La Zattera del Villaggio: forum arte scienza politica letteratura cultura piaceri  sport enogastronomia giochi

Che cosa sto leggendo adesso..., e relative recensioni.

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CITAZIONE (pv @ 6/5/2022, 14:19) 
CITAZIONE (Vìt @ 26/10/2012, 10:26) 
Dunque, Anna Karenina, romanzo immenso. E incompiuto.

Certo, una fine ce l'ha, Levin che trova un equilibrio, e un'illuminazione, sullo sfondo della tragedia di Anna che, invece, no, e si uccide. Levin sta per suicidarsi pure lui, ma infine ce la fa, sopravvive.
Naturalmente come sfondo, il più plateale, abbiamo anche la società russa con tutte le sue contraddizioni e repressioni ottocentesche, eccetera, ma il vero punto, per quanto importante, non è quello.
Il vero punto è Tolstoj.
Anna è lui, Levin è lui. Uccide Anna, quindi la parte di se stesso più dolorosa - perché non dimentichiamoci che scrivere, sempre, è un atto suicidale - e lascia vivo Levin, ovvero la parte di se stesso che si libera, e continua il suo viaggio. Perché Tolstoj continua il suo viaggio, si sa, continua a vivere, a scrivere, finché un giorno scappa di casa e lo trovano morto per strada.
Ecco perché il romanzo è incompiuto, non perché non abbia un finale, ce l'ha, ma perché rappresenta un viaggio, quello di tutti e dello scrittore stesso, ancora in pieno svolgimento.

.........

cominciato Paul Auster: 'L'invenzione della solitudine', e Luigi Pintor: 'Servabo'.

Sto leggendo Papa' Goriot... responso a breve...

Sto leggendo Anna Karenina, responso a breve.
Ad ora mi manca il senso di questo libro.
 
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view post Posted on 13/1/2023, 16:34     +1   -1
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CITAZIONE (pv @ 9/10/2022, 12:39) 
Alcuni appunti su Le 1000 e una notte:
200 racconti
Allah
Cina
Vino
2 e 3 ancelle
Amori sdolcinati
Maghi, streghe, gin e robe strane
Citta' e paesi mediorientali , Bassora porto, Bagdad la dotta, Damasco la ricca.
Viaggi e ricchezze.
ecc..

Dunque dunque dunque, visto gli altri, lo si puo' mettere tra i capolavori della letteratura universale.
Comincia bene con Sherazade e poi finisce alla cazzo con Aladino.
E' evidentemente una raccolta di fiabe del mondo arabo.
Da quelle estremamente moraliste a quelle un pochetto piu' spinte in cui si gode con la perla non forata.
Piu' o meno belle.
Seguiamo la traccia: mille e 500 pagine in totale, ma se Aladino, Ali baba e altri durano piu' di 50 pagine, i racconti e le notti sono al massimo sono 200. E il piu' sommo trifolamento di marroni è che Allah e' citato almeno una volta per pagina, 1500 volte; 'na traggedia.
Peraltro si viaggia in tutto il mondo conosciuto dalla Cina al Marocco con tutto quello che ci sta in mezzo.
Deludente la parte culinaria: si gode con frutta, verdura, dolcetti e carne arrostita, per contro mai viste tante sbronze col vino rosso.
La maggior parte delle storie d' amore e' estremamente sdolcinata, ma visti tante morti per amore solo per non concedersi.
Per contro le scene di godimento puro sono estremamente limitate ad es alle 2 o tre ancelle che si contendono la " mercanzia" del padrone.
Ci sono pure un mare di stregonerie, la piu' famosa è appunto la lampada, ma poi c' e' pure l' anello e un sacco di altra roba stregonestica.
E le ricchezze che c'erano sono impressionanti.
Alla fin fine è valso la pena leggerlo.
Leggere apre la mente e ci si fa pure una cultura spandibile anche nei fora.
 
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view post Posted on 4/2/2023, 09:40     +1   -1
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CITAZIONE (Vìt @ 26/10/2012, 10:26) 
Dunque, Anna Karenina, romanzo immenso. E incompiuto.

Certo, una fine ce l'ha, Levin che trova un equilibrio, e un'illuminazione, sullo sfondo della tragedia di Anna che, invece, no, e si uccide. Levin sta per suicidarsi pure lui, ma infine ce la fa, sopravvive.
Naturalmente come sfondo, il più plateale, abbiamo anche la società russa con tutte le sue contraddizioni e repressioni ottocentesche, eccetera, ma il vero punto, per quanto importante, non è quello.
Il vero punto è Tolstoj.
Anna è lui, Levin è lui. Uccide Anna, quindi la parte di se stesso più dolorosa - perché non dimentichiamoci che scrivere, sempre, è un atto suicidale - e lascia vivo Levin, ovvero la parte di se stesso che si libera, e continua il suo viaggio. Perché Tolstoj continua il suo viaggio, si sa, continua a vivere, a scrivere, finché un giorno scappa di casa e lo trovano morto per strada.
Ecco perché il romanzo è incompiuto, non perché non abbia un finale, ce l'ha, ma perché rappresenta un viaggio, quello di tutti e dello scrittore stesso, ancora in pieno svolgimento.

Sto leggendo Anna Karenina- Tolstoj, responso a breve.
Ad ora mi manca il senso di questo libro.

Sto leggendo Anna Karenina e già pregustando la recensione, che non puo' prescindere da Guerra e pace, ma dato che ricordo nulla di Guerra e pace, ho pensato di rispolverare la parodia che ne ha fatto Woody Allen, che a parte le prime 300 pg dell' invasione napoleonica, di cui ho saltato bellamente decine di pagine, la storia è sempre la medesima, lui, con piu' fratelli, ama lei, che è pure cugina, con piu' o meno altri parenti, che lei ama altri, che altri amano alcuni altri, che poi si tradiscono e qualcuno si ammazza.
Piu' o meno come Anna Karenina.
Che ha circa mille pg, ma gia' dalle prime 60, anche se non si sono visti i vari film, si capisce dove si va a parare.
Continuo a cercare il senso di questo libro.
Studiando mi pare di aver capito che Tolstoj lo scrisse nel bel mezzo di una sua crisi interiore, mentre passava dal liberismo borghese a progressismo anarchico.
E si e' pure accorto che la storiella era una cagata ridicola e cerca di rimediare in qualche modo. Ad ora, prime 200 pg, si nota un tentativo di introdurci un' accenno al comunismo, alcune letture liberali critiche verso il conformismo borghese, un' accennata analisi della condizione della plebe e un confronto tra nobilta' illuminata (Levin) e quella molto meno (Vronskij).
Di buono c'e' i nomi sono semplici: Anna, Levin, Kitti, Dolly e piu' di tanto non ci si confonde ecc... per contro ci sono le solite sbrodolate tipo che per dire che durante una corsa il cavallo si azzoppa e lo abbattono ci mette due capitoli e 30 pagine.

Per Kitti alle terme idem e Levin che va in campagna e da padrone si mette a mietere il fieno con i servi, pure. Capitoli e decine di pagine.
Poi Anna confessa il tradimento al marito e subito dopo gli stanno sui marroni entrambi: l' amante e il marito.
Mo' altre centinaia di pagine per mettersi d' accordo sulla separazione.

Ora che pareva finita. Alla fine del primo tomo, Vronskij si spara, Anna muore di parto , Levin e Kitti si sposano... e invece no, porca troika. I due fedifraghi si salvano e mò annamo avanti per altre 500 pagine inutili. Ma vaffanculo a Tolstoj e benedetto il giorno in cui ho cominciato a leggere un paragrafo sì e uno no.

Ma forse Tolstoj voleva prenderci per i fondelli.
La Karenina muore sotto il treno e la storia continua... siamo al delirio. Mancano poche pagine alla stroncatura definitiva.

CITAZIONE
Ecco perché il romanzo è incompiuto, non perché non abbia un finale, ce l'ha, ma perché rappresenta un viaggio, quello di tutti e dello scrittore stesso, ancora in pieno svolgimento.

Esimio collega forumista, ritengo molto interessante questa analisi, io scendo un po' piu' terra/terra e aggiungo che non è che il libro non ha un finale: ce l' avrebbe col suicidio della trifolamarroni, ma poi Tolstoj, prosegue e ricomincia, con le paturnie di Levin, con un altro romanzo. Qualcuno , forse la moglie un po' piu' sveglia non sopportava che diventando anarchico/religioso donasse tutte le sue fortune ai poveri, gli ha fatto capire che era meglio piantarla lì, pubblicare la storia di Anna e tenersi i soldi .

Mo' torniamo alla tritapalle di Anna.
Come gia' detto, se c'e qualche personaggio che non sopporto , sono quelli che vanno a cercarsi le sfighe da soli.
Premesso che il senso del libro mica l' ho capito se non che la menata di Anna poteva finire in 200 pagine e Tolstoj ha tirato avanti per altre 700 per metterci dentro un po di tutto.
Questa aveva tutto, compreso un marito che le ha detto, "Vabbuono, fatti le tue storie, scopa con chi vuoi, ma salviamo le apparenze, vivi la tua vita da ricca borghese con tuo figlio, ma dormiamo in stanze separate."
E questa, no, lei voleva la passione: immensa e avvolgente.
Avvolgente vuol dire che legava mani, piedi, bigolo e tutto il resto di quel poveraccio Vronskij di che per per questa demente si e' pure sparato, ma salvandosi.
Ora è Vronskij il vero eroe tragico del romanzo.
Ricco, bello, giovane, nobile, trombeur de femmes, (non è un errore, è un gioco di parole), amante dei cavalli e della bella vita, rinuncia a tutto per assecondare la povera pazza.
E poi rincoglionisce pure lui e va a fare i viaggi con la mammina. Che gli aveva sconsigliato la liaison con Anna. (Scusate i francesismi ma a parte quando parlano con i contadini, o con le istitutrici inglesi, fra loro e con i figli, i nobili/borghesi parlano in francese).
Forse c'era una vena comica, ma si nota solo a posteriori.
Durante è una delle piu' immani smarronate che letteratura abbia prodotto.

Mettiamocelo pure in serie A, ma voto 2.

Edited by pv - 17/7/2023, 17:22
 
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Elianto - Stefano Benni

Questo e' facile: onirico e bellisimo.
Tutto quello che ho letto di Benni mi e' piaciuto.
Forse questo e' quello che mi e' piaciuto di piu', magari perche' piu' surreale.
Serie A, voto 9.

Edited by pv - 22/4/2023, 08:44
 
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"Il brutto e' che i francesi nell' ottocento hanno scritto troppo, e dopo un po' le categorie sono 2 e mezzo: la classe alta, la classe bassa, la mezzo sono quelli che dalla classe bassa vogliono passare alla classe alta o quelli che dalla classe alta passano loro malgrado a quella bassa, che poi tanto bassa non e' dato che sarebbe il villone in Normandia, in compagnia del parroco e della natura. In effetti ci sarebbero pure i miserabili... e poi ci sono i romanzi fantasiosi, dai moschettieri a Montecristo passando per Notre Dame, ma lì non ci si confonde.
Per fare un po' di chiarezza: l' avessi saputo prima sarebbe stato meglio:
dopo Napoleone c'e' stata la restaurazione, dopo di che una monarchia costituzionale tra il '30 e il ' 48, poi nel '48 un po' di barricate e la repubblica, dopo di che il secondo impero di Napoleone III.
Lasciando perdere Zola, che per un momento era in ballottaggio con Balzac, ho fatto bene a lasciarlo dopo , dato che ha scritto 20 libri narrando una saga familiare nel secondo impero. Puo' aspettare."

Riprendiamo da Zola: cominciato L' assommoir e a seguire Nana:

Dunque l' assommoir, l' ammazzatoio, che non ho mica ancora capito se e' un mattatoio o una bettola.
Da dove partire... è il settimo libro della saga del secondo impero, i primi sei senza alcuna rilevanza. Poi alla fin fine ne ha scritti 20. Una follia.
Questo ha riscosso un successo incredibile.
Eccome sospettavo nasce a puntate... segnatevelo.
Tra De Sade e la beat generation non ho mai letto niente di piu' pulp, trash, splatter, disgustoso e ripugnante. Una discesa nel Maelström etilica.
E qua passiamo allo Zola calcolatore e paraculo.
Ad un certo punto si e' accorto che quello che tirava di piu', non era una famiglia di ubriaconi , e manco la pariglia di buoi.
Era la loro figliola Nana. In italiano Nanà. Che poi sarebbe Anna, Annarella, Nannarella...
Un bel gran tocco di manza biondona, a meta' strada tra Sandra Milo e Valeria Marini.
A questo punto ha concluso la storia in fretta e furia.
Storia peraltro originale e interessante.
Un caseggiato sottoproletario parigino. Nel periodo in cui le case popolari venivano squartate per far posto ai palazzi strafighi che ci sono ora nella zona della rue Goutte d'or.
Sottoproletariato urbano privo di ogni sicurezza sociale, ma se lavorava duro senza imbriacarsi poteva vivere piu' che dignitosamente. Dove rubare, prostituirsi o accattonare erano pure considerati disdicevoli.
Poi vabbe', c'e' sempre da considerare che i figli erano considerati a meta' strada ta un peso e una capra. Appena possibile venivano dati a qualcun altro per farli lavorare ed essere mantenuti fuori dai marroni.
Se appena appena, ci fosse stata un po' di umanita', i tre figli, un tozzo di pane potevano pure darglielo ai due bastardi etilisti, il cui unico divertimento era di prenderli a cinghiate finche' non erano troppo stanchi per continuare.
Visto il successo che stava ottenendo, Zola ha fatto schiattare i due cari genitori nel lordume piu' rivoltante e ha cominciato a scrivere l' ottavo libro della saga. Nana, in francese... che ha pensato bene di scappare di casa e offrirsi ai suoi spasimanti, peraltro benestanti...

Alla fin fine serie A e voto 9. Quasi un capolavoro.

Edited by pv - 25/5/2023, 10:10
 
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e a seguire Nana

Le premesse le ho gia' dette.
Se non fosse, come ripetutamente sostenuto, che la rivoluzione non ha fatto per niente il suo lavoro di taglia nobili teste e di titolati a partire da Muffat, ce ne sono in giro un po' troppi, il libro , successo stra annunciato, e' abbastanza interessante.
Le unita' schakespiriane di luogo tempo e azione sono abbastanza ben definite. Si parla di un' attricetta che passa da mignotella a puttanone di lusso.
Nana con tendenze idealiste, alla ricerca dell' amore passionale per un ciospo squattrinato e che pure la menava, piuttosto che sollazzarsi, abbondantemente retribuita con conti, principi e banchieri.
Poi le è passata è si è fatta abbondantemente mantenere dal conte, mentre si sollazzava anche con ragazzetti e principi.
E c'e' da risottolineare che c'era pure una sorta di socialismo mignottesco, per cui spolpava i principi e si dava aggratis a chi le ispirava tenerezza e simpatia.

Prima del gran finale due righe sul film Nana di Renoir. Il film incomincia da tre quarti del libro e va avanti per 2 ore e mezzo su una sola scena. Due se contiamo anche il vaiolo.
Il libro è decisamente piu' complesso.
Di notevole il fatto che nella seconda meta' dell' 800 a Parigi le attrici, Nana, potessero recitare la parte di Venere completamente nude con gaudio e tripudio di tutti gli spettatori. Arcivescovi e pretume compresi.
E che c' erano già i locali lesbo, nel caso un ristorantino a tre franchi, frequentato anche da ragazzotti guardoni. E la parola d'ordine per essere servite bene era di baciare in bocca all' ingresso la cassiera/ titolare. Roba che da noi c'era ancora piccolo mondo antico...

Ecco, come sunto di Nana potrei dire: Mi sonno rotta dei maschi, adesso provo con le donne. Sono meglio.

Poi come al solito Zola si stufa di scrivere , pensa gia' all' incasso del suo best seller, la fa morire di vaiolo in fretta furia e passa al prossimo romanzo della serie. Pot-bouille, che poi sarebbe la ribollita, tradotto in nodo ricolo in "Dietro la facciata"

Comunque Nana: serie A voto 7.

Edited by pv - 22/6/2023, 12:41
 
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Il paese delle nevi - Yasunari Kawabata

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Cominciamo col dire che di questo autore negli elenchi dei libri fondamentali troviamo
101 libri club libro Norvegese : Il suono della montagna Yasunari Kawabata
1001 libri da leggere prima di morire : Mille gru: Yasunari Kawabata

Ce ne sono altri due e non questo.
Cominciamo con due questioni:
perche' gli hanno dato il Nobel e perchè mi e' piaciuto abbastanza.

Mi e' piaciuto non certo per l' erotismo che come dice la copertina e' discretissimo e occulto. Molto occulto.
Una risposta banale è che gli hanno dato il Nobel per gli altri 2 libri. Purtroppo credo invece non si discostino molto da questo.
Resta fa capire come tra Mishima e Banana Yoschimoto nel mezzo ci sia solo questo Kawabata. Peraltro nato ben prima di Mishima, ma piu' o meno scrivevano nello stesso periodo. Pochissima cosa la letteratura giapponese.

Alla fin fine mi è anche piaciuto perche' è totalmente fuori dal tempo dallo spazio e da ogni logica occidentale. Ho piu' in comune con gli antichi egizi che con i giapponesi del 1948. Peraltro anche i giapponesi vanno a sciare, a fare le passeggiate in montagna e si sbronzano alle feste, ma in un modo surreale.
Passo indietro e torniamo a Nana, seconda meta' dell' 800 . Quasi cento anni prima a Parigi. Lì , a teatro Nana, recitava la parte di Venere, completamente nuda, con gran sollazzo e tripudio del pubblico. E poi stanca degli uomini, frequentava un ristorantino lesbo da 3 franchi, dove per essere trattate meglio, le commensali passavano a dare un bacio in bocca alla padrona alla cassa.
E questi giapponesi, 100 anni dopo, erano ancora alle gheise. Che , allietavano il commesso viaggiatore suonandogli il mandolino e sorridendo beate.
Al che il cliente si trifolava talmente i marroni che piuttosto che consumare il rapporto le pagava e si metteva a dormire.
Talmente surreale da meritarsi la
Serie A , voto 7, ma pure l' oblio perenne.

Edited by pv - 26/6/2023, 22:18
 
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I 1001 libri prima di morire e 101 libri del secolo citano
Sotto il vulcano Malcolm Lowry 1947

Non certo il libercolo in questione
Vegliafantasmi - Malcolm Lowry
s-l400

Ettecredo. Ovvero te credo che questa roba non sia citata e mi stupisco che qualcuno l' abbia mai comprato.
Nel caso di specie la mogliettina nel '96. Il perche' resta un mistero , anche se io sospetto che durante uno dei suoi convegni qualcuno l' abbia citato per imperscrutabili motivi e lei l' abbia comprato senza manco aprirlo, se non scriverci sopra che e' suo e che l' ha comprato nel '96.

Dunque cerchiamo di categorizzarlo: fa parte delle prese per i fondelli.
In una serie di racconti di uno scrittore, prendiamo a caso Joice e Gente di Dublino, il libro con tutti i racconti vene venduto a 6 euro.
Poi viene una tal casa editrice, che prende un racconto per volta sempre nel nostro es Il morto, lo patina un po' e li vende a 12.
Questo e' un raccontino non solo assolutamente inutile, ma pure una presa per fondelli . Ci sono piu' appunti che storia.
La storia e' questa: durante una passeggiata lungo lago, marito e moglie trovano nell' ordine, una barchetta con su scritto Ghostkeeper, tre ragazzi che tirano sassi alle papere, un orologio d' oro e la sera leggono sul giornale che la signora Ghostkeeper ha perso un' orologio e glie lo restituiscono.
In sintesi una cagata abissale, pagata 8.000 lire per 40 pg di racconto che non merita neanche l' alloro delle "puttanate abissali".
Erano anni che non trovavo un libro da serie C
Serie C, Voto 2

Edited by pv - 15/7/2023, 09:41
 
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Stessa categoria: presa per i fondelli
"In una serie di racconti di uno scrittore, prendiamo a caso quello di sopra tal Lowry, il libro con tutti i racconti vene venduto a 4 euro.
Poi viene una tal casa editrice, che prende un racconto per volta lo patina un po' e li vende a 6,50."

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Lu Xun - Diario di un pazzo

"Pubblicò due raccolte di racconti: Alle armi (呐喊, Nàhǎn) e Errare incerto (彷徨, Fǎnghuáng). Nella prima sono inclusi i celebri racconti: Diario di un pazzo (狂人日记, Kuángrén rìjì) del 1918 (manifesto del Báihuà 白话 - "Lingua volgare"), Kong Yiji 孔乙己 (Kǒng yǐjǐ) del 1919 e La vera storia di Ah Q (啊Q正传, Ah Q zhèng zhuàn) del 1921. "

Che comunque e' citato qua: I 101 libri migliori di sempre secondo Norwegian Book Club

Almeno in questo caso il libro e' decente, libro... il raccontino .
Da segnalare che comprato da Feltrinelli nuovo , pure scontato e spedizione inclusa, costa meno che usato su Ebay.

Veniamo a noi: evidentemente è una metafora. Ma di cosa?
Stavolta copio una recensione:
"Cosa ha voluto dirmi Lu Xun? Parecchie cose.
Quella che dopo la prima lettura sembrava la farneticazione disarticolata di un pazzo e che mi aveva indotto a pensare di essermi perso dei passaggi chiave, è evidentemente una critica feroce a qualcosa e a qualcuno che appaiono potenti e invincibili. Potrebbe sembrare ovvio che Lu Xun si riferisca alla società e alle sue millenarie tradizioni, al potente di turno, alle maglie impenetrabili di ogni potere terreno.
Ma credo che egli vada oltre. E che ci riesca benissimo. Lu Xun ha potuto analizzare e poi disprezzare le ingiustizie del potere millenario nelle sue maglie più tradizionali, nei suoi lati più oscuri, nell’estremizzazione della tradizione confuciana che permea quasi senza intervalli significativi la società e la cultura cinese. "
Questa e' un' interpretazione.

La storia e' piu' o meno la stessa, chi si finge o viene considerato pazzo puo' dire ( o lo scrittore può fargli dire) qualsiasi cosa.
Ma dire cosa ? E qua torniamo a
CITAZIONE
Il paese dell' alcol - Mo Yan

In questo caso mi pare che Mo Yan avesse in mente una serie ( 10) di racconti di pura fantasia in cui la trama e' che in una citta' nota come distretto alcolico, si fosse sviluppata una scuola di cucina in cui tra le piu' svariate prelibatezze ( genitali d' asini e ornitorinchi ad es) c'erano pure bambinelli allevati al solo scopo culinario.
.
.
.
La storia era sempre quella: scoprire se era vero che i bambini venivano mangiati.

Il "pazzo " sostiene che siamo tutti cannibali e che lo vogliamo mangiare.
Dunque ognuno ci veda quello che vuole vedere.
Certo che solo il chiedersi " Cosa avrà voluto dire? "Fa pensare.

Voto? Mettiamo in serie A , voto 7.

Edited by pv - 15/7/2023, 10:12
 
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CITAZIONE (pv @ 15/4/2023, 15:54) 
Elianto - Stefano Benni[/color]

Questo e' facile: onirico e bellisimo.
Tutto quello che ho letto di Benni mi e' piaciuto.
Forse questo e' quello che mi e' piaciuto di piu', magari perche' piu' surreale.
Serie A, voto 9.

barsport2000_maj1
Benni - Bar sport 2000
Questo invece è quello che mi e' piaciuto di meno.

Della serie, sono diventato famoso, di Bar sport c' hanno fatto pure un film, e mo' vi prendo per i fondelli.

Aveva nel cassetto un po' di racconti, in alcuni il bar c'entrava in altri meno e ciliegina sulla torna si finisce col bar della stazione di Bologna nel 1980.

I raccontini non sono male ma l' accozzaglia e il tentativo di prenderci per il culo non lo sopporto.

Lo sbatto in serie C. Comunque voto 9.
 
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"Il Maestro e Margherita"
(Bulgakov)

"Siddharta"
(Herman Hesse)

"Cento Anni di Solitudine"
(Marquez)

"Viaggio al termine della notte"
(Celine)
 
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CITAZIONE (Holubice @ 30/7/2023, 16:05) 
"Il Maestro e Margherita"
(Bulgakov)

"Siddharta"
(Herman Hesse)

"Cento Anni di Solitudine"
(Marquez)

"Viaggio al termine della notte"
(Celine)

Complimenti, tre capolavori e solo una palla mostruosa .
 
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CITAZIONE (pv @ 30/7/2023, 16:37) 
CITAZIONE (Holubice @ 30/7/2023, 16:05) 
"Il Maestro e Margherita"
(Bulgakov)

"Siddharta"
(Herman Hesse)

"Cento Anni di Solitudine"
(Marquez)

"Viaggio al termine della notte"
(Celine)

Complimenti, tre capolavori e solo una palla mostruosa .

Quale è la palla...?

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Secondo me non ti piace il Sud America...


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Indovinato !! Però i sudamericani mi piacciono tantissimo.
È proprio cent’anni di solitudine che non mi è piaciuto,
 
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CITAZIONE (pv @ 31/7/2023, 07:39) 
Indovinato !! Però i sudamericani mi piacciono tantissimo.
È proprio cent’anni di solitudine che non mi è piaciuto,

E' un vero peccato...

centanni-solitudine-libro


Aureliano Buendia, e le sue strampalate iniziative, tipo la ricerca del ghiaccio, che si invaghiva di tutte le diavolerie che gli mostrava lo zingaro Meliqiadez (che poi, dopo un po' gli ridava i soldi, perché era uno zingaro onesto...).

Prova a rileggertelo tutto. Magari lo hai solo letto nel momento sbagliato. Anche io lo ho riletto. Mi pare tre volte. Ma non perché non mi fosse piaciuto da subito...


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