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Un po' di Storia dell'omosessualita'., dal mondo greco ai giorni nostri

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Satja
view post Posted on 5/7/2006, 12:35 by: Satja     +1   -1




noto che avete spostato il discorso.
Allora vi posto cio' che diceva una teorica del femminismo:
In Francia Simone de Beauvoir pubblica nel 1949 Il secondo sesso (8), che ebbe enorme risonanza, suscitando entusiasmi ed esecrazioni, ma comunque ha il merito di porre due grandi ipotesi: "la donna è l’Altro per eccellenza, specchio per l’uomo del suo destino contingente, della fragilità della sua stessa carne. Il " secondo sesso "è una costruzione sociale; non esiste, insomma, una natura femminile: ‘ Donna non si nasce, lo si diventa’."(9) Un elemento fondamentale della "rivoluzione teorica del femminismo", secondo l’espressione della storica Paola Di Cori, è "il rovesciamento di una realtà basata sulla gerarchia di valori che attribuisce potere, legittimazione, autorità solo e soprattutto alla separazione di questi termini: a pubblico rispetto a privato, e a politico rispetto a personale. Ciò che è stato ribaltato è l’idea di una realtà letta e interpretata sulla base di una separazione netta di compiti, ruoli e caratteristiche attribuite all’una o all’altra di queste sfere, e che presuppone una visione complessiva dell’operare umano in cui l’una è subalterna all’altra e che tradizionalmente assegna agli uomini storicamente e socialmente il privilegio di monopolizzare lo spazio della sfera dominante, cioè il pubblico e il politico. Il femminismo capovolge radicalmente questa gerarchia proprio quando denuncia la mistificazione che è nascosta dietro queste separazioni e proclama invece che la propria privatezza appartiene alla sfera pubblica e politica, che la sessualità è politica, che la realtà socio - economica entro cui viviamo è costruita sulla base di specifiche politiche sessuali." (10)

Proprio le tematiche della sessualità, del corpo, della relazione tra donne, della loro consapevole o inconsapevole complicità con l’ordine sociale e culturale dato vengono affrontate nei gruppi separatisti di autocoscienza: Questa è la pratica politica agita dal movimento femminista e dà luogo a prese di posizioni pubbliche come, nel 1970, il Manifesto di Rivolta femminile, gruppo fondato da Carla Lonzi (1931-1982).

Intorno al 1975 circa i gruppi autonomi di donne iniziarono a trasformarsi da gruppi di parola in "gruppi che si dedicarono alla realizzazione di qualcosa, come librerie, biblioteche, case editrici, luoghi di ritrovo. Nasce la cosiddetta pratica del fare tra donne. Questa [..] derivò dalla pratica dei rapporti tra donne, fu una sua specificazione. la sua derivazione e però più complessa, vi è coinvolta la parola.[..]s’intendeva che il fare, con tutto ciò che portava in luce, dovesse offrirsi al giudizio, così da trasformare l’esperienza in sapere. [..] Non ci sono dubbi sulla sua efficacia modificatrice, opposta da questo punto di vista alla politica delle manifestazioni di massa"(11). Superare la separazione tra privato e politico viene visto come qualcosa di più sovversivo di una manifestazione appariscente. In un testo del 1977 si denuncia il pericolo che il femminismo possa decadere a ideologia, a un discorso precostituito, che si sostituisce alla pratica delle relazioni e alle elaborazioni che da essa derivano. (12)

Lea Melandri nel suo libro L’infamia originaria (13) pone al centro della riflessione il rapporto tra ‘personale e politico’, criticando le modalità dell’agire politico di donne e uomini appartenenti a gruppi e organizzazioni antagonisti al sistema. La ricerca di autonomia per le donne passa necessariamente attraverso la decostruzione della artificiosa divisione tra uomo donna, natura cultura, pubblico privato, corpo mente; polarizzazione che ha investito tutte le forme dell’azione e del sapere umano, confinando le donne nella mera funzione riproduttiva, obbligandole a ritrovare prioritariamente in quell’ambito il senso e le gratificazioni affettive della loro esistenza. Ne derivano un enfatizzare e un privilegiare, da parte di molte donne, l’aspetto sentimentale della vita, a discapito di tutti gli altri, causa non secondaria della dipendenza affettiva delle donne, della loro mancanza di autonomia, anche in presenza di situazioni materiali soddisfacenti.

In tal modo, agli ostacoli esterni, opposti dall’ordine sociale alla piena partecipazione e affermazione delle donne nella sfera pubblica -della politica, della cultura, del lavoro - ostacoli che le trasformazioni socio-culturali via via rimuovono e superano, si sommano, con effetto ben più intenso, le schiavitù interiori, tra le quali una delle più potenti e attive risulta il sogno d’amore (14), come sogno di ricongiungimento, in un’armoniosa unità a due, degli opposti, forzatamente contrapposti, superamento di ogni polarizzazione nell’illusione di una completezza, esperita nel periodo pre e post nascita, e fantasticata per il resto della vita. Questi atteggiamenti-comportamenti, comuni all’essere umano, donna o uomo che sia, hanno ‘oggetti d’amore’ diversi: per le donne la realizzazione prevalentemente nell’amore, per gli uomini nella politica e nel sociale diversi. Queste diversità sono determinate dall’ accettazione di un ordine simbolico a cui si sottomettono donne e uomini, considerandolo naturale.

se volete leggere tutto il pezzo interessantissimo andate al link

con un motore di ricerca digitate:Simone de Beauvoir
Lupetto, non so di chi tu parli ,io parlo di Letizia Schmit, teorica del femminismo.

Edited by Satja - 5/7/2006, 13:41
 
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48 replies since 19/1/2006, 12:04   768 views
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