare .
Un' immane puzza di merda.
Ora il dubbio : o continuare o buttare tutto nell' umido.
Prima di buttare il tutto, mi offro una chance.
Pulisco tutti e 10 i pesciotti.
La puzza di merda si espande . Dalla cucina verso tutto il resto della casa.
Chiudo la porta della cucina, spalanco la finestra.
Ora che fare?
Vabbe' gia' che ci sono li cucino.
Il risultato non e' male.
Sono piuttosto buone. Polpose, carni bianche e cotte non sanno manco di mar...di merda.

Quelle che avanzano le surgelo. Non si sa mai che Marco me le riproponga .

Direi da riprovare, e magari me le faccio pulire da lui.

Se qualcun altro ha esperienza di mostelle, me lo faccia sapere. ^_^ ;)
 
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view post Posted on 29/12/2013, 13:22     +1   -1
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Odio le zeppole .


Odio le zeppole.
Anche' perché me le trovo ovunque, anche alla sagra della bagna cauda, con mille nomi diversi, sempre annunciate con un sorriso smagliante come fossero una prelibatezza, magari anche afrodisiaca.
Per cominciare intoppano lo stomaco quasi come quei panetti che ho visto in un film cinese che se ne mangi sette le budella letteralmente scoppiano.
E il resto del cibo che non puo' piu' uscire dal culo o riesce da dove e' entrato o si intorciglia con tutte le budella per tre notti di fila.
Al secondo posto, dopo appunto il sorriso ebete con cui le propongono e l' enfasi con cui le pubblicizzano, c'e' il nome di quello che poi e' pane fritto.
Pane... pasta di pane che viene spacciata per pasta di pizza, che poi e' stessa cosa...
Dalle zeppole calabre, allo gnocco fritto emiliano, alla stessa cosa che ho mangiato quest'estate in liguria con altro nome, passando per mille altre varianti fino alle famigerate donzelle piemontesi di ieri notte...eccomunque continuero' a chiamarle zeppole, a causa della mitica sagra della zeppola calabra.

Contrariamente alla fama di sterminato intenditore culinario, ho qualche lacuna.
Infatti il primo background giovanile era di tipo vegetariano, biointegrale salutistico con venature vegane.
Infatti mi era giunta vagamente voce di una specialita' emiliana deliziosa chiamata gnocco fritto.
La leggenda dello gnocco fritto e' perdurata per anni, finche' non l' ho assaggiato.
Ma per altri lustri pensavo che fosse una combinazione di una mistura di strutto mescolato ad aglio, eventualmente sostituito dalla coppa abbinato con un po' di pasta pane buttata a friggere.
Dopo anni ho capito che strutto, lardo, aglio, pancetta e salumi vari non erano che il condimento del famigerato gnocco fritto. Che mi e' rimasto sullo stomaco per 4 giorni.

Fino alla sagra della zeppola.
Mai vista sagra piu' affollata.
Orde di calabresi che tornavano dal resto del mondo per godersela.
Code chilometriche sia alle che casse che di fronte alla padella di olio bollente.
Chi ne prenotava trenta porzioni da portare a casa per sfamare tutto il parentato riunitosi per l' occasione, facendo imbufalire come un calabrese imbufalito chi ne voleva quattro saccocci da passeggio.
Ore di attesa.
Con due varianti con acciuga o liscia.
Pubblicita' della sagra per tutta la provincia di Reggo Calabria, sia parte tirrenica che ionica.
Io e la mogliettina manco sapevamo che cosa fossero 'ste zeppole.
Che poi hanno pure lo stesso nome dei dolcetti con la crema di San Giovanni...
Che poi costavano una paccata di soldi : allo stesso prezzo , due euri ci facevamo la pasta sugo che non so come cavolo chiamano la pasta , con vino della sagra del giorno prima ma che era da visibilio...
Optiamo per la variante "acciuga".
Alla fin fine ci troviamo con questo cartoccio di pane fritto con dentro un quinto di un' acciuga sott' olio. Cioe' con un filetto d' acciuga facevano il riempimento per cinque zeppole.
Il rapporto era dunque un' acciuga intera / 10 zeppole. Come la decimazione.
Assaggiata una per uno, buttate nel cestino dell' umido le tre rimaste, ci siamo fiondati a verificare se la sagra della pasta tipo viscitelli al sugo c'era ancora nel paese vicino.

Ieri "donzelle".
Stessa merda ma senza le acciughe.
Tanto per concludere con le zeppole: appena tolte dal grasso bollente e per due minuti sono ustionanti; tra i due e i cinque minuti sono calde e mangiabili; tra i 5 e i 10 minuti sono tiepide e il sapore vira ad una specie di focaccia tiepida unta pucciata in olio rancido; oltre sono una massa disgustosa fredda che fa meditare se convertirsi alla copofragia.

Perché le donzelle dunque?
Ieri era la giornata dedicata alla "gita fuori porta" per assistere allo spettacolo del mitico Guitar Rey, chitarrista della Treves blues band.
Treves blues band che abbiamo gia' visto negli ultimi mi due anni altre tre volte.

Alla "Sacra birra" di Sant' Ambrogio Torinese.
Che sara' fuori porta da Torino ma che e' a 200 km da casa.
La procedura delle gite fuori porta e': identificare un fulcro, il concerto di Guitar Ray, e a spirale verificare se nei dintorni c'e' qualcosa di interessante da vedere.
Scartate quatto luminarie di artisti "famosissimi" che imperlavano il centro natalizio di Torino, l' obiettivo e' stato identificato: la Sacra di San Michele.
Breve giro in rete, sembra OK, orari e visita guidata coincidono.
Al pomeriggio, prima del concerto, e relativa cena... siamo lì.

Gia' avvicinandoci si scorge in cima ad un cocuzzolo, all' ingresso della valle, quella di Susa, un edificio imponente, maestoso, austero, quasi tetro.
Si sale per qualche centinaio di metri, per fortuna faceva caldo e non nevicava, si giunge alla stradina che porta a quella cosa là.
Un po' rocca, un po' castello, un po' abazia, un po' monastero, un po' non so cosa... infatti ha un nome unico: Sacra !
Raramente ho visto qualcosa di piu' splendido.



Nacque ai primordi del cristianesimo con una , poi due, poi tre cappellette incastonate nella roccia, vide l' epica battaglia tra Longobardi e Franchi quando Carlo Magno vinse e penetro' in Italia...
In sintesi a poco poco l' evoluzione fu questa: avete presente un picco di un monte aguzzo?
Ecco, attorno a questo picco fu costruita una struttura imponente, che e' un po' tutto quanto accennato prima .
Sul cocuzzolo del picco del monte, di circa due metri quadrati, fu costruita la chiesa, decisamente grande. Sotto la chiesa: il vuoto, colonne impressionanti e tutta la struttura .
La Sacra di San Michele appunto. Diventata in questi anni il simbolo del Piemonte.
Panorama naturalmente spettacolare: a sinistra la Val di Susa e a destra Torino e la pianura padana.

Poi visita al grazioso paesino di Avigliana.

Alle otto ingresso trionfale alla "Sacra birra saloon" di Sant' Ambrogio Torinese.
Cena e concerto 20 euro: prenotazione obbligatoria.
Il giorno prima: "Possiamo prenotare? Ci dia un bel posticino abbastanza vicino al palco ma non proprio sutto le casse."
"Certamente!"
Il tavolone da 8 era attaccato al palco e naturalmente sotto le casse. Per fortuna il volume si e' dimostrato poi accettabile.
Ci acccomodiamo, come cuscino usiamo i cappotti dato che non c'era altro posto dove metterli se non sotto il culo, andiamo in bagno e al tavolo davanti al cesso chi cavolo c'era?
Guitar Ray? No!
C'era quel pirla di Fabio Treves con la sua band!
Senza Guitar Ray.
Ora, anche a mangiare aragosta e caviale tutti le volte ci si rompe i marroni e si desidera una bella minestra di sedano, Treves non sara' aragosta e caviale, ma una buona faraona col le patate sì. Ma anche con quella dopo un po' ci si stufa.
Scambio di sguardi stupiti a tre: io, mogliettina e Treves, con cui peraltro ci avevamo parlato dopo i precedenti concerti e scambiato un po' di mail complimentosi, e ci sorbiamo la cena.
Due ottime birre medie, pizza ai funghi, piatto di salumi e formaggi, grigliata mista composta da 2 salsicce, due costate di maiale, due costine, un wurstel, mezzo pomodoro, due foglie di lattuga, cestino del pane, patatine fritte abbondanti e infine la star della serata, in quantita' industriale, equipollente a tre pacchetti di zeppole calabre, sia sulla grigliata che che sul piatto dei salumi... le donzelle!
Gaudio e tripudio!
Naturalmente lasciamo lì meta' della roba che ci avevano portato e tre quarti delle zeppole/donzelle.
La birra e' evaporata subito.

Comincia il concerto alle undici.
Tristissimi per l' assenza del Guitar Ray, ci sorbiamo la solita ottima faraona arrosto.
Ambiente vivace, misto , brillante, gioioso.
I maschi non mi interessano.
Le femmine: variegate, di tutti i generi ed eta', gnocche, meno, zoccolette, sole, accompagnate, scatenate nel blues, compassate, foxies ( la differenza tra una foxy e una zoccola? Tre bicchieri di martini) ( Poi ve la spiego) e... la visione...

Avete presenta tre punti e una retta?
Del tipo : partite da Sant' Angelo di Puglia e dopo mille chilometri arrivate alla Sacra di San Michele, tirate dritto in linea retta per altri mille chilometri e si arriva al Mont Saint Michel.
La retta e' il mio sguardo: io sono la Puglia, i mille chilometri sono i tre metri che mi separano dal microfono di Treves ( la Sacra), altri mille chilometri, tre metri al di la' del palco, c'e' LEI, Mont Saint Michel.
Una visione.
Una giovane trentenne tale e quale alla Gelmini: stessa faccia, stessi occhiali, stessi capelli, vestita di una tunica al polpaccio di maglia a strisce arancioni , rosse e marroni.
Che "ballava" in prima fila muovendosi come un sacco di patate preso a calci da uno scaricatore di porto.
Mai visto niente di piu' intrigante, arrapante e sexy.
La mogliettina era dietro a fare foto e filmini e a schivare un pazzo che ha ballato tutto il tempo come tarantolato.
Il mio sguardo era diretto verso il microfono ma l' obiettivo era a mille chilometri di distanza, fissato su quella visione celestiale...
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pv che scruta verso mont Saint Michel

All' una, un po' tristi si riparte per casa.
La mogliettina: ma lo sai che quella zoccoletta vicino a me, con la camicetta bianca scollata, scatenata, non la cagava nessuno e che molti mi lumavano perche' sono brava e seria?

Certo cara, lo so, lo so bene...

Alle tre finalmente a casa: oggi zeppole sullo stomaco.

Edited by pv - 4/1/2014, 13:50
 
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il_pruno_bianco
view post Posted on 30/12/2013, 00:12     +1   -1




ho un dejavù, o un dejalet... questo racconto l'ho letto ieri :o:

però non c'era la foto...
 
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view post Posted on 21/12/2014, 10:11     +1   +1   -1
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Da un contest "letterario" con tema: Il treno:


La ricerca del treno perduto

Un te', per favore, avete anche dei biscotti, sì va bene quelli, ma sono gli inziddi, alla stazione di Ossiccio e' l' unico posto dove li vendevano, chissà da quale pasticceria venivano, al confine di tre regioni, erano fatti solo di profumo di fluge, lentisco, macis e pimento, quello che mi sta compenetrando adesso, era il treno per Gimuna, l' ultimo anno della motrice a vapore, l' ultimo treno che palpitava come una bestia, un cavallo, una cosa viva, no no anche le canzoni adesso, la prima classe e la terza, le uniche frequentate, in seconda non ci andava nessuno.

In terza ci saliva Albertina, vestita bene, col vestito di crinole verde, guanti di pachelle, e il cappellino d' orley, si sedeva alla fine del vagone, accanto al vagone ristorante dove poi passava tutte le due ore e quarantacinque prima di arrivare a destinazione, facendo durare il suo te' senza biscotti, il più a lungo possibile, lei moglie del droghiere che non apprezzava questi viaggi del giovedì, in compagnia pure della moglie del farmacista, dello studente di architettura e dell' organista della parrocchia, che stavano là in carrozza non sapendo perchè erano lì , perchè andavano a Gimuna e perchè Albertina non stesse con loro.

Fabiana saliva in prima classe, con il sindaco e Lorena sua moglie , Mariella e Osvaldo, che possedevano terre messe a viti, mele, pere, ulivi e quant' altro avevano a disposizione dal 1632 quando Ottone II glie ne diede il diritto di proprietà per alcuni servizi resi, per lo più massacrare impalare e bruciare qualche strega eretico e miscredente che essenzialmente voleva solo sopravvivere all' avo di Mariella, Osvaldo aveva la funzione del fuco, gli riusciva bene ma nient' altro e in prima classe restavano poco, il luogo del discutere, oh sì, si discuteva di tutto, della moda, del buon vivere, di musica, di libri , soprattutto di libri che nessuno aveva letto ma di cui tutti avevano sentito parlare, non certo a Ossiccio, forse a Gimuna, forse, e della nuova arte, il cinema, di pellicole assurde , di storie di pezzenti, di poveri, di belli, mangiando la specialità del vagon restaurant, garasso e coregone, fritto il primo e in carpione il secondo, sautè di crostacei e pasticcio di topinambur, riesling e merlot, rosolio di basilico (verde), anice (bianco) e mirtillo ( rosso).

Giovedì diluviava e pure il giorno prima e pure martedì, il sindaco, Lorena, Osvaldo, Mariella rimasero bloccati dall' esondazione del Frabo, io ero sempre lì al bar della stazione e comparvero, miracolosamente Albertina, 20 minuti prima della partenza e Fabiana giusto all' arrivo del locomotore sbuffante, come se il cielo si fosse terso e le montagne si stagliassero contro il cremisi del mezzo mattino salì in carrozza gratificandomi dell' appoggiare la sua mano al braccio che le porgevo, non si curò, come sempre, di Albertina che non mancava però di notare e soffermò per la prima volta forse, lo sguardo sui fiori di cappero che non so come riusciva sempre a procurarmi, a me solo e solo il giovedì il buon Luca e ogni volta mi accompagnavano nel viaggio verso Gimuna, ma questa volta restammo nello scompartimento, Lorena prese i fiori del cappero, declinò l' invito del ferroviere che dopo l' obliterazione ci prospettava come al solito il ristorante, fece chiudere le tendine, annusò e poi passò i fiori sulle labbra, poi scorsero sul collo e per la prima volta notai che la blusa era leggermente aperta, e da quel giorno per Fabiana e Marcello, sì io mi chiamo Marcello, "oh capperi" non fu più un' esclamazione ma una invitante promessa reciproca.

La locomotiva è andata in pensione assieme alla terza classe, gli affari del droghiere andavano bene, ora aveva ampliato l' attività e aveva aperto il primo supermercato al paese , alla moglie del farmacista si era aggiunto pure il marito e forse era l' unico di cui si sapeva cosa andasse a fare a Gimuna là essendoci la Ballestro, la squadra del mitico Metti che aveva già vinto il giro e la cronoscalata del Voletto e il campionato del mondo ad inseguimento, e le visite del farmacista forse erano solo per l' attrazione reciproca anche se la borsa dell' andata tornava sempre vuota, l'architetto che ora era tale e non più studente aveva lo studio al capoluogo e l' organista non suonava più in chiesa ma al San Giorgio, ma anche Osvaldo e Mariella e con me e Fabiana rimanevano solo l'ex sindaco , ora solo assessore e la sempre più inutile Lorena.
" Marcello, ma quanto sono noiosi gli amici di Albertina, sempre a parlare di moda , di musica, di libri , soprattutto di libri che nessuno di loro legge ma di cui hanno solo sentito parlare e di cinema."

"Carissima Albertina, qua ora ci siamo tutti : il consigliere comunale, la sempre più inutile Lorena, tutta la vecchia guardia, manca solo il cornuto di tuo marito sempre occupato ad aprire supermercati e il farmacista in galera per doping, che dici, andiamo a chiamare Fabiana che e' sempre là in seconda classe che da anni ci guarda con occhi imploranti?"
"Vai Marcello vai, e' vestita da far schifo, non si compra qualcosa di decente dallo sbarco sulla luna, ma se ti fa piacere, non sono mica gelosa dei tuoi capperi, vai pure Marcello."

Buoni gli inziddi o come li chiamate qua, chissà da quale delle tre regioni è emigrato il pasticcere, sono fatti solo di profumo, quello che mi sta compenetrando adesso, la terza classe non c'è più e neppure la motrice a vapore.
Garçon, la cuenta, per favore.
 
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view post Posted on 20/6/2017, 19:42     +1   -1
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Non ci sono piu' i cinesi di una volta.

Venerdì: mi cade il PC con attaccata la chiavetta su cui ho tutti i flie.
E quando dico tutti intendo tutti.
Evidentemente un back up l' ho fatto, ma tre mesi fa.
Ma ad es un dato che poteva interessarmi erano i chilometri dell' ultima scheda carburante.
Senza di quelli i conteggi del secondo trimestre si fottono.
Non era una tragedia, bastava telefonare al commercialista, dire che sono un pirla che ha spappololato la chiavetta senza salvare i dati ecc. ecc.
Piu' una decina di altre cose che avrei preferito non perdere.

Sabato: andiamo a cercare un negozio con qualcuno che sappia che fare.
I negozi di informatica che conoscevo sono estinti.
Mi ricordo che in un ipermercato forse c'e' qualcosa.
Lungo la strada trovo un "Telefoni, computer, riparazione vendita".
Mi ci fermo: - Mi si e' spappolata la chiavetta, si puo' fare qualcosa?
Lui- ha visto se funziona?
Io - " pensiero" -Ma bruto scemo, se funzionava venivo da te?
Io- Sì ho visto, non funziona.
Lui: Per queste cose del cacchio anche io mi rivolgo ai cinesi, per tre euri te la sistemano.
Io- Ah, e dove li trovo i cinesi?
Lui: al prossimo paese, lungo lo stradone. Ma e' lontano.
Io: Ho anche una macchina, in 4 minuti ci arrivo...
" pensiero" : questo e' scemo tutto.

Lungo la strada, vedo pure "Computer, vendita e riparazione". Mi accosto: Sabato chiuso.
Trovo i cinesi:
-Ho la chiavetta che non funziona. Si puo' fare qualcosa?
Cinese: - adesso la provo... non funziona.
"pensiero" - brutto pilla, questo lo sapevo anche io.
Voce: ma si puo' fare qualcosa?
- No non funziona..
- ma porca troia, ci sara' da saldare un contatto...

Resto del week end. Disperazione assoluta...
Per colmo della casualita' mi casca pure il cell e mi si imbelina il vetro protettivo, ( consigliato a TUTTI )

Lunedì : andiamo nel negozio di computer:
Io: solita storia.
Loro: bene bene bene, ma funziona?
Io: !?!?!?
Loro: sì alle volte anche se si collega non legge i dati, comunque i dati ci sono, basta entrare nella memoria, fare questo, fare quello, ma la chiavetta( brutto pirla) non serve da back up, vabbe' 150 euro e te la rimettiamo come nuova.
Io: no grazie, non era poi così importante.

Gia' che c'ero passo dal cinese di sabato per il nuovo vetrino protettivo e vedo che di cinese ce n' e' un altro, piu' brutto e che non parla l' italiano forbito del primo...
Mi cambia il vetrino..
-Cinese: 10 eulo...
-Io: poi ci sarebbe pure questa chiavetta....
Cinese: basta una saldatula, 10 eulo. tolna fla un' ola.

Per fortuna qualche cinese come una volta c'e' ancora !
 
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view post Posted on 22/4/2019, 14:51     +1   -1
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CITAZIONE (pv @ 27/8/2013, 22:05) 
Volevo farla fuori.

Avevo a disposizione una scogliera, un materassino azzurro e un mare.
Non abbastanza incazzoso.

Siamo a Mongibrello.
Troppo affollato per una scivolata dalla scogliera.

Si passa al giro in materassino.
Lo spingo verso la punta.

Maddai cara, non vedi che siamo vicino a riva.
Eppoi il materassino non si puo' sgonfiare...

No, no, no...piu' al largo non ci vado.

Ma li vedi quei tre laggiu', in punta, isolati.
Saranno tre culattoni.
Se vuoi va da loro.
Ti lascio il materassino.
Io vado al capo.

Ma lossai caro che erano proprio simpatici, non erano mica culattoni.
Mi hanno proprio fatto una bella impressione.
Sembrava quasi che volessero farmi e basta.
Ma e' bastato fargli qualche complimento.
Si sono sciolti come cetrioli di mare.
Ma pescate?
E quanto pescate?
Ecchebravi che siete!
Eqquando sei tornato da dietro il capo mi hanno fatto vedere tutti i loro pescetti.
E me li hanno pure regalati.
Un paio di mennule, tre pagliacci, due sardelle, qualche sarago... tre quattro etti in una mezza giornata di pesca in tre.

Alla sera fritturina.
 
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view post Posted on 1/5/2019, 22:24     +1   -1
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I due uccellini... o forse uno
Sul selciato del giardino trovo un uccellino implume caduto da chissà quale nido.
Lo do per morto, e come al solito quando trovo qualche cadavere di bestiolina prendo la pala per seppellirlo.
Scavo una buchetta, prendo la paletta, lo raccolgo, ma e' ancora vivo, si muove.
Vabbe' sara' moribondo, lo grazio.
Prendo la pala per finirlo e l' uccellino apre l' occhio e mi guarda.
Tutto il prossimo paragrafo e' quello che mi e' passato per la testa in un secondo:
- Perché hai aperto gli occhi, perché mi hai guardato , cosa mi pare quello sguardo ?
uno sguardo implorante? pieta' fammi vivere o pieta' non farmi soffrire?
Ma come faccio a decidere? a questo punto non posso che farlo smettere di soffrire. -
Il secondo e' finito , la pala scende e gli taglia la testolina, un' altra badilata e il corpicino e' seppellito.

Lo stesso giorno, incredibilmente girando per la rete, trovo un articolo:
" Non toccarmi: se trovi un uccellino caduto dal nido non toccarlo, probabilmente i suoi genitori possono
trovarlo e forse salvarlo, mentre se lo sposti non lo ritrovano e morira' sicuramente."
A parte il non senso dell' articolo , il fatto mi ha notevolmente colpito.
E rattristato ulteriormente.

Il giorno dopo, proprio il giorno dopo, trovo un altro uccellino simile al primo, ma sul cespuglio di eriche.
-" Beh questo non si sara' fatto molto male, vediamo come sta."
Mi avvicino speranzoso e mi accorgo che...
non ha la testa, e' decapitato.
-"Sara' stato un gatto nei paraggi"

Prendo la pala scavo un' altra buca, vicino alla prima, lo seppellisco.
Non ho avuto il coraggio di vedere se nella prima tomba ci fosse ancora il corpicino del primo uccellino.
 
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view post Posted on 13/5/2019, 15:32     +1   -1
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L' alberello d' arance.

Ecc' era e c' era una volta, ancora la lira.
No, non lo strumento musicale ma la valuta italiana.
Piu' di venti anni fa.
E cosa c'entra con la nostra storia?
In effetti poco, e' solo una misura del tempo che passa.
Piu' di venti anni fa.... fossimo stati eroi saremmo stati solo giovani e belli.
Io, la mogliettina, i gestori dell' agriturismo nelle Madonie.
Eggia' tutto ebbe origine la'.
Sulle alture, al fresco, ad agosto , con vista del mare.
Quando la pensione "mezza" costava 100.000 lire a camera.
Mezza vuol dire che c'era l' accesso alla più fantastica cucina rustica fino alle 12,00 in cui si poteva accedere alla dispensa: pane, latte, formaggi, latticini, salumi, marmellate, mieli, uova da farsi come ognuno voleva, te' , caffe', frutta, susine, gelsi, mennule ( mandorle) e soprattutto spremute: si prendevano le arance valecia dal cesto, si mangiavano o si spremevano.
La sera poi la cena che a Lucullo je faceva 'na pippa.
( Questo non c'entra con la storia ma la' ho incontrato i piu' interessanti viaggiatori del Mediterraneo, ad esclusione delle tre mitiche professoresse campane dell' agriturismo sardo. Ma questa e' un ' altra storia)
Ora e' tutto finito: dei 20 ospiti a 100.000 a camera sono rimasti 10 a 150 euro.
Si guadagna il doppio con meta' fatica.
Restano solo le arance valencia.
Trascuriamo la latta d'olio migliore che abbia mai degustato, ma pure questa e' un ' altra storia, tornammo in Brianza in macchina col grazioso omaggio di 5 chili delle mitiche arance di cui confesso avemmo strabordato con l' abuso durante il soggiorno.
Peraltro io graziosamente mi prestavo pure ad andare a raccoglierle, nonché a raccogliere i favolosi gelsi , che pero' tingevano come la porpora per cui dovevo salire sull' albero del gelso rosso seminudo, con grande sollazzo (eravamo giovani e belli) delle tedescotte, francesine ecc... e grande scuorno della mogliettina...( ma anche questa e' un' altra storia) .

A questo punto ricordo ai miei tre fedeli lettori che nei miei raccontini incomincio bene, poi mi rompo e concludo il prima possibile.

In Brianza accumulai un centinaio di semi delle arance.
Quanto mi sarebbe piaciuto parlarne anche con nanni... quante cose ci confidavamo...

Ho provato a farle germogliare e a ripiantarle, alla fin fine spuntò una sola pianticella.
Sei mesi fa ho piantato 10 noci raccolte sotto un albero di noce e sono spuntate 6 pianticelle di noce: anche questa e' un' altra storia.

Una sola pianticella: quasi un miracolo.
Curata, coccolata , vezzeggiata , eravamo ancora nell' era della lira.
Affidata , inconsapevolmente alle cure della madre , mia, in Liguria, la quale per evitarle traumi la nascondeva sotto la tettoia. Così se non pioveva non prendeva acqua e se pioveva neppure.
La povera piantina l' ho dovuta riportare in Brianza quasi cadavere.
Ma anche io poi andavo in vacanza, e se non pioveva ad agosto la povera piantina la ritrovavo mezza cadavere.
Per non parlare degli inverni, dove per "proteggerla" la confinavo nella taverna umida.
Dove resisteva cadaverica a stento,

Poi anno dopo anno, d' inverno ti copro col telo povera cara, inverni anche miti.
E infine ad oggi , dopo più di 20 anni, alta meno di un metro, quando tuoi colleghi, allori, melograni, pini, oleandri sono alti piu' di 10 metri, tu carissima deliziosa bellissima piantina di arancia valencia adesso , dopo venti anni , hai fatto vedere le tue splendide profumate zagare.

Per piantare un albero il momento migliore e' 20 anni fa.
Il secondo momento migliore e' adesso.
 
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view post Posted on 10/9/2022, 19:24     +1   -1
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Parlare con l' albero

Discorso tra pv e il fico.
Discorso... io parlavo e il fico ascoltava.
A meta' inverno:
-pv : " Caro fico, finora hai fatto quello che hai voluto.
15 anni fa sei spuntato. Hai tu scelto il posto. A me andava bene, nell' aiuola di fronte alla finestra.
Hai cominciato a crescere . Io ti ho coccolato, ti ho potato , ti ho trattato benissimo.
Dopo pochi anni, con mia somma soddisfazione, hai cominciato a buttare fuori i frutti che da adesso chiamero' fichi.
Solo che buttavano nelle piu' impensate stagioni dell' anno e se per puro caso cominciavano a buttare a fine
primavera, a maggio/giugno inizio luglio, o si seccavano o cadevano marci e immangiabili.
Ho sopportato e sperato.
Poi mi sono strarotto e ho pensato di abbatterti pensando che tu fossi selvaggio e improduttivo, bisognoso di innesti e altre stramenate.
Poi occasionalmente hai prodotto un fico giallo: delizioso. Allora non eri selvatico, ma solo stronzo.
Ho sopportato per altri 10 anni, piu' per pigrizia che per altro, e soprattutto perchè con la sega a mano era un pò difficoltoso abbatterti.
Nel frattempo, in 10 anni, di qualche migliaio di fichi che hai prodotto, 6 e dico sei ( 6) e dico sei in dieci anni, erano buonissimi.
Ora siamo a febbraio. La vedi questa? E' la sega elettrica senza fili worx.
Mica l' ho comprata per te, ma per sfoltire e diradare l' alloro , il melograno, i cipressi...
Ma la vedi? La vedi bene?
Anche se sei un ficone dal fusto di 20 cm di diametro, e 5 metri di diametro frondoso, in mezz' ora ti abbatto.
Se quest' anno non mi produci un bel po' di fichi commestibili, ti sego e al tuo posto ci pianto un oleandro.
Che come albero mi fa pure abbastanza schifo dato che non da frutti commestibili.
Capito mi hai? "
Pare l' abbia capita. Tra fine agosto e inizio settembre assieme a un centinaio di frutti immangiabili, ad ora almeno una ventina di fichi deliziosi.
E a fine raccolto, almeno un paio di chili saranno stati prodotti.
Forse dovevo solo parlargli.

Edited by pv - 10/9/2022, 20:48
 
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view post Posted on 19/10/2023, 08:24     +1   -1
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CITAZIONE (pv @ 22/1/2011, 13:09) 
CITAZIONE

La tragedia di un ridicolo clown


Quello che piu' ha impressionato me in questa triste e patetica storia e' come quella cinquantina :o: di puttanelle trattava il povero papi.
Da rincoglionito abissare. Da povero fesso da spellare.
Peggio delle peggiori parodie dei cummenda milanesi.
Evitando di citare maestri come Gino Bramieri, ma neppure i piu' dementi deliri di Giorgio Porcaro e Alvaro Vitali si sono avvicinati all' imbecillita' patologica del pederasta puttaniere.
A quel vecchio normalmente non gli si rizzerebbe mai.
Ha bisogno di chiedere alla Daddario di portargli un' amichetta e di leccarsi a vicenda. Ha bisogno che quella di stavolta si vesta da infermiera con lo stetoscopio, le autoreggenti, il camice e nuda sotto. La parodia Edwige Fenech e il povero idiota come Alvaro Vitali.

Ora in effetti i festini si sono un po' evoluti e si va un po' piu' verso il bunga bunga ovvero il troiaio.
In quelli iniziali prevaleva piu' la parte patetica e triste della vicenda. Un povero vecchio solo triste e pieno di soldi.

Andiamo con ordine: le tre fasi dei festini.
Protagonisti: un povero veccho solo triste ricco circondanto da sanguisughe sciacalli e papponi. Una cinquantina di mignottelle giovani.
Soprattutto all' inizio la prima fase era la predominante: la fase "ludica"
Le trenta ragazze erano accolte, veniva dato loro da mangiare, da bere e poi erano "costrette" (dietro lauto compenso) a pratiche aberranti infami degradanti e debilitanti.
Dovevano nell' ordine:
Sorbirsi le barzellette del vecchio scemo
Pipparsi un video di 1h,15' in cui il vecchio scemo incontrava i grandi del mondo
Restare sveglie al concerto del piu' triste degli Apicella
Cantare in coro canzoncine del tipo : Menomale che silvio c'e'.
Sempre ridenti plaudenti e starnazzanti

Dopo di che venivano lautamente pagate e accompagnate a casa tranne una o due favorite che cercavano di far eccitare il rincoglionito durante la notte.
Peccato che la Daddario non abbia registrato pure il ronfare del vecchio nano grasso e sfatto.

Fase: "Drive in"
Dato che le puttanelle alla fin fine erano sempre le stesse e' stato fatto capire al vecchio scemo che si stavano pure smarronando a sentire per la 20ima volta le sue barzellette idiote, di cantare le canzoncine con apicella, ma soprattutto non ne potevano piu' del video! :uh: .
Allora al vecchio idiota e' venuta l' idea del Drive in.
Le faceva mascherare da infermiere e poliziotte , le facceva ballare seminude, mano tra le cosce, palpata di culo, strizzatina di tette, poi la selezione e le solite due.
Pero' nella busta finale oltre a qualche banconota da 500 ( variabile in funzione di qualche parametro) non potevano mancare uno o due CD di Apicella !! :sise:

Fase terza: "Il bunga bunga"
Vabbe' e' il troiaio di questi giorni. La fine di un vecchio malato da ricovero.
La parodia di se stesso.
Uno che e' riuscito a rivalutare il piu' basso avanspettacolo e la piu' trivia commedia scollacciata.
Nonche' vedo sorridere il povero Dr. Unrat. Finora additato a perversione cosmica perche' da professore moralista si era invaghito di un Angelo Azzurro...


Ma qualche sera non puo' giocare con i suoi nipotini? :martini: :embè: : spasso:

Aggiungiamo pure questo: La fase compulsiva

"L’ultimo costoso giocattolo del Cavaliere, il grande hangar con venticinquemila fra dipinti e statue acquistati in modo compulsivo nelle aste notturne, sarà dismesso."

Solo nella sua cameretta, invece che guardarsi quella schifezza di mediaset, passava le notti nei siti di aste per comprarsi 25.000 schifezze, che ora i suoi eredi buttano in discarica. Tarli inclusi
 
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40 replies since 28/10/2006, 07:53   1088 views
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