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Film che non ho visto, e che dovrei assolutamente vedere!

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pv
view post Posted on 1/11/2021, 08:24 by: pv     +1   +1   -1
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Meglio perderlo.

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CITAZIONE
Alessandro Barbero: la Storia ·
Gino Paolo Gori · Ieri alle 01:56 ·
Ero un adolescente quando ho visto questo film in Tv ( bianco nero ) Era la sera della morte di un Papa e la Tv pubblica mise in onda il film che mi ha scosso nel profondo, tanto da lasciarmi muto a lungo al termine delle immagini. Ho disprezzato di cuore il comico che ha denigrato con una battutaccia quest'opera d'arte.
L'arpa birmana
Un film di Kon Ichikawa. Con Tatsuya Mihashi, Shoy Tasui, Rentaro Mikuni, Shôji Yasui, Jun Hamamura.
Birmania, 1945. Un soldato ed arpista giapponese, al termine della guerra, salvatosi per miracolo, decide di non ritornare in Giappone e, dopo aver vestito i panni di monaco buddhista, di girare per il paese in cui ha combattuto per dare sepoltura alle migliaia di vittime che ne sono rimaste prive.
I compagni, fatti prigionieri dagli Inglesi, sono convinti che egli sia morto in ricognizione, ma, sentendo un giorno un arpa suonata dalle mani di un ragazzo che ha il suo stesso stile -e che, non per niente, è stato suo allievo-, si convincono del contrario, fino a quando è egli stesso a farsi trovare, sempre tramite l'inconfondibile suono dello strumento.
I compagni, ormai in procinto di essere liberati per far ritorno in patria, cercano di convincerlo a seguirli, ma invano: la sua missione è ormai un'altra.
Struggente, poetico e poco conosciuto dramma pacifista, L'Arpa Birmana è un grande film in cui la musica assume il valore di significante: è tramite la musica infatti che i soldati protagonisti riescono a comunicare tra di loro, stabilendo una forma di contatto intima e capace di lenire, con la sua grazia, i drammi del conflitto cui devono assistere.
Le melodie sono struggenti, ed il suono cristallino dell'arpa è ampiamente in grado di trasmettere quelle sensazioni di armonia che contrastano con la desolazione imperante, anche a guerra finita.
Sarebbe bello poter usufruire di un'edizione italiana in cui i testi cantati siano sottotitolati nel nostro idioma, ma, alla fin fine, anche così i momenti musicali del film non perdono nulla del loro valore e della loro bellezza: quando la musica è infatti toccante e significativa, come in questa pellicola, la sua armonia riesce a sfiorare le corde del cuore e ad emozionare così, solo grazie alla sua più intima natura, senza che ci siano parole a spiegarci i sentimenti che sono evocati.
Grandioso, struggente e da genuine lacrime è il finale, nel suo alternarsi di lirismo aulico prima e realismo poi, con la commovente missiva di Mizushima letta ai compagni e la constatazione seguente della difficoltà umana di conservare una solida memoria storica degli orrori perpetrati affinchè possano non accadere più. Quanto un messaggio del genere ha da insegnarci ancor oggi, e quanto, purtroppo, sappiamo già che non verrà ascoltato. Capolavoro.
 
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