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La Duchessa de Morny

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ChronoTrigger
view post Posted on 20/4/2008, 15:54 by: ChronoTrigger     +1   -1
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Il Duca de Morny

Nella letteratura per l'infanzia di una volta - prima di Roald Dahl e Harry Potter - tra "Il Principe e il Povero" e "I Viaggi di Gulliver" c'era anche "Tartarin di Tarascona" di Alphonse Daudet.
Ne ho un vago ricordo come di un libro noioso, ma forse ero troppo piccolo quando l'ho letto; in ogni caso, da più grandicello, avevo cancellato Daudet dalla lista degli autori da comprare e giammai ne avrei acquistato un libro, se non ne fossi stato costretto.
E infatti - per fortuna - fui costretto: agli inizi degli anni '70, qualcuno ebbe la malaugurata idea di regalarmi una associazione al "Club degli Editori", una specie di associazione mafiosa per costringere la gente a comprare i libri che non avrebbe mai comprato.
Per liberarmene mi ci volle un paio d'anni e dovetti subire più d'uno dei "libri del mese" che se non correvi di corsa alle poste a restituirlo, dovevi sorbirti qualunque schifezza fosse.
Quell'agosto del '72 toccò proprio a un libro di Daudet, che causa ferie, non riuscii a rispedire in tempo; era "Il Nababbo - Costumi Parigini".
Dopo aver preso un po' di polvere in biblioteca, un giorno provai a leggerlo e fu una piccola scoperta.
La storia la conoscete: un potente politico prende sotto la sua protezione un avventuriero maneggione - il Nababbo - dotato di una fortuna economica di oscure origini; costui circondato da una corte di nani e ballerine diventa il centro dell'attenzione dell'alta società parigina e ne approfitta per i suoi intrallazzi, sebbene assediato dalla stampa e inseguito dalla magistratura.
Grazie all'appoggio del potente amico decide di scendere in campo in politica e farsi eleggere deputato, ma (nel romanzo...) il potente primo ministro muore improvvisamente e lo lascia in pasto al fallimento.

Alphonse Daudet, per qualche anno, fu il segretario particolare del Duca de Morny, e nel romanzo ne fa un ritratto realistico e vivace come i quadri degli impressionisti che uscivano in quei giorni; non ne maschera nemmeno l'identità (il grande politico nel romanzo si chiama "Duca de Mora").
Anche il Nababbo era realmente esistito, un faccendiere che aveva spopolato nella Parigi del 1860, Silvio Bravay (... forse non si chiamava Silvio ma Francois, non ricordo bene... ;)).
Così, grazie al Nababbo di Daudet, sapevo già tutta la storia degli anni '80: solo che Craxi, invece di morire improvvisamente prima del decreto "salva televisioni" del 16 ottobre 1984, campò ancora abbastanza per sistemare il futuro del suo protetto e preparane la discesa in campo.
E' proprio vero che il lieto fine c'è solo nei romanzi...
 
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